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Memphis May Fire - Remade in Misery
30/07/2022
( 1029 letture )
Nove singoli ad anticipare un full-length di undici canzoni: strategia promozionale fin troppo “onesta” quella adottata dai Memphis May Fire per il nuovo Remade in Misery, lavoro sul quale si è potuto formulare un giudizio quasi definitivo un mese prima dell’uscita; se non è un record poco ci manca, sta di fatto che i numeri raccolti sulle piattaforme in streaming danno ragione a loro e i due inediti al momento sono gli unici a non aver ancora raggiunto il milione di views, cifra abbondantemente superata da ognuno dei brani estratti pre-pubblicazione. Un discorso del genere -improntato sulla mera valenza commerciale- farà storcere il naso al metallaro vecchia scuola, ma purtroppo l’odierna fruizione della musica tende sempre di più a favorire l’ascolto “usa e getta” rispetto all’album intero e i quattro di conseguenza hanno mostrato di sapersi adattare bene alla domanda/offerta vigente nel music business. La formazione texana, dal 2011 sotto contratto con mamma Rise (label fondamentale per l’emo 3.0 al pari della Sumerian Records), non è mai venuta meno alle regole fondanti del melodic metalcore e il settimo album in studio ha tutta l’intenzione di rimanere all’interno di tale comfort-zone: Remade in Misery (da non confondere con Misery Made Me dei Silverstein) propone una serie di tracce in cui lo schema “clean/harsh vocals + ritornello emozionale + breakdown” viene rispettato senza neanche tentare una via alternativa; solo la produzione moderna -dal retrogusto artificiale/digitalizzato- evita di attribuirlo alla seconda metà degli anni ’00, ma è anche vero che se fosse uscito 5-10 anni fa non si noterebbero differenze particolari.

Ad ogni modo, i 38 minuti di RIM sono un toccasana per chi ancora non si è stufato dell’accezione più melodica del metalcore: i Memphis May Fire da questo punto di vista ci sanno fare eccome e il singolone Blood & Water, con suoni compressi al limite del djent e un fantastico refrain emo-oriented, stampa un grande sorriso sul volto dell’ascoltatore così come Bleed Me Dry, imbottita di hook melodici alla Annisokay da risentire in loop senza doversi porre il benché minimo interrogativo. Somebody gioca a carte scoperte con il lato “pop” del post-hardcore, Death Inside re-introduce sottili venature djent e The American Dream, pur latitando nella superficialità di un testo critico nei riguardi della politica statunitense, convince grazie all’inappuntabile starter-pack basato su layer elettronici, breakdown d’impatto e switch vocali ben calibrati. Your Turn spacca e ricuce seguendo il modello Wage War e dai suoi rombanti breakdown si passa ai beat elettronici di Make Believe e alla semi title-track Misery, highlight scolpito da cadenze vocali “quasi rappate” e dagli splendidi refrain emotional che in fondo rappresentano l’anima di questa corrente musicale. Only Human, con la partecipazione di AJ Channer dei Fire from the Gods, dà fuoco alle ultime riserve di growl, breakdown e riff modern metalcore ultra-pompati spingendoci fra le braccia dell’anthemica The Fight Within, una ballad motivazionale condotta su binari emo/post-core gestiti con sicurezza dal bravo Matty Mullins.

Remade in Misery è un album calligrafico proponente cliché metalcore a cui siamo abituati da quasi vent’anni eppure la solita vecchia formula, quando viene riproposta con accuratezza e sincera adesione, non può semplicemente essere bollata come fuori moda: questo disco non farà bruciare Memphis, anche se potrebbe comunque provocare una lieve scottatura in quanto melodie di tale caratura, in una maniera o nell’altra, sono ancora in grado di raggiungere il cuore dei fan storici.



VOTO RECENSORE
71
VOTO LETTORI
65 su 1 voti [ VOTA]
Earthformer
Mercoledì 3 Agosto 2022, 11.32.33
1
dischetto carino, non sarà un album come hollow ma si fa apprezzare molto di più rispetto alla scialbezza che li ha caratterizzati da challenger in poi
INFORMAZIONI
2022
Rise Records
Metal Core
Tracklist
1. Blood & Water
2. Bleed Me Dry
3. Somebody
4. Death Inside
5. The American Dream
6. Your Turn
7. Make Believe
8. Misery
9. Left for Dead
10. Only Human
11. The Fight Within
Line Up
Matty Mullins (Voce, Tastiere, Programming)
Kellen McGregor (Chitarra, Cori, Tastiere, Programming)
Cory Elder (Basso)
Jake Garland (Batteria)

Musicisti ospiti:

AJ Channer (Voce su traccia 10)

 
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