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Rigor Sardonicous - Vallis Ex Umbra De Mortuus
( 3408 letture )
Quella lenta e melodica nenia funebre, vagamente medioevaleggiante, con cui i RIGOR SARDONICOUS aprono il loro nuovo VALLIS EX UMBRA DE MORTUUS (MANE DE MAERORIS), mi ha fatto sperare in un’improvvisa redenzione; il solito illuso! È bastato far trascorrere l’iniziale minuto e trenta per essere sommersi dalla folleggiante degenerazione sonora del duo statunitense, se possibile, oggi più assurda che mai.

Un qualunque individuo dotato di umano percepire non potrà confrontarsi con i RIGOR SARDONICOUS per più di qualche minuto. Descrivere il loro stile è di una facilità estrema, data la complessiva desolazione della proposta: chitarra impastatissima ai limiti del DRONE, basso distorto, praticamente indistinguibile dalla 6 corde, un drumming lento e fastidioso, con rintocchi prevalentemente concentrati su timpano e tom-tom (che peraltro si esprimono con volumi assurdamente sbilanciati) ed una voce la cui timbrica, aberrante ed artificialmente storpiata, è rappresentabile solo tramite metafore di stampo “idraulico” (accostatevi al vostro apparecchio sanitario nel momento del “reset” e ne avrete una fedele, quanto realistica riproduzione). Qualcuno dice che i RIGOR SARDONICOUS sono da considerarsi FUNERAL DOOM, altri DEATH/DOOM, altri ancora si sono inventati definizioni ad hoc fin dai tempi dell’esordio APOCALYPSIS DAMNARE: io credo solo che nel sound ci sia qualcosa di fondamentalmente insensato, che, proprio perché singolare, catalizza l’attenzione dei DOOMSTER più corrotti. A pensarci bene nella descrizione di cui sopra non sono stato neanche così schietto da giustificare appieno il mio disappunto; ok, spiego meglio: nel fracasso sconclusionato di VALLIS EX UMBRA DE MORTUUS non si intravede, per l’appunto, alcun filo logico, di nessun genere. I brani scorrono tutti identici, salvo qualche intervento gratuito qua e la (penso all’innocente vocina infantile in SIENS SOMNIUM, penso a qualche arpeggio durante INCOMPERTUS QUOD ANON, penso all’avvio metalloso in stoppato di ALVEUS DE SOMNUS), senza che mai ci sia la sensazione di un costrutto definito; il CD, nella sua interezza, è dunque pervaso da un’indecorosa ripetitività, ben lungi dal poter essere considerata alla stregua di quella più nobile e scientemente costruita nel FUNERAL DOOM d’autore: pur sforzandosi nell’ascolto, che per fortuna dura solo 37 minuti, sfido chicchessia a trovare una qualunque linea melodica (forse presente nella sola REX REGIS FORTUNA), più o meno valida, tantomeno nello sviluppo vocale di Fogarazzo che risulta sempre inespressivo (volendo convincersi a credere che quel fastidioso rumoreggiare sia effettivamente prodotto dalla gola di un “cristiano”). A tratti anche il drumming, comunque mai incisivo, sembra fuori luogo, fuori tempo… inadeguato insomma. Non vi tedierò parlandovi delle varie tracce, dato che fatico a trovare uno spiraglio di decenza nella mezz’ora abbondante di run. Basterebbe, per rifinire il discorso, segnalarvi come unico capitolo presentabile la già citata overture MANE DE MAERORIS. Dio ci salvi!

A furia di ascoltare questa porcheria, un pregio l’ho trovato: VALLIS EX UMBRA DE MORTUUS evita di fare il verso ai supporti analogici, come invece fecero sia PRINCIPIA SARDONICA sia RISUS EX MORTUUS, il cui parossismo concettuale e stilistico fu “perfezionato” completando l’opera con l’aggiunta di un finto fruscio tanto insignificante (che me frega se il CD nelle parti non suonate fruscia) quanto stupido (hanno inventato il CD proprio per eliminare le interferenze fisiche, mica per ingannare gli autovelox).

Beh, diciamocelo pure, la musica dei RIGOR SARDONICOUS è brutta e non serve proprio a nulla; ascoltando VALLIS EX UMBRA DE MORTUUS non vi divertirete (se non a sfottere il cantato di Fogarazzo), non vi emozionerete (ma quando mai) e nemmeno vi “arricchirete” culturalmente nonostante l’effettiva unicità della proposta (se mi mettessi a gridare in mezzo alla strada con uno scolapasta in testa e due pentole in mano sarei certamente più originale). Vi sconsiglio vivamente di prodigarvi nella ricerca di questa (fortunatamente) introvabile “rarità”. Io stesso, che confesso possedere tutti gli originali dei precedenti (e pure deludenti) episodi, sono stufo di contribuire alla causa e dunque combattuto nel mettere mano al portafogli se non per l’inguaribile forma collezionismo che ho oramai intrapreso. Se però, pur avvertiti, non vorrete darmi ascolto fornendo così ai RIGOR SARDONICOUS un elegante contributo al loro imminente, certo ricovero, vi munisco sin da ora di una valida scusa da sfoderare quando, non più tardi di qualche settimana, rimpiangerete le vostre banconote così ignobilmente buttate: VALLIS EX UMBRA DE MORTUUS vi potrebbe essere d’aiuto nell’ammutolire qualche conoscente decerebrato che, da saputello, illustrasse l’ugola di Chris Barnes come inarrivabile degenerazione canora: pensate il figurone (figuraccia?) che potreste fare diffondendo dalle casse del vostro stereo l’indescrivibile “digestione” dei RIGOR SARDONICOUS al cui confronto l’ex CANNIBAL CORPSE pare un semplice eunuco. Mi ringrazierete!

Rileggendo l’articolo mi sono accorto di una cosa: non ho mai scritto una recensione così corta.
Ma non fatemi dire altro.
Per piacere!



VOTO RECENSORE
45
VOTO LETTORI
20.27 su 22 voti [ VOTA]
Giasse
Martedì 17 Giugno 2008, 9.25.59
2
Si capisce lo stesso?
Raven
Martedì 17 Giugno 2008, 9.20.12
1
Elegantissimo il reset dell'apparechio sanitario
INFORMAZIONI
2008
Paragon Records
Funeral Doom
Tracklist
1. Mane De Maeroris
2. Siens Somnium
3. Incompertus Quod Anon
4. Laudare Apocalypsis
5. Alveus De Somnus
6. Prophecies I – Preapocaylptia
7. Agony
8. Rex Regis Fortuna
Line Up
Joseph J. Fogarazzo: Guitars/Vocals
Glenn Hampton: Bass
 
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