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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Psychotic Waltz - Bleeding
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( 9975 letture )
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Correva l'anno 1996 e leggevo Metal Hammer, come molti miei imberbi coetanei vestiti di nero. Ricordo bene che all'epoca per me il Metal era sinonimo di Dream Theater e che le frasi del giorno variavano da Petrucci è un dio a Metropolis è la canzone più bella mai scritta (sorridete, sorridete pure). A quel tempo, sfogliavo pigramente Metal Hammer alla ricerca di band che potessero rivaleggiare degnamente con i Dream Theater nell'arena del mio lettore cd, ma sempre invano. Non si possono battere gli dei. Ormai prossimo a desistere dalla ricerca, per puro caso mi imbattei in una recensione dai toni stratosferici, la recensione di una band in grado di mangiare in testa ai Dream Theater (cito testualmente). Psychotic Waltz. Prog metal. Voto: 6/6. Migliori dei Dream Theater? Lo compro!
Immensa la delusione all'arrivo del pacco. Non trovai nessuna nuova Metropolis da 15 minuti, nessun assolo di chitarra strabordante shredding e sweep picking, nessun vocalizzo ai limiti dell'umano. Avevo a che fare con qualcosa di completamente diverso. Qualcosa di dannatamente nuovo. Trovai canzoni compatte, della durata massima di 4 minuti ciascuna, completamente prive di orpelli. Trovai melodie malate, avulse dallo stile della NWOBHM che i Dream Theater cercavano disperatamente di seguire in quegli anni (per loro stessa ammissione). Trovai un prodotto che non voleva stupire a tutti i costi, ma che voleva comunicare. Io, giovane imberbe vestito di nero, non ero ancora pronto a digerire una simile serietà. Di sicuro non con il 15/8 dei Dream che ancora mi ronzava nelle orecchie, no di certo.
Dovettero passare degli anni perchè il disco rispuntasse fuori dalla polvere della mia cameretta. Nel frattempo, una giovane e potentissima band di Seattle si era imposta sul mercato. Forti del loro (pseudo) debutto The Politics Of Ecstasy, guarda caso datato 1996, cominciarono a mietere vittime ovunque, sfornando killer album del calibro di Dreaming Neon Black (1999) e Dead Heart in a Dead World (2000). E solo allora realizzai. Cominciarono a riaffiorare ricordi di melodie dimenticate, di una certa attitudine teatrale, di una grande voglia di mandare messaggi e sensazioni rinunciando all'apparenza. Riascoltai gli Psychotic Waltz e li confrontai con i Nevermore. Compresi di aver sbagliato tutto. Realizzai di aver accantonato una band che all'epoca aveva già scritto la musica del futuro. In forma grezza, certo, soltanto un abbozzo dello stile che avrebbe fatto la fortuna della band di Seattle, ma pur sempre in maniera compiuta e sicura.
Ci sono gruppi musicali che nascono sfortunati. Gli Psychotic Waltz sono uno di questi. Il fatto stesso che la band si sia formata in seguito alla morte del padre del chitarrista, ha il sentore del presagio. Se ci aggiungiamo poi la paralisi alle gambe di Brian McAlpin, che gli ha sempre creato ovvi problemi logistici durante l'attività live, il quadro si fa più nitido. L'ultimo mortale macigno sulla testa degli Psychotic Waltz, è stato giacere all'ombra di band più fortunate ma meno innovative di loro. Alla fine del tour del 1997, sciolsero il gruppo. Non ebbero nemmeno il tempo di confrontarsi col sentiero che avevano già preparato molti anni prima. Sono qui per celebrare una grande band, ma soprattutto per non dimenticarla mai più.
We're bleeding.
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16
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Che dire. Una vetta nel progressive metal anni 90. 11 pezzi senza il minimo cedimento. Un capolavoro senza tempo. |
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15
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Band e album davvero sorprendentei, sono d’ accordo sul fatto che qui ci sia tutto tranne lo sfoggio tecnico/strumentale superfluo e fine se stesso.Pero’ a parte l’improbabile ( a mio parere) confronto con i nevermore, in sede di recensione qualche dettaglio in più sui brani contenuti in questo ottimo album ci stava. |
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14
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Molti gruppi ed artisti , vengono ricordati si in quanto seminali , potenti , stilosi , ecc. , ma si dimentica spesso , che la chiave del successo in qualsiasi campo artistico , e' essere al posto giusto nel momento giusto , soprattutto nel periodo storico culturale giusto . Il gruppo in questione a prescindere dalle sfortune personali di alcuni componenti della band , e' uscito con i primi 3 masterpiece 10 anni prima del dovuto, tutto questo non toglie la magnificenza nonché la bravura di questo gruppo da anni forgiato a fuoco nella mia mente con melodie ed una musicalità sconosciuta a più blasonati gruppi . |
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13
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@entropy: sì, forse i toni di MH era un tantino più pesanti  |
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12
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Anche io comprai questo album spinto dalla recensione di metal hammer ( Stefano pera forse il recensore) e anche io ricordo la frase da te citata ( ma forse era un tantinello più volgare). Anche io rimasi stranito al primo ascolto , perché non era certo il disco prof che mi aspettavo! Però ne rimasi al contempo rapito, melodie semplici e allo stesso stranianti... Ancora oggi un paio di ascolti l anno glieli do! Meraviglioso |
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11
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Recensione splendida e album molto interessante; anche se forse l'album e il gruppo nel complesso hanno un target non ampissimo, perché spesso chi ama il prog cerca anche sfoggio tecnico e lunghe sezioni strumentali. Sono in attesa del nuovo lavoro di questi signori, che è in composizione da tempo...chissà, magari entro la fine dell'anno lo pubblicano! P.s.: forse manca "Freedom?" nella tracklist, oppure era una B.T.? |
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10
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Scommettiamo che il voto scandaloso dei lettori è dovuto al fatto che il povero recensore ha "osato" nominare invano il nome dei DT? Vabbè, battute a parte. disco stupendo di un gruppo decisamente importante per il prog metal , da conoscere assolutamente per gli appassionati. 4 grandi dischi, esordio col botto. Ma se devo sceglierne uno è il secondo, non tanto per bellezza poiché il primo e forse neanche questo hanno nulla da invidiare, ma perché lo ritengo quello più importante. |
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9
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Beh il dischetto in questione l'ho acquistato anche io ai tempi. Il disco era davvero buono, la cover era azzeccata, ma troppo tosto all'ascolto, anche per chi masticava di DT, Cynic & co. Bello ma troppo tecnico e freddo. Ma lo rispolvererò |
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8
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@Mickelozzo: i punti in comune con i Nevermore, come spiegavo nella recensione, sono la forte attitudine teatrale del cantante, ed il modo di costruire le scale melodiche dei pezzi. |
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7
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Dopo aver letto questa rece, mesi fa, mi son deciso a riscoprire questo gruppo. Dico solo che adesso ho tutti (4) i loro album originali! Voto 93 ci sta tutto. ... pero`, grazie a mio fratello, quando ancora stavo con i miei avevo in casa anche diversi album dei Nevermore (The Politics Of Ecstasy, The Obsidian Conspiracy, Dead Heart In A dead World, Dreaming Neon Black) e saro` ottuso ma, sinceramente, che c'entrano??? Piuttosto ci vedrei somiglianze con gli Spiral Architect. |
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6
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Eh già...bella recensione,mi riporta indietro a quegli anni un po oscuri del metal soffocato e impoverito dall'overdose di grunge in cui quest'album mi folgorò letteralmente!grandi e sfortunatissimi  |
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5
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Io li ho visti ( e ascoltati) per la prima volta al Viper di Firenze, dove aprivano per Nevermore e Symphony x, e devo dire che mi hanno davvero colpito. Ottima Band!!! |
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3
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Che poi a me questa recensione piace più della band stessa. |
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2
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Ci puoi contare  |
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1
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Sette marzo, Milano, Alcatraz. Ci vediamo là. |
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INFORMAZIONI |
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Bullet Proof/Music For Nations
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Tracklist
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01 - Faded 02 - Locust 03 - Morbid 04 - Bleeding 05 - Need 06 - Drift 07 - Northern Lights 08 - Sleep 09 - My Grave 10 - Skeleton
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Line Up
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Phil Cuttino - Bass Dan Rock - Guitars Norm Leggio - Drums Brian McAlpin - Guitars Buddy Lackey - Vocals
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