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Abigail Williams - In The Shadow Of A Thousand Suns
( 3600 letture )
Dopo Legend, un’EP degno di nota che aveva già fatto notare le capacità di questa ottima band, gli Abigail Williams tornano prepotentemente a farsi sentire con il loro primo full-lenght, In The Shadow Of A Thousand Suns.

Già solo guardando l’artwork del CD, che presenta anche il nuovo logo, è evidente che c’è stato un cambiamento per questa symphonic black metal band statunitense: infatti, ci si accorge subito di un affinamento musicale in generale che si manifesta con un sound freddo al punto giusto, linee vocali ben studiate e tastiere ottimamente utilizzate; e proprio su quest’ultimo aspetto varrebbe la pena soffermarsi un attimo. La bella Ashley - keyboardist della formazione - oltre ad essere indubbiamente affascinante, ha anche grandi capacità compositive che sfrutta al meglio all’interno di quest’album decorandolo dall’inizio alla fine con le sue dolci note, prevalentemente di archi e pianoforte, senza disdegnare però l’uso di effetti più “moderni” e sintetizzati. L’opener I è la massima espressione di cotanta bravura: un’intro breve, ma capace di proiettarci immediatamente e nel modo migliore “nell’ombra dei mille soli” attraverso quelle sinfonie e atmosfere quasi magiche che caratterizzeranno l’intero CD. Non raramente si incontreranno melodie profondamente dolci, soprattutto di pianoforte, che si contrappongono all’acido scream del vocalist ed agli instancabili tempi di batteria in blast-beating.

In linea di massima le canzoni scorrono senza grossi problemi dimostrando una buona tecnica musicale e compositiva. Le tastiere, come già detto, la fanno da padrona mettendo un po’ in secondo piano la sezione chitarristica, un po’ limitata a dirla tutta nonostante le apprezzabili (ma rare) ritmiche stoppate ed alle incursioni melodiche in puro stile USA.
Non ho trovato episodi in particolare che prevalgano sugl’altri se non A Semblance Of Life, piacevole intermezzo di pianoforte con sottofondo sinfonico - e The Departure, traccia finale caratterizzata da tempi lenti, una bella parte di voce pulita che puo’ in qualche modo ricordare i Cynic, ed un dolce outro che vede per l’ennesima volta il pianoforte come protagonista e gli archi come comparse sul palcoscenico.

In conclusione, con questo debut album i nostri ci propongono qualcosa che tutto sommato si è già sentito in band quali Dimmu Borgir, Emperor o Dragonlord, niente di nuovo in realtà; d’altro canto melodie e scelte stilistiche particolari permettono a questo album di avere una propria personalità che lo distinguono da altri. Peccato per qualche piccola “falla” quali le voci pulite in A Thousand Suns, quasi forzate e sintomo dell’influenza della scena metal americana e scelte a volte un po’ banali a livello di riffing.



VOTO RECENSORE
75
VOTO LETTORI
38.71 su 21 voti [ VOTA]
GioMasteR
Martedì 21 Settembre 2010, 10.58.19
1
Un disco prezioso, brani come Acolytes dovrebbero far riflettere molte delle band in questo settore che ormai navigano nella decadenza senza idee innovative. Qui troviamo una band fresca che passa da una specie di metalcore dell' EP ad un black sinfonico di qualità, dove le tastiere fanno da padrone ma nemmeno le chitarre scherzano. Magari ce ne fossero di più di band a questi livelli..
INFORMAZIONI
2008
Candlelight Records
Melodic Black
Tracklist
1. I
2. The world beyond
3. Acolytes
4. A thousand suns
5. Into the ashes
6. Smoke and mirrors
7. A semblance of life
8. Empyrean into the cold wastes
9. Floods
10. The departure
Line Up
Ken Sorceron - voce, chitarra
Ashley "Ellyllon" Jurgemeyer - piano, tastiere
Plaguehammer (Tommy Haywood Jr.) - basso
Bjornthor (Bjorn Dannov) - chitarra
Samus (Sam Paulicelli) - batteria
Matt Brown - chitarra
 
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