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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Suspyre - When Time Fades
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( 5840 letture )
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Solitamente, per un semplice amanuense della causa metallica (come il sottoscritto), descrivere un “capolavoro” risulta abbastanza facile. Non questa volta però, non con questo album. Trovare parole per un lavoro di siffatta bellezza risulta abbastanza difficile. Probabilmente, anzi sicuramente, si ha paura di non rendere giustizia ad un disco di natura (quasi) panteistica. In un certo senso, si ha paura di “deturpare” l’opera con le parole, giacché l’unica azione che rende piena giustizia a When Time Fades… è ascoltare non leggere.
Fatte le dovute premesse, passiamo a presentare i Suspyre. Questo combo statunitense nasce nel 2001, ma solo nel 2005 riesce a dare alla luce il primo album, The Silvery Image. Col debutto ottengono dei buoni risultati, ma riescono ad ottenere l’attenzione dei media col secondo album, A Great Divide, pubblicato l’anno scorso. Il disco si era, giustamente, imposto all’attenzione della critica per la sua ottima vena compositiva ed esecutiva. Siamo arrivati ai giorni nostri con When Time Fades… che è, a conti fatti, la migliore espressione artistica dei cinque del New Jersey. Attenzione allo stato di provenienza, perché è proprio una band conterranea dei Suspyre ad esserne una delle muse ispiratrici. Stiamo ovviamente parlando dei Symphony X. Rossetti e co. sembrano aver imparato per bene la lezione dei docenti Romeo e soci, e sembrano, allo stesso tempo, in grado di portarne avanti il discorso in maniera, quando più, quando meno, autonoma. Altra “lezioncina” che i nostri scolaretti sembrano aver letto con molta attenzione è quella dei Dream Theater. Anche in questo caso, i cinque dimostrano una rara capacità di songwriting, riuscendo a dare un’impronta personale ad ogni singolo pezzo; merito soprattutto delle orchestrazioni classiche della tastiera e delle frequenti, e calzanti, incursioni del sassofono di Rossetti. La parola chiave è dunque ispirazione, non derivazione.
Il disco si apre con l’eco di una chitarra che sembra arrivare da lontano, dico sembra perché di lì a poco la carica di Possession esploderà in tutta la anima prog metal con la grazia di un pachiderma anziché di un sospiro. Da evidenziare l’ottima produzione; il disco mostra gli artigli quando ce n’è bisogno e li ritrae nei momenti più “soft”. Partenza in pieno stile neoclassico per Evolutions, altro assalto prog alle vostre orecchie. Si prosegue su livelli eccelsi con Lighted Endrhyme. Il pezzo parte con un fitto “botta e risposta” di chitarra sul cui sfondo si stagliano orchestrazioni classiche (leitmotiv dell’album) che non distolgono l’attenzione dell’ascoltatore dall’ottimo lavoro delle due asce Rossetti e Skibinsky. La canzone continua con l’alternanza di un prog metal tiratissimo e le orchestrazioni di tipo classico.
Furia tecnica inarrestabile quella di Maniac Main Point Check. Due minuti scarsi di tecnica. Fin qui l’album è stato davvero ottimo, ma con il pezzo successivo, i Suspyre “alzano ancora l’asticella” e saltano verso quel Capolavoro che risponde al nome di Siren (One Last Breath). Dieci minuti e quindici secondi di autentica, genuina e cristallina Arte, nel senso più puro della parola. Come un pugile, continuano a tenerci alle corde col piglio progressivo della seguente Reign arricchita, proprio come la precedente Siren, da un ritornello divino. Riffing roccioso senza perdere mai d’occhio la melodia. A metà pezzo, da segnalare un passaggio in folk-style; un diamante incastonato nel filo spinato. Fallen Stars è il lato più intimista e dolce dei Suspyre. Una canzone acustica in cui Clay Barton recita il ruolo di protagonista assoluto. Una prova maiuscola del cantante per tutto il disco; un nome nuovo nel panorama metal. Le suggestioni acustiche echeggiano ancora nelle casse quando parte un riff acidissimo che introduce uno dei pezzi più “tosti” e veloci del lotto, A World With No Measures. Passaggio da brividi in coda al pezzo. Classe allo stato puro signori, di questo si tratta. Concetto che viene ampliamente ribadito con la successiva The Light Of The Fire, ancora una volta, scusate la ridondanza, fantastico. Incipit lento con Barton che gioca pericolosamente con la sua voce vicino al “cane che dorme”. Detto fatto, la “bestia” si scatena in tutta la sua ira, con la piccola differenza che questo cane non abbaia e morde pure. Lascia davvero il segno. Refrain che da più di un mese mi gira in testa e non sembra volermi abbandonare. Pazienza, mi lascerò “violentare” ancora.
Apparitions è un altro fulgido esempio di quello che sono i Suspyre, e quello che dovrebbe essere oggi, aggiungo io, il progressive metal: un vulcano pieno di lava che esplodendo catapulta in aria una pioggia di detriti piroclastici impazziti. Chiude questo strepitoso album un’altra perla colta dalla più virginea delle ostriche, Let Freedom Ring (The Heart Of It All). Ulteriori dieci minuti di un collage di violenza, melodia e pura attitudine progressiva. Ancora una volta, il collante è il ritornello, per cui ho davvero finito gli aggettivi. A metà pezzo i Suspyre giocano addirittura a fare i Meshuggah. Un piccolo tributo. Emozionante come pochi l’assolo di chitarra acustica a ridosso dell’epilogo del pezzo. Date un’occhiata anche ai testi dell’album. Ricercati e mai banali, soprattutto l’ultimo del lotto, una riflessione sugli Stati Uniti.
Semplicemente l’album dell’anno. Questi settantadue minuti di musica sono un lampo a ciel sereno nel panorama progressive mondiale, da cui l’intero movimento deve trarre nuova linfa vitale.
Devo, a questo punto, avvertirvi del fatto che l’album avrà bisogno più di un qualche distratto ascolto per entrarvi in testa. Non è un disco per le “masse”, bensì un platter per pochi eletti che sapranno scoprirne i più reconditi segreti.
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Comunque i Candlessman c' entrano davvero poco in questo contesto. a volte bisognerebbe ponderare meglio i commenti, parlare di meno ed ascoltare di piú. |
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Rarissimo trovare band di questo calibro, che sappiamo unire melodia e tecnica in un unico fantastico calderone. Chapeau. Siren é semplicemente DIVINA. Musicisti favolosi. Concordo con il voto. |
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@Amico del prog,,,, dove sta il prog? |
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la rece ed i commenti destanto sicuramente un certo interesse intorno all'album, sebbene ascoltando 'a great divide' il paragone con dei mostri sacri come i Symphony e i Dream nn mi sembra ammissibile, almeno per quel disco |
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Capolavoro; raro trovare un album che non ti stanca, dopo diversi mesi di ascolto. |
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Grazie mille Simone!  |
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Album stratosferico. Grandi giri di tastiera, ottimi riff, voce importante e particolari richiami stilistici in ogni canzone. Rece spettacolare. 90. |
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MAMMA MIA CHE BAND!QUESTI FANNO ARROSSIRE ANCHE I DREAM THEATRE!TUTTE LE COMPOSIZIONI SONO MAESTOSE E NON SAI MAI DOVE ANDRANNO A PARARE NOTA DOPO NOTA.GRANDI! |
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Impressionante. Finalmente qualcosa di livello nel marasma di band copia-incolla del prog-metal degli ultimi tempi. Speriamo che, al pari dei grandissimi Myrath raggiungano un buon successo di pubblico, perchè lo meritano incondizionatamente. |
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Lo sto ascoltando... in effetti credo che avrò bisogno di ascoltarlo un bel po' ancora, soprattutto perchè io sono una delle persone più distanti dal prog però si sente che c'è tanta classe dietro |
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Guardate che i Suspyre sono su livelli assoluti... TUTTI i loro album... qualità ad occhi chiusi. Trovate tutti e 3 i cd a meno di 7 euro su internet; fatevi un regalo... |
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Rob sono sicuro che quello dei Suspyre sia un ottimo album tra un pò lo ascolterò e ti dirò la mia ... |
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Dalla media... noto con amarezza... che c'è sempre qualcuno che non ha niente di meglio da fare che mettere 1 a tutti gli album... |
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simpaticamente,ho voluto esasperare la "leggera" confusione di Maurizio (non ti arrabbiare) in merito ai grandi Candlemass. Tornando ai Suspyre, disco veramente di pregio. |
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Contattato Paolo Meneguzzi come nuovo cantante per la famosa band keniota Candlemass.Il gruppo suonerà percuotendo alcune anziane a livello nuca con grosse radici di baobab. |
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Thom ti piace solo Let Freedom Ring???? |
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Bè... se sono i Candlemass che conosco io.... esiterei un pochetto a definirli black.... |
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veramente ok, mi piace la voce, forte e immersa nel sound, grande prog, mi ricordano per alcuni momenti un gruppo black svedese, i candlemass, a proposito ma che fine hanno fatto. |
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Let Freedom Ring è molto bella |
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Ce l'ho per le mani... devo ascoltarlo un po' e poi ti dico  |
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Gracias Niko... ti conviene davvero ascoltarlo, è un discone!!! |
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Rece davvero splendida! Il disco non l'ho ascoltato ma rimedierò sicuramente! |
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anche solo dal primo ascolto il disco rende alla grande. In Fallen Stars fanno capolino pure gli Opeth più rilassati. Amanti del prog,ascoltate Roberto e fate fostro questo cd. |
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Ottimo disco, ma le influenze di Romeo & C sono fin troppo evidenti (come nel caso dei Myrath). |
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Thx Boss... Mi raccomando, fammi sapere cosa ne pensi poi... però non fermarti ad un primo ascolto  |
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Cavolo Rob bella recensione. Devo ascoltarli per forza |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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01. Possession 02. Evolutions 03. Lighted Endrhyme 04. Maniac Main Point Check 05. Siren (One Last Breath) 06. Reign 07. Fallen Stars 08. A World With No Measures 09. The Light of the Fire 10. Apparitions 11. Let Freedom Ring (The Heart of It All)
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Line Up
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Clay Barton - lead and backing vocals Andrew Distabile - bass Gregg Rossetti - guitars, fretless bass, Chapman Stick, tenor saxophone, alto saxophone, tenor viola de gamba Rich Skibinsky - guitars, mandolin, bass, other percussion Charlie Zeleny - drums Guest musicians: Rob Cross (backing vocals on track 3) Christi D’Amico (keyboards and piano) Trisha O’Keefe (female vocals on tracks 3 & 5 ) www.suspyre.comwww.myspace.com/suspyre
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RECENSIONI |
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