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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Rust Requiem - Migrationis Obscura Aetas
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( 2951 letture )
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La registrazione che mi appresto a presentarvi è un'opera concettuale sulla spiritualità umana, della sua forza e della sua fragilità, un iter intrinseco verso il limbo auto creato dalla coscienza collettiva ed individuale [...]: semplicemente è specchio dell'errore o della verità assoluta propria dell'uomo e del suo essere Dio quanto insignificante terra o escremento.
Con queste enigmatiche parole si apre l'info-sheet allegato a questo Migrationis Obscura Aetas, prima opera della black metal band – ma vedremo più avanti come questo termine non basti a classificarla - Rust Requiem, dietro al quale si nasconde in realtà la sola figura di Ianvs, impegnato a suonare tutti gli strumenti nonché a scrivere i testi, i quali assumono un'importanza fondamentale nel quadro complessivo, come intuibile dalle frasi riportate in testa alla recensione.
Le liriche, tra l'altro interamente in latino, le atmosfere, le soluzioni stilistiche scelte da Ianvs acquistano infatti un significato compatto e compiuto solo se visionate nel loro insieme (per quanto la mancanza di un booklet allegato coi testi renda quasi impossibile la loro comprensione), in quanto tutto il disco è un lunghissimo – oltre un'ora di running time – viaggio in atmosfere claustrofobiche ed opprimenti, create da chitarre ultra-distorte – anche oltre i limiti del black, finendo per sconfinare in un misto di sonorità doom/ambient – nonché dalla quasi totale assenza di una batteria, se non fosse per un sottile sottofondo che fa la sua timida comparsa in alcuni punti.
Le canzoni sono per la maggior parte di lunghezza notevole, e la sensazione è che non debbano mai finire, a causa dell'incedere lento e pesantissimo, assolutamente privo di qualsiasi velleità ritmica – almeno nella maggior parte dei pezzi – accompagnato ad una linea vocale talvolta appena sussurrata e talvolta più canonicamente in scream. Avrete insomma capito che non si tratta di un disco di facile ascolto e prevedibile, quanto di un'opera complessa e ricca di sfumature dark/ambient .
Passando però ad un ascolto più approfondito, o anche solo andando oltre i primi, saltano all'attenzione dell'ascoltatore diversi punti deboli che minano pesantemente la qualità dell'album. Anzitutto non è raro, durante la riproduzione, trovarsi di fronte ad idee esasperate, le cui radici si trovano spesso nella tradizione suicide/depressive black metal, ma i cui canoni sono portati alle estreme conseguenze, senza però centrare l'obiettivo di aumentare la sensazione di angoscia che permea il platter, quanto quello di portare gli ascoltatori ad interrogarsi sulle intenzioni di Ianvs, che sembra quasi voler aggiungere senza ritegno al suo sound questa patina oscura, forzando schemi che avrebbero invece fornito eccellenti risultati se adoperati con moderazione; così infatti, mentre l'opener Numquam e una grandissima parte della successiva Per Patefactionvm Vallem risultano presto noiose e quasi indigeste all'ascoltatore, pezzi come la seconda metà di Volvntatis Pvtredo, Mens In Limo Incidit risultano piacevoli e ben orchestrati, e la suddetta traccia risulta forse la migliore del lotto, come buon esempio di black metal accostato a sonorità funeral (e qua, ammettendo la mia scarsa conoscenza in molte branche del doom, spero di non aver affermato un'eresia).
Quasi tutte le altre tracce risultano purtroppo affette dallo stesso morbo: Falsorvm Liberatorvm Tvrris è paurosamente lunga e l'esasperata reiterazione di passaggi poco convincenti gli conferiscono l'impressione di mancare di una vera e propria struttura, che ne rende difficilissimo l'ascolto per intero; Terror, Terrores torna su livelli accettabili, e a fronte di una sezione iniziale abbastanza simile a quanto sentito in tutta la prima metà del disco, troviamo una curiosa e piacevole, anche se eccessivamente lunga, sezione vagamente melodica e un finale più old school, veloce ed aggressivo (uno simile concludeva la già citata Per Patefactionvm Vallem), anche se fanno la loro comparsa alcuni effetti (o si tratta di campionamenti elettronici?) davvero fuori luogo; le conclusive Aeqvvs Animvs, Viva, Rvina, Perversa Vita e Semper riassumono quanto detto finora, ma la prima è fortemente penalizzata ancora una volta da una lunghezza eccessiva in proporzione alle soluzioni adottate all'interno di essa, mentre l'ultima è davvero strutturalmente troppo simile a Terror, Terrores per permettere al disco di risollevarsi in chiusura.
Non è facile pronunciarsi su questo primo disco dei Rust Requiem: è evidente da parte di questa one-man band la voglia di produrre qualcosa che sfugga alla banalità di tante band black metal, e la ricerca di un sound complesso e destinato a pochi “eletti”. Ma è proprio l'esasperazione di tale ricerca a rappresentare il più grosso punto debole della band: come si può essere banali seguendo pedissequamente le orme altrui, così lo si può essere andando alla ricerca dello sperimentalismo ad ogni costo e dell'essere alternativo senza compromessi. Alcuni momenti dark sono indubbiamente di buon livello, fintanto che si mantengono nella norma, così come sono presenti alcune sfuriate old-school discretamente eseguite. Nessuno chiede alla band di rinunciare alle proprie idee, ma esse possono essere coltivate anche senza risultare così prolissi.
Per adesso rimandati, ma con un occhio di riguardo!
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Unico neo la durata, forse globalmente eccessiva,ma l\'insieme è ottimo. Black metal concettuale con intimismo depressivo e aperture ambient,che eleva la proposta su livelli eccelsi. Project che mi piace molto. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. NVMQVAM 2. PER PATEFACTIONVM VALLEM 3. VOLVNTATIS PVTREDO, MENS IN LIMO INCIDIT 4. FALSORVM LIBERATORVM TVRRIS 5. TERROR, TERRORES 6. AEQVVS ANIMVS, VIVA, RVINA, PERVERSA VITA 7. SEMPER
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Line Up
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Ianvs - All instruments and vocals
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RECENSIONI |
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