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Belladonna - The Noir Album
( 4004 letture )
Nonostante abbia in mano l’album da parecchio tempo ho aspettato un bel po’ prima di decidermi a scriverne, e l’ho fatto perchè, una volta tanto, ho voluto adottare un comportamento leggermente politically scorrett - questa fate finta di non averla letta – e di andare a leggere prima qualche altra recensione in merito, ciò per verificare se alcune mie previsioni si fossero avverate, cosa che puntualmente si è verificata.
Intanto rilevo che in molti non conoscevano nemmeno la band, (gettonatissimo l’accostamento allo storico singer degli Anthrax, Joey Belladonna), ciò a dispetto di una popolarità cresciuta in maniera esponenziale tramite Myspace prima e numerosi articoli della grande stampa mainstream e non dopo, e soprattutto nonostante l’accordo raggiunto per affidare la produzione del disco a Sylvia Massy, (Tool, System of a Down tanto per citare due nomi tra tanti); poi per l’accostamento a mio avviso errato al Goth, infine per le critiche alla produzione della Massy con puntualizzazioni quasi farneticanti circa la resa acustica del lavoro.

Su questo ultimo punto non intendo dilungarmi molto in sede di recensione giacchè io e Dany ne abbiamo parlato diffusamente durante l’intervista che leggerete più in là e che fa tabula rasa di molte delle critiche in questo senso in una maniera che non ammette repliche; sulla non conoscenza della band nemmeno, dal momento che non esiste una legge che obbliga a conoscere tutti i gruppi esistenti su piazza e che, partendo da questo assunto, il qui pro quo di cui al paragrafo precedente può anche essere compreso, ma sull’altro qualcosa vorrei dire, e sarò breve:
è mai possibile che quando una band propone una singer donna deva – se non chiaramente appartenente ad un genere palesemente differente – essere necessariamente accostato al Gothic anche se la timbrica di Luana è lontanissima dagli stilemi di quella corrente?
Perché a me pare che l’album – ed in generale la band – possa essere accostata più al noir nel senso cinematografico-visual-letterario del termine, (mi vengono in mente Poe e Polansky), come per altro da titolo, e non prettamente al Goth, né per atmosfere, né per look, né per attitudine in generale anche se qualche punto di contatto esiste, ma ad esempio mancano totalmente i cori e coretti vari che fanno tanto Gothic-Style e che spesso servono solo a fare un po’ di fumo, ed in generale – e mi riallaccio al discorso produttivo – mancano malizie di qualsivoglia fatta per distrarre dall’ascolto, ma di questo, lo ripeto, parleremo durante l’intervista.

Fatta questa premessa andiamo alla recensione vera e propria: chi non conosce il gruppo e si aspetta, appunto, il solito Goth più o meno esasperato resterà deluso, ciò in quanto il rock proposto dai Belladonna punta tutto non sull’impatto – da questo punto di vista anzi il disco è ben più vicino al Rock in generale che al Metal così come lo intendiamo, anche se Dani ha dei trascorsi specifici nel settore che i nostri lettori più attenti già conosceranno – basando invece la propria raison d’etre su una nera carica erotica che trasuda da tutti i pezzi, tutti molto semplici nella loro costruzione, che al primo ascolto passano via quasi senza lasciare traccia, innocui e “lisci”, per poi salire con l’aumentare degli ascolti, ciò a patto di porsi all’ascolto di The Noir Album col giusto mood: un mood languido, sessuale, a volte morbido, a volte romantico, a volte prepotentemente basico e sudato, alcolico ed in reggicalze, animalesco, Rock!

I vari pezzi sono tutti di qualità omogenea, brevi, e passano da parti più sussurrate ad altre più “bastarde” e stradaiole, sempre in bilico tra la chitarra irriverente di Dani, la voce seducente e calda di Luana ed il lavoro della sezione ritmica Tam/Alex e del piano di Alice, trovando forse i suoi momenti migliori in Alchemical Romance, Love me Till I Die, Phoenix Rising, Lust Never Sleeps, e Pure Belladonna.
E’ altamente probabile che il disco avrà maggior successo negli USA che non in Europa ed in particolare in Italia, e ciò indipendentemente dal discorso Massy-incisione negli Usa, ma i Belladonna sono comunque una band da seguire, non fosse altro che per il successo che si apprestano ad ottenere, cosa rarissima per un gruppo di provenienza nazionale e che potrebbe forse portare attenzione sulla realtà musicale Italiana.





VOTO RECENSORE
75
VOTO LETTORI
37.21 su 23 voti [ VOTA]
Raven
Venerdì 6 Marzo 2009, 11.17.47
2
Ti ringrazio
Andrea
Venerdì 6 Marzo 2009, 11.14.48
1
finalmente qualcuno che sembra capirci qualcosa! io, da appassionato di female vocals tout-court, nei generi che mi piacciono ovviamente, non faccio altro che ripetere sempre le stesse cose, una serie di punti con cui non voglio annoiare nessuno in questa sede, ma ho sempre l'impressione che siano parole buttate al vento! come pisciare controbora, come si dice dalle mie parti... io ho scoperto i belladonna in tempi non sospetti, appena avevano completato il debut che ordinai subito e fu amore a prima vista! nonostante non ami particolarmente tutto il rock (perchè di rock si parla qui, non certo di metal o che altro, se vogliamo escludere una buona vena folk-cantautoriale), oltretutto... ricordo che riguardo a luana avevo scritto loro accostando il suo approccio alle vocals a quello di nina hagen o francesca nicoli, per fare due nomi a caso, cosa che venne apprezzata molto! insomma, complimenti per questa bella e "acculturata" recensione: ci voleva!
INFORMAZIONI
2009
Venus Records
Rock
Tracklist
01. Alchemical Romance
02. Love Me Till I Die
03. Phoenix Rising
04. Till Death Do Us Part
05. A Manhattan Tale
06. My Golden Dawn
07. Holy Flame
08. What Lies Within
09. Lust Never Sleeps
10. The Best Tears of Our Lives
11. Pure Belladonna
Line Up
Luana: vox
Dani: gtr
Alice: piano
Tam: bass
Alex: drums
 
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