|
27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
|
|
|
( 8071 letture )
|
I Sentenced per i loro fan, tra i quali si annovera a pieno titolo anche il sottoscritto, rappresentano (badate bene il tempo verbale) croce e delizia. L’amarezza e la malinconia tipica delle loro lande per ciò che è stato, poteva essere e non sarà più, e la sublimazione di un'arte che in pochi hanno saputo trasmettere con così travolgente emozionalità e al contempo semplicità. La tragica scomparsa di Miika Tenkula è paradosso fatale delle vicende della band di Oulu, vittima da sempre dei propri eccessi: arrivare a sacrificare il più grande amore della propria vita, la musica, per preservare l’integrità degli uomini, salvo poi piangere a distanza di pochi anni colui che da sempre ne era il cuore pulsante, adagiatosi tra le infide braccia delle proprie debolezze per via di un abbandono forse mai interamente condiviso. Ma qualsiasi pubblica orazione in memoria di un artista e della sua creatura, i cui destini beffardamente si fondono nel momento dell’addio, non avrebbe reso onore ne aggiunto merito all’opera di entrambi: essa rimane attraverso le epoche, e più che mai vive nelle testimonianze e nella passione di coloro che ne condividono l’intesità travolgente del ricordo senza soffrirne la malinconia.
Crimson sta ai Sentenced come Kubla Khan sta a Coleridge, come la Notte Stellata sta a Van Gogh, come tutte le più grandi opere dell’arte passata e contemporanea rappresentano senza ombra di dubbio alcuna i loro creatori, essendone alla stessa maniera apice e manifesto. In esso ritroviamo tutto il loro universo: dallo humor nero - troppe volte scambiato da modesti funzionari del giornalismo musicale per incitazione al suicidio – ad un amore impetuoso e mal riposto, dal rabbioso disinganno di fronte alle illusioni della vita ad un lume di speranza che dia “una ragione per vivere ancora un altro giorno”, passando attraverso mille stati d’animo, mille emozioni, un turbine di fascino e passione in cui la musica avvolge, riempie, collima tutto ciò che la circonda.
La poesia di Bleed In My Arms invita ad accogliere la natura esclusivamente umana del peccato, rifiutando la ricerca di una perfezione artefatta, mentre Home in Despair ci ricorda quanto nella depressione persista una forte componente d’autocommiserazione. Fragile, disperata richiesta d’aiuto purtroppo mai raccolta del suo autore, insegna nella sua sincerità quanto possa essere pericoloso sentirsi inadeguati;No More Beating As One disegna i confini di un amore troppo presto passato dalle fiamme ardenti alla cenere, lasciando il testimone ad una Broken che fa dell'io l’oggetto, la finalità ultima del divenire dell’essere, per quanto la ricerca sia messa costantemente in dubbio dalle difficoltà del percorso.Killing Me, Killing You è il canto del cigno, l’ultimo soffio d’umanità prima dell’addio, seguita dalla “pagana” Dead Moon Rising, figlia di un’unione d’amorosi sensi tra l’uomo e la natura. The River con il suo incedere lento ed inesorabile da l’idea della nostra impotenza di fronte allo scorrere del tempo, seduti sulle sue rive di un fiume le cui acuqe torbide ci rendono incapaci di coglierne la profondità. One More Day ne è splendido contraltare, la speranza che il domani regali qualcosa di migliore, sempre che chi lo desidera sia pronto ad andarci incontro senza compromessi. With Bitterness & Joy e la conclusiva My Slowing Heart sono unite nella fine, inscindibili nel loro preannunciare l’epilogo e tracciarne le pulsioni nel fisico, nel cuore e nella mente. Il quadro tematico di Crimson è impreziosito dal lavoro di Miika Tenkula e Sami Lopakka, abili nel dipingerne le tonalità ora con furore, ora con desiderio: ai due chitarristi, vere fonti creative della band, va riconosciuta la capacità ineguagliabile di scegliere per ogni situazione il giusto feel, come nel vibrante assolo di Tenkula in With Bitterness And Joy. A Vesa Ranta e Sami Kukkohovi il merito di non svuotare mai di sostanza il canovaccio seguito dalle chitarre, imponendo la loro presenza senza mai sovrastare alcuno. Ma è nella voce di Ville Laihiala che i tormenti dell'animo trovano la loro massima espressione. In essa le note sono dubbio e consapevolezza, impulso e razionalità, manifestazioni di un artista che non si limita ad eseguire, ma impersonifica uno dopo l'altro tutti i personaggi in cerca d'autore ritratti dalla penna di Lopakka, principale lyricist del gruppo.
Esiste in chi scrive la tentazione di considerare Crimson universale nel suo messaggio, nella sua costruzione, nella sua integrità. Ma ciò che si ritiene, a torto o ragion veduta non sta a noi stabilirlo, straordinario nella sua summa teologica deve assolutamente trascendere dalla discussione ed assurgere a quella dimensione unicamente intima che solo l’incanto del ricordo può avere dentro ciascuno di noi. Per questo, legare ciò che penso, ciò che respiro... ciò che amo di quest’album alla nuda e asettica forma di un numero sarebbe un’oltraggio alla memoria la cui paternità non potrei sopportare.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
7
|
Band mitica che continuo tutt\'oggi ad ascoltare, fra le mie predilette di ogni epoca. Ho notato che l\'ultimo commento risale a più di 10 anni fa, mi dispiace constatare che molti l\'abbiano dimenticata, che i più giovani nemmeno conoscano i Sentenced purtroppo...quando hanno deciso di dire stop, lo hanno fatto in grande stile, con un annunciato ultimo album e un lungo tour celebrativo di oltre 10 date esclusivamente nella loro natia Finlandia, lo hanno fatto all\'apice della loro popolarità, incuranti del music business, a differenza di quell\'efebo di Ville Valo e il suo gruppetto da due soldi. Hanno deciso di chiudere definitivamente così, non si è più parlato di improbabili reunion, concerti celebrativi o altre cazzate simili nonostante fossero fra i migliori nel loro genere. Qualcuno dovrebbe prendere esempio dalla loro coerenza e lealtà verso il nome e la storia della band. |
|
|
|
|
|
|
6
|
Complimenti per la recensione perché penso sia un tributo grandioso alla band ed alla memoria di MT. In questo album si sente tutta la malinconia del decennio appena trascorso (i 90') ed è probabilmente anche dove il povero Miika inizia ad avere i primi problemi seri di salute... Vorrei ricordare anche il bellissimo video di Killing Me Killing You, la prova che essere romantici non significa per forza essere dei bambocci. |
|
|
|
|
|
|
5
|
"Un oltraggio" senza apostrofo, per pietà. |
|
|
|
|
|
|
4
|
ascoltare questo cd e pensare che erano partiti con un black/death metal veramente tosto fa un po' strano comunque album carino 50 |
|
|
|
|
|
|
3
|
Ottimo album. La mia parte preferita va da Broken fino a With Bitterness and Joy. The River è stupenda. Per me è da 85-90 |
|
|
|
|
|
|
2
|
Recensione divina x un album divino... |
|
|
|
|
|
|
1
|
Recensione assolutamente meravigliosa: non ho mai sentito l'album ma domani giuro che me lo compro. Ad occhi chiusi! |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. Bleed in My Arms 2. Home in Despair 3. Fragile 4. No More Beating as One 5. Broken 6. Killing Me Killing You 7. Dead Moon Rising 8. The River 9. One More Day 10. With Bitterness and Joy 11. My Slowing Heart
|
|
Line Up
|
Ville Laihiala: voce Miika Tenkula: chitarre Sami Lopakka: chitarre Sami Kukkohovi: basso Vesa Ranta: batteria
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|