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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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VelvetSeal - Lend Me Your Wings
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( 2856 letture )
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Un po' di freschezza nel cosiddetto symphonic female fronted metal è chiedere molto? A quanto pare sì: l'ultima release ad aver dato un sonoro scossone agli stantii stilemi del suddetto genere, che io mi ricordi, è stata il debut album dei Nemesea del 2007 (disco innovativo anche e soprattutto sotto l'aspetto della produzione, ma questa è tutta un'altra storia). E purtroppo, nel caso in cui tu sia un giovane gruppo al debutto che malauguratamente decide di cimentarsi in un genere oramai saturo e parecchio inflazionato, ed i VelvetSeal lo sono, per riuscire ad emergere dal marasma i casi sono due: potresti rimanere ben saldo ai canoni infischiandotene dell'originalità, a condizione però di scrivere il disco della vita; oppure potresti intraprendere la strada dell'innovazione e dell'originalità, senza comporre musica di livello necessariamente eccelso, ma in grado comunque di far spostare di un tantinello in avanti l'ago dell'evoluzione musicale del genere. Detto questo, i VelvetSeal, ungheresi con alle spalle solo una demo risalente al 2007, non soddisfano né l'una né l'altra condizione, andandosi a piazzare in quella nicchia di mercato appetibile solo agli hardcore supporters del genere.
Come avrete capito il gruppo in questione è dedito ad un metal sinfonico dal cantato femminile, arricchito da una caratterizzazione dark/gothic (più nelle liriche in effetti che nella musica). Mid tempo costruiti su robusti riff quindi, conditi in salsa orchestrale e sostenuti da tappeti sintetici (ad opera dello stesso chitarrista e principale compositore Csabee). Ad addolcire il tutto svetta la voce pulitissima di Gabriella: quest'ultima non ha un'impostazione operistica (fortunatamente) e, seppur dotata di un timbro piuttosto particolare, non riesce a dare una forte caratterizzazione ai pezzi; la sua è una prestazione monotona ma la qualità vocale c'è, la bella ungherese avrebbe dovuto osare di più. Il vero dramma di Lend Me Your Wings risiede però altrove: ciò che salta subito all'orecchio di un ascoltatore con un minimo di background a riguardo sono la pressapocaggine e la mediocrità delle composizioni. Gli arrangiamenti non sarebbero neanche male ma non c'è un singolo pezzo in grado di strappare consensi, un singolo passaggio in grado di far scorrere brividi lungo la schiena... Niente. Tutto fila liscio e ben eseguito ma terribilmente insipido, non comunica niente, non emoziona, quasi imbarazza in alcuni casi (il refrain di Desperati la dice lunga in proposito), come un misero compito in classe da sufficienza risicatissima, d'incoraggiamento diciamo. Del lotto mi sento di salvare Thorn Within (non è una cover dei Metallica tranquilli), la dolce ed atmosferica Where Statues Cry e This Tragic Overture, dove i VelvetSeal decidono di spingere sull'acceleratore in un prezzo dalle velleità quasi prog tutto sommato riuscito. A peggiorare il già non esaltante quadro ci penserà comunque la produzione.
Già, la produzione... del tutto inadeguata. Presumo fosse abbastanza low budget (se così non fosse allora sarebbe davvero un problema): le parti orchestrali e quelle chitarristiche sono male amalgamate e fanno sovente a pugni tra di loro; il basso è inudibile; a ciò si aggiunge il timbro di Gabriella che, a dispetto delle colleghe del genere, è più basso come contenuto in frequenza ed è quindi più difficilmente incastrabile nel mix, perciò per farla emergere come si deve è stata tenuta molto alta come livello rispetto alla base, con conseguente effetto di stacco che proprio non giova alla causa. Ma a prescindere da queste considerazioni tecniche la produzione pecca nel far suonare tutto noiosamente uguale e scontato dall'inizio alla fine, senza sottolineare con particolari artifizi o trovate interessanti i punti topici dei singoli pezzi (ad eccezione del vivace botta e risposta tra voce clean e voce distorta nell'inciso della conclusiva This Tragic Overture). Non c'è tiro insomma!
Questo album mi ha completamente deluso: derivativo, con poche idee e mal realizzate. Proprio non mi capacito dei trionfalismi in seguito all'uscita della demo di due anni fa (i pezzi che la componevano sono tutti finiti in questo full lenght), capisco dall'altro lato tutta la difficoltà da parte del gruppo nel trovare un'etichetta... Come già detto in precedenza, acquisto consigliato solo per i die hard fans del genere (altro che Bruce Willis!), ascoltatori occasionali astenersi.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Opening 2. Lend Me Your Wings 3. The One 4. Desperati 5. Thorn Within 6. Where Statues Cry 7. The Divine Comedy? 8. Free Fall 9. This Tragic Overture
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Line Up
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Gabriella: Vocals Csabee: Guitars & Orchestral arrangements David: Bass Balazs: Drums
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RECENSIONI |
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