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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Queensryche - American Soldier
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( 8013 letture )
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Allora: cosa vi aspettate?
Il solito disco marcato Queensryche ? Un nuovo Operation Mindcrime? Un disco Heavy più o meno pesante? Nulla di tutto questo, e sapete perché? Perché American Soldier secondo me è da intendere più come un progetto marchiato Geoff Tate che come un regolare Cd della discografia del gruppo, credo quindi che per inquadrare correttamente questo lavoro sia necessario tenere presente il personaggio Tate e la sua storia.
Non dimentichiamo infatti che il singer tedesco in origine non era affatto interessato al mondo HM, tanto da lasciare i The Mob - prima incarnazione dei Queensryche - dopo alcuni spettacoli con loro, fu poi richiamato per la registrazione di un demo contenente un pezzo intitolato Queen of the Reich dal quale fu poi tratto un Ep per altro presente nel nostro date base che ebbe un grande successo, e solo allora Tate decise di restare nel gruppo. Tutto ciò a sottolineare come per molto tempo il cantante abbia apportato al sound QR un punto di vista sostanzialmente extra-metal , contribuendo in tal modo alla creazione di uno stile che per molti versi è peculiare nel mondo musicale che ci appartiene.
Oggi come oggi Tate è riuscito - anche a causa dellassenza di un chitarrista come DeGarmo in grado di conferire alle composizioni un taglio di classe, ma certamente metallico ad ottenere la quadratura del suo cerchio, facendo rilasciare ai Queensryche un concept-album ricco di pathos, di raffinata epicità, pesante dal punto di vista delle tematiche le guerre in cui gli Usa sono rimasti coinvolti raccontata da chi le ha vissute, con corollario di colloqui sostenuti dal cantante con che si è trovato suo malgrado in certi orribili frangenti, colloqui spesso registrati ed integrati nelle songs ma quasi completamenti privo di fraseggi metal nel senso stretto del termine. Il punto di vista sposato è quello di sottolineare la sofferenza psico-fisica del soldato, a prescindere dalle motivazioni dei vari conflitti, mai sufficienti.
La musica: nonostante si tratti di un disco che si poggia sulla maturità, sulla raffinatezza, sulla ricercatezza, e sullo spostare decisamente in secondo piano la componente metallica e maggiormente sulla persona del singer dalle quattro ottave di estensione, questo è assolutamente, totalmente Queensryche dalinizio alla fine, riprendendo le atmosfere più intimiste, più mature ed equilibrate delle migliori esperienze passate dalla band. American Soldier richiede un certo approccio per poter essere apprezzato; poco aggressivo a dispetto delle tematiche ai primi ascolti scivola via quasi senza lasciare traccia, per poi salire lentamente ed inesorabilmente via via che il mood del concept si sedimenta nella coscienza dellascoltatore, e, pur non essendo privo di pecche, alla fine lascia un senso di compiutezza, di equilibrio, di maturità, che pochi gruppi possono permettersi, risultando e mi viene in mente mentre scrivo forse più QR di tutti gli altri a dispetto di quello che ho scritto prima in merito, ed il termine di paragone emozionale forse più corretto è con Promise Land.
E difficile descrivervi i singoli pezzi, e probabilmente in questo caso è anche fuorviante, posso però segnalarvi quanto Unafraid salga lentamente nella coscienza come alcune cose di OP nel ritornello, posso cercare di descrivervi la profondità di Dead mans Words:
Out in the desert, so tired! And I don't even know his name. I will keep my head down! I'm so tired but there's no way out but...ahead! I will not die out in the desert! I will not die!
Le ballate con accenti di sanguigno rock Americano e rimandi ai Pink Floyd in Home Again - duetto con la figlia Emily - la coralità maestosa di If I were King, e lequilibrio compositivo di Middle of Hell, con un sassofono anziché un strumento elettrico a comunicare le sensazioni più crude trasmesse dal testo. Buone le prove dei musicisti, a tal proposito vorrei segnalare almeno il solo di Michael Wilton contenuto tra gli accenti post-psichedelici di Remember Me, ed ovviamente quella di Tate il quale, pur non essendo più quello di una volta, riesce con lesperienza e la classe a compensare con lemozione quello che perde in potenza.
Personalmente trovo eccessivamente allungate alcune songs ed ho delle riserve sul mixaggio di Kelly Gray , ma suppongo che si sia cercato anche un suono più in linea con il fatto che di metal in senso stretto qui ne troviamo poco, ed il tutto ha penalizzato un po le chitarre e la batteria, ma è un mio punto di vista. Un disco che ne sono convinto piacerà poco al pubblico prettamente metal, ma che è talmente maturo, tragico, elegante e parimenti dentro le tematiche scomode enucleate dalle lyrics, da dover essere considerato non dagli ascoltatori di questo o di quel genere, ma dagli amanti della musica in generale.
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VOTO LETTORI
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70.93 su 111 voti [
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Ottima recensione, all'epoca fu anche "coraggiosa" per essere andata controcorrente...tutti buttavano m**** per partito preso...anche giustamente eh, visti i precedenti dal 1997 e visto il disastro successivo...ma American Soldier è forse l'unico post-PL che incarna lo spirito dei Queensryche d'annata (concept, brani legati fra loro, buone chitarre -assoli e accordi-, sezione ritmica vera -non come su Mindcrime pt.2, arrangiamenti seri...)...insomma sì, effettivamente la produzione è sottotono (ma è anche troppo buona se consideriamo che ci ha partecipato Kelly Gray lo zappatore) e Slater ha pressoché monopolizzato le composizioni (formalmente: ma sarà vero poi?). E' ora di ascoltare questo disco senza pregiudizi, che all'epoca ci stavano: il tempo per me ha dato ragione al recensore. |
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Bah, trovo incredible che questo disco indegno del nome che porta, sia invece apprezzato sia pure da una ristretta minoranza. E' un album interamente composto dal produttore Slater, con testi di Tate: basti questo a spiegare perché questi non sono i Queensryche. Il paragone con il supremo Promised Land poi è da cappottarsi, è praticamente all'opposto come intensità, come sonorità, come tipo di produzione (una limata all'inverosimile, questa la solita robaccia alternativa dei Ryche anni 2000). Sono belli i testi? E allora Tate avrebbe fatto meglio a scrivere un libro, anziché far comporre un disco di musica al suo amico Slater. Sufficiente, dicono i fans incalliti? Il mio voto è 40/100. |
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Album non più che discreto. Loro sempre bravi, gli assoli sono belli, Tate - anche se non è più quello di una volta - ha sempre un bellissimo timbro ed enormi doti interpretative. Ciò che secondo la mia opinione latita qui è un songwriting degno del nome della band. Le canzoni hanno tutte un mood molto riflessivo e drammatico (non poteva essere diversamente visto il concept) e si somigliano spesso un po' troppo, senza avere però le carte in regola per rimanere impresse. Ciò fa dell'album nel suo complesso un bel mattone da digerire. Peccato perché l'opener prometteva bene, però poi fino alla fine non riesco più ad esaltarmi, tranne per la poco più ritmata Man Down e la triste Remember Me. Eviterei di fare paragoni con Promised Land, album di un'altra categoria. Qui: Un 70... politico |
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Raven certo che ti devono piacere proprio tanto i Queens per dare un 79 a questo eh... La classe si sente, così come il tocco magico dei tempi migliori... però sono d'accordo con Robe Fleming, fuoriclasse così non possono limitarsi a svolgere il compitino: 72 e ringraziare. Evviva! |
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A dead man's world e Middle of Hell sono pezzi spettacolari e l'album nel complesso è più che dignitoso, ma certi fuoriclasse non possono limitarsi a svolgere il compitino.73 |
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Ottimo album,sebbene in effetti in alcuni punti sia un po' piatto e i picchi non siano tanti come in passato..rimane però un grande album,ben suonato,cantato in modo ineccepibile..man down ha delle melodie molto interessanti e i soli,sono davvero notevoli.. |
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Devo essere sincero a me questo album piace e non poco, sicuramente meglio del dopo ma anche meglio dei vari qk2, tribe etc.; |
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Spazzatura non li riconosco più 50/100 l ultimo manco lo commento  |
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PS: fino a pochi giorni addietro, ero fermamente convinto che questo fosse il punto più basso della carriera dei QR. Poi ho ascoltato "Dedicated to Chaos"..... |
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PS: fino a pochi giorni addietro, ero fermamente convinto che questo fosse il punto più basso della carriera dei QR. Poi ho ascoltato "Dedicated to Chaos"..... |
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Mi dispiace, ma non condivido per nulla i contenuti della recensione. Ho trovato questo disco noioso, molto noioso, totalmente privo della ricercatezza e della classe che dovrebbe caratterizzare un disco dei QR. E' un vero passo falso, dato che è troppo sbilanciato: la componente concettuale spesso e volentieri risulta invasiva rispetto a quella prettamente musicale. Sembra di sentire un videodocumentario! Inoltre gli argomenti affrontati, pesanti e spinosi, non sono supportati da un songwriting adeguato, che risulta incapace di trasmettere il giusto pathos. Il risultato è un insieme di tracce banali, amorfe, opache. Dunque non boccio AS perchè "poco metal", ma perchè, a differenza di quanto dice il recensore, non è affatto "maturo, tragico, elegante", ma solo un maldestro tentativo di esserlo. 50/100 |
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Pallosissimo dall'inizio alla fine. |
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sicuramente è un bel lavoro però trovo che si duro da masticare e molte canzoni non sono immediate neanche dopo vari ascolti si capisce dove vadano a parare...rimpiango i tempi di "EMPIRE" |
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gran bel lavoro la band è maturata molto suoni pesanti e malinconici con tematiche di attualità che fanno riflettere e pensare non è il solito disco metal ........ |
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Questa è grande musica impegnata. Grandi! |
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per me maturazione si intende sempre musicale, non paragonerei mai un gruppo che negli anni non ha mai fatto un lavoro uguale all'altro, e che per loro scelta mai banali e commerciali, paragonarli con gruppi che con 2 accordi ci campano 20 anni è musicalmente secondo me non corretto, quando questo gruppo smetterà di scrivere di musica ci accorgeremo che cosa sono riusciti a regalarci negli anni emozioni infinite! MAESTOSI! |
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Disco non semplice da ascoltare molto attentamente. Concordo pienamente con la disamina di Raven soprattutto per quanto concerne il profilo musicale (raffinatezza e ricercatezza). Geoff Tate si conferma una delle migliori ugole del mondo metal. |
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è sempre un discorso di qualità. |
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purtroppo molte volte si attribuisce il termine maturazione/evoluzione ad un disco che suona meno metal ... io li chiamo dischi commerciali, altri li chiamano dischi maturi.. |
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Magari (Iron e Judas) facessero canzoni uguali a vent'anni fà...il problema è che ci provano e non ci riescono! I Queensr˙che non hanno mai fatto un disco uguale ad un altro... |
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quindi un fan che è rimasto a 20 anni fa non è maturato? tralasciando i testi e concentrandosi sulla musica, chiedo quale è il criterio per definire un gruppo più maturo musicalmente? "il gruppo è maturato" è una frase fatta senza significato secondo me. quindi i Maiden e i Priest sono immaturi visto che fanno song uguali da 30 anni? mah... |
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Il discorso di Sharon - assolutamente corretto dal mio pdv- è facilmente estendibile a decine e decine di altri gruppi.... |
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Si , definirlo tedesco era una piccola provocazione - tecnicamente comunque corretta - per stuzzicare qualche commento , per il resto mi sembra che chi ha commentato sia sostanzialmente d'accordo con me ed abbia recepito il disco nella stesa maniera, e la cosa mi fa piacere. In particolare credo che abbia ragione Sharon. |
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Concordo con il recensore, (complimenti per la recensione... una disanima perfetta per questo disco). Un disco profondo e non superficiale, dalle atmosfere tetre e dense, che in parte ricordano il modus oscuro e opprimente di Promised Land (il loro VERO CAPOLAVORO!!!), pur non avendo la stessa classe in fase di arrangiamento (ma li si erano superati!!!). La pecca più grande (una delle poche) è nella produzione di Kelly Grey che rende il suono poco definito. Tate qui è protagonista assoluto, e concordo con il giudicare questo più un suo disco, difatti nei credits il 90% dei brani sono a firma di Tate/Slater e nel rimanente 10% si aggiunge timidamente il solo Rockenfiled con Grey, che di fatto non fa parte della band. |
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@Vittorio: vabbè dai è tedesco d'origine... è un accorgimento letterario che il buon Francesco avrà usato per rendere la frase più colorata  |
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per me è l'ennesimo capolavoro di una band che non finisce mai di stupire, ho l'impressione che alcuni fan siano purtroppo per loro scelta rimasti a 20 anni fa, il gruppo è maturato e con loro la loro musica, non si può ogni lavoro leggere, è! ma non è come quello, è! ma non è come quell'altro, andare ''OLTRE''. |
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Hanno (giustamente) dato troppo peso al testo, piuttosto che alle musiche...siamo noi che abbiamo la "sfortuna" di non essere di madrelingua inglese...di sicuro uno statunitense lo percepisce in maniera diversa, sia per la lingua, sia per la tematica...una sorta di "parakataloghè metallica"... |
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Vero, probabilmente è nato in Germania seguendo gli spostamenti del padre che se non erro era proprio militare di carriera. Ma da qui a definirlo tedesco direi che ce ne passa!  |
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@ vittorio: si, è nato a Stoccarda  |
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Grazie Raven per gli apprezzamenti al primo commento che ho inserito sul disco! è bello sentire di essere sulla stessa linea di pensiero di gente che questa musica l'ha vissuta interamente sulla propria pelle (senza offese raven...eheh). E' bello sentirsi un pochettino "spettatore colto" di un movimento musicale nato e fiorito quando io non ero ancora in cantiere...poi chiaramente non lo sarò mai fino in fondo (mai potrò vantarmi come certi compaesani di avere visto il tour di Images and Words o di avere visto i Death o i Pantera), ma l'impegno è grande e se continuo così rischio di svegliarmi un giorno direttamente negli anni 80 tanta è la musica di quei tempi che sto ascoltando... Comunque vana è stata la speranza che da Operation: Mindcrime 2 (bello) siano partiti per un ritorno alla vecchie sonorità...forse non capiterà mai, ma finchè fanno dischi come American Soldier a me va più che bene... grazie raven per l'ottima recensione comunque! Concordo totalmente che ad atmosfere siamo molto vicini a Promised Land...(senza esagerare chiaramente...) |
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Geoff Tate Tedesco ?!?!?! |
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Da ascoltare con moooollttaaa attenzione.... Perchè di sicuro non colpisce subito! |
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Sicuramente è un disco un pò spiazzante e alcune canzoni, troppo allungate, finiscono per annoiare, ma non so....c'è qualcosa che mi impedisce di starne lontano per molto. Sicuramente necessita di lunghi , "aperti" e concentrati ascolti. |
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NON SAPREI,L'HO ASCOLTATO UN PO' DI VOLTE E SINCERAMENTE NON MI HA SMOSSO PIU' DI TANTO.POCHI VETTE E TANTA PIANURA PER DIRLA GEOGRAFICAMENTE. |
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La recensione del mio amico raven mi ha convinto per cui me lo procurerò di certo. |
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In meno di 6 righe quasi tutto quello che avevo da dire sul disco  |
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Disco strano ma bello, emozionante in alcune songs, noioso nell'ascolto superficiale, elegante e raffinato in certi passaggi...un disco con molti pregi e molte pecche... Guardando le canzoni in sè non è un grande album, ma all'ascolto intero con una buona concentrazione su qualsiasi passaggio facciano risultano dei grandi compositori, dei veri ricercatori di ricercatezze (come ha fatto ad uscirmi questa proprio non so...). Bellissime Hundred Miles Stare,A Dead Man's words, Man down! e the voice. Bruttine the killer e unafraid (quest'ultima proprio non mi va giù). Il saxofono alla fine di a dead man's words mi emoziona ogni volta che lo ascolto! voto: 75 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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01. Sliver 02. Unafraid 03. Hundred Mile Stare 04. At 30,000 Ft. 05. A Dead Mans Words 06. The Killer 07. Middle Of Hell 08. If I Were King 09. Man Down! 10. Remember Me 11. Home Again 12. The Voice
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Line Up
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Geoff Tate - Voce Michael Wilton - Chitarra Eddie Jackson - Basso Scott Rockenfield - Batteria
Mike Stone - Chitarra
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RECENSIONI |
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