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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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1349 - Revelation Of The Black Flame
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Per il grande pubblico il numero 1349 potrebbe non significare nulla, mentre per il popolo norvegese le quattro cifre rappresentano l’anno in cui la peste iniziò a seminare morte sul patrio suolo. Il progetto nasce in Norvegia nel lontano 1997; dopo i classici assestamenti della line up, i nostri decisero di reclutare il tellurico Frost dei Satyriconper la registrazione di un promo, ma quest’ultimo rimase talmente impressionato dal materiale proposto che si offrì di rimanere come membro stabile all’interno della band. Il debutto ufficiale avviene nel 2001 con Liberation, bell’esempio di classico black metal norvegese, grezzo, veloce ed in perfetta sintonia con le pubblicazioni di quegli anni. Seguono i ferocissimi Beyond The Apocalypse e Hellfire, quest’ultimo strettamente riconducibile alle ultime produzioni dei glaciali Immortal, con chitarre compresse e taglientissime ed un drumming forsennato, velocissimo e ultra tecnico. La fama della band cresce a dismisura ed i 1349 suonano in tutta Europa con My Dying Bride, Zyklon, Aeternus, Red Harvest, Moonspell e partono in tour nientemeno che come spalla dei Celtic Frost, senza l’indaffaratissimo Frost, impegnato con il fratello maggiore, ma supportati da un tal Laureano, già in forza ai Nile. Anche la stampa specializzata inizia ad interessarsi a loro, grazie anche alla militanza di un membro dei Satyricon, cosa che gli frutta una copertina su Kerrang ed un elogio da parte di Terrorizer quale band del mese.
Dopo tutte le aspettative che si erano create intorno al loro nome, e dopo dei capolavori assoluti di puro distillato Black metal, il 2009 ci presenta il nuovo Revelation Of The Black Flame, album che personalmente non ho fino in fondo apprezzato. Io faccio parte di quella fazione che biasima il nuovo corso musicale dei Satyricon, intrapreso all’indomani dello spaventoso Rebel Extravaganza con gli svogliatissimi Volcano e The Age Of Nero, considerandoli troppo stanchi ed - appunto – svogliati. Confidavo pertanto tutte le mie speranze nel nuovo disco dei 1349, con i quali il buon Frost avrebbe dovuto aver modo di sfogare tutta la rabbia che altrove non può far altro che tenere doma: la piaga ha però afflitto pure questa band facendo svanire, d’un tratto tutta la rabbia a cui facevo riferimento; implosa, senza lasciare tracce: una manciata di brani mid tempos che mi ha decisamente deluso.
Il disco si apre con le disperate urla di Invocation, che lascerebbero sperare in una imminente sfuriata di belluina ferocia, mentre ci si imbatte in circa 30 secondi di synth al limite della dark ambient, dai quali emerge una chitarra dopo 3 interminabili minuti di intro; il brano vero e proprio è poi un down tempo piuttosto inopportuno pensando allo status di opening track. Serpentine Sibilance si infossa subito in un riffing che ha un marchio di fabbrica pesantissimo: Satyricon! Un errore gravissimo nel quale una “band ombra” come questa non dovrebbe mai incorrere. E poi se volessimo essere pignoli, se proprio devono copiare i Satyricon, che quantomeno copino quelli dei tempi d’oro anziché le ultime discusse produzioni. Con Horns siamo nuovamente su territori vicini alla dark ambient, purtroppo però senza grande piglio e dissuadendo definitivamente ogni speranza di veder decollare questo disco. Fortuna vuole che nella tracklist figuri anche la trascinante Maggot Fetus, inizialmente caratterizzata da un up-tempo abbastanza trasheggiante, mentre nella seconda parte feroce e velocissima, con un riffing davvero micidiale che mi risolleva l’animo e mi fa ben sperare per le restanti songs. La successiva Misantrhopy è un notturno concepito al pianoforte, che nel finale si sporca con un riff di chitarra che magicamente sparisce sulle prime note di Uncreation, ancora bloccata su ritmiche al limite del doom e caratterizzata da una bella melodia di basso che è finalmente possibile distinguere: forse vicina ad alcune produzioni dei compianti Marduk. L’album prosegue con una cover nientemeno dei Pink Floyd - Set The Control For The Heart Of The Sun, brano decisamente anomalo per una band che adotta ancora il facepainting... Il brano è stato spogliato da ogni orpello stilistico lasciando solo il basso a vibrare una melodia che ho amato, nel modo più distorto possibile, mentre il cantato è talmente filtrato da raggiungere uno stato quasi gassoso, ma con una resa sonora di grande impatto. Solitude è l’ennesimo brano strumentale, con interessanti chitarre acustiche su synth che tessono oscure trame (senza grandi pretese), mentre la conclusiva At The Gates… sperimenta nuove soluzioni alternative, ormai lontana anni luce da qualsiasi definizione black metal.
L’impressione generale che si ha dall’ascolto di Revelation Of The Black Flame è che questa gente si sia stancata di suonare sempre il solito black metal e che - in virtù di ciò - si cerchi disperatamente via d’uscita senza una vera, nuova identità. Prevedibile dire che preferivo i 1349 nei blast beats di Hellfire; a questo punto spero solo riescano a trovare una formula con cui poter nuovamente esprimere il loro grandissimo potenziale artistico e le loro eccellenti doti tecniche. Così non fosse meglio uno split-up anziché una cascata di materiale che poco li accomuna ai capolavori pubblicati in passato. Per ora al limite della sufficienza.
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7
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Ragazzi ma stiamo scherzando?! Cosi considerate i 1349?! Vabbe.... Per me sono una delle poche blackmetal band SERIE! rimaste in circolazione. non ti spiattellano stereotipi musicali fritti mille volte come tante altre band di fama e successo da 20 anni. La loro musica è quasi rituale. Hanno un sound veramente underground. D'accordo se quest'album può risultare anche un po più noiso rispetto ad altri ma è inconcepibile dirgli di cambiare mestiere hahaha veramente cioè NO. |
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6
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Possibile che è più affascinante e coinvolgente questa grande recensione piuttosto che l'album? Io non l'ho proprio accettato. Se ti stanchi di suonare Black Metal cambia almeno nome al gruppo. |
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3
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Io l'ho ascoltato in manieta approssimativa e bene o male sono in sintonia con Furio. Che brutto, anche loro hanno quasti toppato. |
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2
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Hellfire era di una potenza disumana, possibile che anche loro siano cambiati? Cmq voglio ascoltarlo, almeno per curiosità |
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1
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Oh no, abbiamo perduto pure questi... almeno me li sono visti da live... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Invocation 2. Serpentine Sibilance 3. Horns 4. Maggot Fetus… Teeth Like Thorns 5. Misantrhopy 6. Uncreation 7. Set The Control Of The Heart Of The Sun 8. Solitude 9. At The Gates…
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Line Up
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Archaon: Guitar Frost: Drums Ravn: Vocals Seidemann: Bass
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RECENSIONI |
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