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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Gorod - Process of a New Decline
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( 5561 letture )
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Agli amanti del metallo della morte più virtuoso evidentemente negli ultimi anni non è dato respiro. Difatti, ci pensano i Gorod a rincarare la dose delle sempre più nutrite uscite del settore degne di particolar nota. Per quanto tutt’altro che celeberrimi, i galletti hanno già alle spalle una lunga gavetta, iniziata nel lontano 1997 sotto il moniker Gorgasm (sostituito nel 2005 con l’attuale, probabilmente per non essere confusi con l’omonima brutal-band statunitense). Ma è solo nel 2006 che raggiungono una certa visibilità grazie al valido Leading Vision, prodotto in grado di svelare ai metal-heads più esigenti l’ennesimo combo di belle speranze proveniente dall’oltralpe.
Process of a New Decline non abbassa di una virgola il tiro, semmai è la dimostrazione di come i nostri siano progrediti a favore di un’espressione sempre più varia ed interessante. A dispetto del nome, ascoltando il novizio si intuisce sin dalle prime battute di essere di fronte ad un platter notevole, non solo indiscutibile apice discografico, ma in realtà il frutto di una grande maturità artistica e consapevolezza dei propri smisurati mezzi. Il “semplice” (si fa per dire) techno-death dei precedenti episodi, che in un certo qual modo è sempre direttamente disceso dai dettami del mai troppo compianto Schuldiner, viene ampliato e a tratti superato da una serie di soluzioni accattivanti, pescate a piene mani da tutti i bacini sperimentali estremi. Quindi non solo micidiali fraseggi ultratecnici, narrati dal consueto dualismo tra le funamboliche chitarre e la mirabolante sezione ritmica, ma anche una massiccia iniezione di spietati assalti di matrice brutal, di contro alleggeriti da inaspettate ma adeguate penetrazioni melodiche. A corredo annotiamo, come se tutto ciò non bastasse, divagazioni jazzy, soprattutto per quel che concerne alcune preziose linee di basso, una sfilza di cambi di tempo e liquefazioni caleidoscopiche, fino a percepire nevrosi molto in voga in espressioni heavy moderne. Insomma, una formula complessa ed assai articolata, magari non originale in senso assoluto, ma compiuta in modo terribilmente convincente ed accattivante. Ciò che in buona sostanza sancisce la riuscita maiuscola di questo nuovo capito è senza ombra di dubbio la stupefacente facilità con la quale la formazione di Bordeaux riesce a transitare da un contesto all’altro, senza mai perdere di vista la basilare fluidità o il gusto fine per la ricerca forma-canzone. Sugli scudi Sam Santiago, chiamato a sostituire l’uscente Sandrine (si, avete letto bene, per chi non lo sapesse una donna), fautore di una performance ottima, forte di un drumming modulato su ritmi talmente dissimili da lasciare senza fiato. L’incipit, consegnato al trittico di killer-song Disavow Your God, Programmers of Decline e Diverted Logic, è da capogiro, quanto di meglio il genere abbia scritto negli ultimo anni. Il proseguo, pur non raggiungendo i livelli delle appena citate, tiene altissima la guarda grazie ad una serie di episodi coinvolgenti; su tutte The Path con alcuni riverberi in chiave Cynic. Chiude in bellezza il discorso Almighty’s Murder, ulteriore pezzo da novanta, quest’ultima impreziosita da un guitar work formidabile, risolutivo tassello di un puzzle che nulla lascia al caso. Proprio a tal proposito, finalmente riveliamo una produzione all’altezza della situazione, atta ad attribuire il giusto valore alle singole sfumature.
Seppur in periodo di saldi, i Gorod non fanno sconti a nessuno, ma piuttosto mettono sul banco alla mercé di tutti un disco sfavillante, quale derrata pregiatissima per gli estimatori del genere. Lo scettro di migliore release estrema ultratecnica dell’anno resta momentaneamente ancora salda nelle mani dei sorprendenti Obscura, ma Process of a New Decline legifera la nascita di una nuova lucente stella nel firmamento.
Scintillanti!
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6
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Molto sottovalutati. Possiedo questo e A Perfect Absolution. Al momento sto ascoltando la meravigliosa Watershed. Rispetto agli Obscura e altri technical death mi sembrano anche un pelo più accessibili. Grandi! |
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5
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molto ma molto sottovalutati |
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3
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penso che questo album sia veramente ottimo, molto meglio dei citati Obscura in quanto a originalità... |
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2
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DISCO IMPERIOSO,DI GRANDE IMPATTO.INSEME AL CAPOLAVORO DEGLI OBSCURA E' LALBUM TECNO DEATH DELL'ANNO,FINORA. |
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1
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gruppo davvero valido e meritevole di attenzioni, rece ottima. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1.Disavow Your God 2.Programmers of Decline 3.Diverted Logic 4.Rebirth of Senses 5.The Path 6.Splinters of Life 7.Guilty of Dispersal 8.Gilded Cage 9.A Common Hope 10.Watershed 11.Almighty Murderer
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Line Up
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Arnaud (Chitarra) Barby (Basso) Guillaume (Voce) Mathieu (Chitarra) Sam (Batteria)
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