|
27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
|
|
Land Of Hate / Smashhead / Deatcrush / Zora - 4 Way To Scream Your Hate
|
( 1992 letture )
|
Ancora buone notizie dalla Calabria, con gli attivissimi Land Of Hate e gli Zora, questa volta con il supporto di due band sarde, ossia Smashhead e Deathcrush. La buona notizia questa volta si chiama 4 Way To Scream Your Hate, split album composto da dodici tracce, tre per ogni band, che presenta un'interessante panoramica sulla situazione del metal estremo nell'underground italiano.
Data la natura dell'album -che peraltro capita davvero raramente di poter recensire- vorrei trattare ogni band separatamente, riservandomi poi uno spazio finale dove trarre alcune conclusioni:
Land Of Hate Smashhead
Deathcrush Zora Conclusioni
LAND OF HATE
La band in questione è già una realtà consolidata nel panorama metal meridionale; proprio su queste pagine è stato recensito poco tempo fa il loro ultimo full-lenght, Neutralized Existence, il quale ha riscosso un buon successo tra addetti al lavoro e non solo.
I tre brani da loro proposti -che a leggere i titoli immagino siano gli stessi del loro demo Gener(H)ate del 2006- confermano le impressioni che mi aveva causato la lettura della recensione del suddetto full-lenght: la band ha una spiccata attitudine thrash che sa benissimo sfruttare per la creazione di un sound violento ma intelligente, che pesca a piene mani dalla tradizione senza scadere però nel plagio. Le ritmiche sono serratissime e punti morti non ve ne sono assolutamente, ma anzi i pochi momenti in cui la velocità cala sono sapientemente gestiti con l'inserimento di piacevoli pezzi più sincopati in cui si mette in mostra l'ottima sinergia tra batteria e chitarra (ascoltare Antination-Antiwar per farsene un'idea più chiara). Le canzoni sono molti simili fra di loro ma ognuna con una sua piccola particolarità che permette di distinguerle e di apprezzarle singolarmente: ritengo Raped Years il pezzo migliore dei tre, soprattutto grazie ad un'eccellente prestazione alla batteria di Attila, mentre per la voce del singer Marko è rimasto poco da dire, visto che in tutti i progetti in cui è coinvolto è sempre stato riconosciuto come un cantante di grande livello, la cui voce cattiva e aggressiva è perfetta per il genere in questione.
Queste poche tracce sono in fin dei conti "solo" l'ennesima dimostrazione che la band è ormai pronta per il salto di qualità, che continuando così arriverà molto presto, ne sono sicuro.
Voto Land Of Hate: 72
SMASHHEAD
La band sarda affonda le sue radici stilistiche nel lato ancora più estremo del metal, suonando sostanzialmente un convincente death metal con accenni di brutal comunque sempre stemperato, senza mai abbandonarsi alla furia cieca di quest'ultimo.
La prova dei nostri è davvero molto convincente, per quanto abbastanza derivativa, e si snoda attraverso tre brani che mettono in mostra ottime capacità tecniche e anche alcune buone idee in materia di songwriting; anzitutto mi preme sottolineare la buonissima prova offerta dietro le pelli da Gabriele Tanda, batterista davvero in grado di offrire un valore aggiunto al sound della band -peraltro grazie anche ad una produzione davvero buona- con strutture ritmiche variegate e tecnicamente interessanti, oltre a sfuriate velocissime; altro elemento di grande rilievo è l'ottima prestazione vocale di Luigi Cara, il cui growl estremamente gutturale è di ottima presa, mentre sullo scream nutro qualche dubbio, ma per fortuna viene usato molto meno. C'è da discutere un po' di più sul lavoro della chitarra di Franco Fois, sicuramente di buonissimo livello anche essa, ma i cui interventi talvolta mi appaiono un po' forzati da un songwriting non molto brillante; fermo restando l'ottimo lavoro di riffing, qualche inserimento di passaggi tesi a variare un po' il suono poteva essere a mio avviso evitato.
Rimane comunque un'ottima impressione quella suscitata dalle tre canzoni della band, che merita senza ombra di dubbio il giusto supporto di una label. I risultati potrebbero essere grandiosi!
Voto Smashhead: 75
DEATHCRUSH
Diversamente da come il nome mi aveva fatto pensare, la seconda band sarda non suona black, bensì un aggressivo e violentissimo death in cui questa volta le influenza brutal sono dominanti, e richiamano alla mente nomi come Behemoth, Suffocation o Morbid Angel.
La prova della band in questione è piuttosto altalenante: convince abbastanza nella stesura dei pezzi che appaiono penetranti e rabbiosi, ma paga dazio nell'interpretazione -anche inficiata da suoni non ottimali- che risulta troppo canonica e prevedibile. Soprattutto la prova vocale di Luigi Cara è molto legata ad uno standard growl/gutturale che questa volta -diversamente dalla prova con gli Smashhead- appare sì penetrante, ma troppo poco personale in un sound generale che lo è forse ancora meno, e quasi curiosamente qua sembra più lo scream la soluzione ottimale; ben più convincente, alla chitarra, Andrea Sechi, il cui lavoro è di ottima fattura sia in fase solista che ritmica, e che costituisce a mio avviso il vero punto di forza del lavoro, mentre la batteria di Giampiero Serpa, forse la più penalizzata dai suoni, alterna ad interessantissimi spunti -rarissimi ma preziosissimi fill- sfuriate davvero troppo tradizionali per colpire.
In definitiva una prestazione con alcune luci e un po' troppe ombre, che non impedisce di godersi i brani proposti ma che nasconde, sotto una patina di tradizione troppo spessa, una maturità a mio avviso molto maggiore di quanto traspare da questo album; l'auspicio per il futuro è che la band trovi una sua strada, magari anche a sacrificio del lato più brutal per quello più death; credo che così i risultati potrebbero essere ottimi.
Voto Deathcrush: 62
ZORA
Il terzetto in questione è forse la realtà più interessante di questo album: i nostri suonano un brutal metal veloce e caustico, con pennellate di grindcore e un'ottima dose di tecnica, che permette loro di avventurarsi in territori insidiosi ma ricchi di attrattive, pieni di cambi di tempo e lunghe sezioni strumentali. Le capacità della band si mostrano anche in fase di songwriting, anche se talvolta paiono perdersi per seguire i funambolismi dell'ottima batteria guidata da Di Meco; le canzoni sono comunque davvero delle ottime scariche di rabbia, in cui ogni membro della band ha una precisa funzione che non viene mai meno: oltre alla succitata batteria, da segnalare la grandiosa prova di Peppe Pascale -ora non più nella band, sostituito da Flavio Tempesta-, che colpisce su due fronti, alla chitarra con un lavoro di riffing inappuntabile -sebbene forse un po' troppo eclettico- e alla voce con un tipico growl non molto originale ma di ottimo effetto; il basso di Tat0 svolge il suo lavoro in maniera precisa e pulita, contribuendo in maniera impagabile alla creazione del monolitico muro sonoro della band, concedendosi tra l'altro alcuni piccoli spunti tecnici degni di nota.
Tirando le somme non posso che fare i miei più sentiti complimenti agli Zora, la cui proposta permetterà loro di aprirsi molte porte, se solo qualche capace addetto ai lavori li noterà e darà loro l'opportunità di sfondare.
Voto Zora: 77
Conclusioni
Sono davvero felice di poter dire che ancora una volta l'underground nostrano ha fatto centro! Un lavoro interessante, che mette in mostra band valide e ottime idee, ma soprattutto un lavoro che merita il giusto riconoscimento a personaggi che si impegnano in maniera costante per il progresso della scena locale. Per questo motivo il mio voto finale è completamente slegato dalle motivazioni artistiche trattate nel testo della recensione, ma mira unicamente e onestamente a porre l'attenzione su questo 4 Way To Scream Your Hate, nella speranza che gli immensi sforzi di questi ragazzi vengano finalmente ripagati.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
6
|
Bè, spedisci un paio di bottiglie di lambrusco ad ognuno della redazione e siamo a posto  |
|
|
|
|
|
|
5
|
premetto che sono contrario al voto, ho pensato ad un errore di calcolo del recensore |
|
|
|
|
|
|
4
|
Come al solito la gente legge solo il voto, che tristezza. |
|
|
|
|
|
|
3
|
Be', mi sembra che Nikolas abbia ragione. |
|
|
|
|
|
|
2
|
Sigh... ma hai letto almeno le conclusioni? |
|
|
|
|
|
|
1
|
72 + 75 + 62 + 77, diviso 4 il voto è 71,5. perchè 80? |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. Gener(H)ate 2. Antination-Antiwar 3. Raped Years 4. Orgy In Atrocity 5. Genetic Deconstruction 6. Human Fetus In The Sewers 7. Blasphemy Souls 8. Necrogod Devastation 9. Eaten By The Rats 10. Self-Devoured 11. Mass-Sacred Nation 12. Tsantsa
|
|
Line Up
|
Land Of Hate:
Marko – Vocals Niko – Guitar Saso – Guitar Ifilien – Bass Attila – Drums
Smashhead:
Luigi Cara – Vocals, Bass Franco Fois - Guitar Gabriele Tanda - Drums
Deathcrush: Luigi Cara – Vocals, Bass Giampiero Serpa – Drums Andrea Sechi – Guitar
Zora:
Peppe Pascale – Vocals, Guitar Tat0 - Bass A.Di Meco - Drum
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|