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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Amoral - Show Your Colors
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( 4039 letture )
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Facciamo un esperimento: proviamo per un attimo ad immaginare cosa succederebbe se Matteo Becucci (il vincitore dell’ultima edizione di X-Factor, per intenderci) diventasse il cantante per esempio di bands come In Flames o poniamo piuttosto degli Into Eternity. Come minimo ci sarebbe uno stravolgimento totale della musica della band per adattarsi alle caratteristiche del nuovo vocalist. Ebbene, l’esempio è estremo e le caratteristiche delle bands citate sono chiaramente diverse rispetto agli Amoral, ma servono a rendere più o meno l’idea di quello che è successo.
E a volte la realtà supera la fantasia. Gli Amoral si erano, infatti, guadagnati duramente e meritatamente una certa credibilità, abbastanza condivisa anche presso tutta la critica, grazie a tre album come Wound Creations del 2004, Decrowning del 2005 e Reptile Ride del 2007, dove mettevano in mostra un death melodico di un certo spessore, arricchito da virtuosismi ed una perizia tecnica tali da far parlare di melodical tecnical death o di death/prog. In particolare, dopo le ottime prove degli esordi, l’ultimo disco citato veniva considerato unanimemente quello della consacrazione definitiva per una band, che da semplice promessa diveniva un’autentica realtà della scena death.
Ma a quel punto succede l’imprevedibile. Alla ricerca di un nuovo cantante, gli Amoral decidono di mettere su un’autentica operazione commerciale, reclutando alla voce Ari Koivunen, famoso in Finlandia per aver vinto l’edizione 2007 di Idols, un programma che corrisponde più o meno al nostrano X Factor (un po’ più rock-oriented visto che ci si trova comunque in Finlandia e non in Italia), il quale dopo quell’esperienza aveva anche pubblicato due album, ottenendo un discreto successo nel suo paese.
A questo punto è molto facile immaginare quali siano state le conseguenze relative a tali scelte, dato che la voce di Ari è manifestamente inadeguata a cantare death. Non intendiamo dire che sia un pessimo cantante: tutto sommato ha una bella voce, molto alta e con una buona estensione, che si presta magari bene ad eseguire un repertorio power o hard rock. Di certo però non va bene per il death e anzi, quando Ari si sforza di cantare in maniera più aggressiva assomiglia ad un bambino che cerca di fare la voce cattiva, risultando semplicemente ridicolo. Basti dare un’ascoltatina a brani come A Shade of Gray o Song for the Stubborn per rendersene facilmente conto.
La sterzata degli Amoral rispetto al passato dunque è netta: i brani sono molto orecchiabili, easy-listening, sostanzialmente potremmo definirli una sorta di metal pop. In questo contesto (tenendo conto però delle osservazioni sopra svolte), la voce di Ari s’inserisce alla perfezione. Ottimo poi il lavoro chitarristico: il duo composto da Silakka e Varon è veramente in gamba e risulta convincente sotto tutti i profili, come molto bravo è anche il batterista Karlsson. D’altronde, se è vero che la classe non è acqua, pur cambiando genere, non vengono meno le qualità tecniche dei musicisti. Semplicemente orrenda la copertina. Dando invece un’occhiata alla tracklist, dopo l’intro strumentale di Random Words, si distingue subito Release, che in qualche misura mi ha vagamente ricordato i Saint Deamon più commerciali. Per il resto, a parte la già citata A Shade of Gray, che presenta a suo modo qualche pretesa tendenza verso il thrash, il disco prosegue con canzoni caratterizzate da ritornelli di facile presa e sonorità dure ma melodiche molto vicine al power. Solo Last October rallenta in po’ i ritmi, trattandosi di una sorta di ballad, prima della conclusiva Exit.
Siamo sinceri, Show Your Colors potrebbe anche meritare di essere valutato un po’ oltre la sufficienza, né possiamo biasimare gli Amoral se con questo cambiamento sperino di vendere più dischi. Ma non possiamo né vogliamo incoraggiarli, perché artisticamente parlando, ci troviamo di fronte ad una gran perdita. Ed è un vero peccato.
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9
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mi sono procurato l'album dopo aver saputo che avrebbero fatto da spalla agli Amorphis: album ascoltabile, un paio di canzoni di troppo, ma buono come sottofondo. Non sapevo nulla dei loro trascorsi, scoperti grazie alla recensione di Elio: cercherò di fare miei i vecchi album. Voto: 60 |
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8
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francamente trovo la recensione un po' eccessiva... pure con qualche imprecisione, perchè dire che Ari Koivunen ha raggiunto un successo "discreto" in finlandia non è corretto, il suo disco d'esordio ha fatto quasi 70000 copie, che li equivale a svariati dischi d'oro... io trovo gli amoral molto meglio ora, vado controcorrente e mi attirerò le ire dei puristi, però se la scelta è tra il "marketing" (?) e l'idolatria di nicchia di una ristretta cerchia elitaria che ancora non ne ha abbastanza di un certo death elucubrativo, ipertecnico e fine a se stesso, beh allora viva il marketing. Show your colors non sarà una pietra miliare della storia della musica, ma è concreto, diretto, trasmette un sense of accomplishment di una band che ha trovato la quadratura del cerchio. sarebbe da valutare senza pensare al passato, ma vedendolo come l'esordio di una nuova band... |
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7
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dare 55 a questo disco è un insulto. a tutti gli altri, ovvio. |
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6
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Il miglior album a mio avviso è stato "Decrowning" del 2005. Tecnica, aggressività, riff spaccaossa...nessun altro album ha reso quanto quello. Vi consiglio di dargli un'occhiata, o meglio....un'"orecchiata" XD |
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5
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Figurati... siamo quì apposta  |
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4
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grazie delle precisazioni!! avevo letto la rece ma effettivamente non avevo capito bene.. |
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3
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Sì, infatti, Arakness, hai colto in pieno il senso di quello che intendevo esprimere. Una metamorfosi che non mi sarei mai aspettato da parte di un gruppo come gli Amoral. L'etichetta pop metal potrebbe sembrare una contraddizione in termini, ma di fatto ben si addice a quei gruppi che mascherano con sonorità metal melodie e canzoncine a tutti gli effetti pop. A parte che in passato veniva anche definito così l'hair metal, ma questa è tutt'un'altra storia  |
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2
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...mi sembra che lo abbia spiegato a sufficienza nella recensione. Delle volte basta leggere . Aggiungo, etichetta volutamente provocatorio, ma ci stà, soprattutto per chi (come il sotto scritto) segue gli Amoral dalle origini e aveva visto in loro, assieme agli Arsisi, una promessa del techno-death melodico (leggasi Reptile Ride). Mentre gli Arsis appunto l'hanno mantenuta, quest'ultimi hanno compiuto una "evoluzione" inimmaginabile e inspiegbile. |
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1
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che genere è il pop metal ???????? ps. caro recensore ti sei trovato un nick veramente impegnativo .... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Random Words 2. Release 3. A Shade of Gray 4. Year of the Suckerpunch 5. Perfection Design 6. Sex n Satan 7. Song of the Stubborn 8. Vivid 9. Gave up easy 10. Last October 11. Exit
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Line Up
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Ari Koivunen - Vocals Otso Silver Ots Silakka - Guitar Ben Varon - Guitar Pekka Johansson - Bass Juhana Juffi Karlsson - Drums
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