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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Ci sono opere d’arte che non appartengono al loro tempo: esse trascendono il mero trascorrere di attimi per insinuarsi nel passato, o nel futuro, con una naturale disinvoltura che ha dell’incredibile. Tanto raro è riscontrare tale qualità nell’arte, quanto lo è la volontà di ricercare la peculiare spontaneità e atemporalità ad essa necessaria da parte dell’artista. Comunque sia, questi capolavori si possono dividere in linea di massima in due filoni: quello avanguardistico in cui l’oggetto d’arte si pone al di fuori dei canoni stilistici contemporanei e passati scavalcandoli a piè pari volgendosi al futuro da una parte; e quello più frequente che riesce a cogliere il passato in un modo più profondo, radicale, portandolo alla luce in un presente con cui nulla ha a che spartire, in altre parole: la resurrezione di ciò che fu.
ÞÞÞÞÞÞÞÞÞÞÞ si impone sul mercato discografico nel 2009, ma se fosse uscito nei primi anni 90 nessuno se ne sarebbe stupito: le radici del black metal primordiale sono tanto salde nella musica di Shamaatae da credere di avere a che fare con una sorta di fantasma di Quorthon. Testi in svedese antico, paganesimo gnostico imperante in tutte le tracce, minimalismo compositivo volto all’attacco frontale con l’ascoltatore, epicità, misticismo, folklore nordeuropeo ed oscurità: tutto ciò si fonde in un unico full-lenght.
Shamaatae è il compositore ed unico membro degli Arckanum band in circolazione da ben sedici anni di attività ininterrotta che testimonia la maturazione artistica del musicista e la sua perseveranza nel diffondere il nero verbo al mondo intero. La nascita del progetto musicale, come accade nella maggior parte dei casi in ambito black, nasce dai frutti dell’eremitismo di Shamaatae: dopo un ritiro prolungato tra le cime svedesi, il nostro scoprì un profondo legame tra l’uomo e la natura. Individuando in Pan l’unica divinità cosmologica e il caos eterno come originaria legge di natura e fondamento della radicale libertà per l’uomo, Shamaatae mise in disparte i suoi progetti death (Conquest/Grotesque) per seguire la propria strada: fondò gli Arckanum.
In ÞÞÞÞÞÞÞÞÞÞÞ si riscontra una originale fusione di tutte le caratteristiche che portarono il black metal alla gloria. Ascoltando Þann Svartís o Þyrpas Ulfar si può facilmente cogliere che la geniale semplicità della chitarra sia nei riff thrasher che in quelli più evocativi e paganeggianti, è riconducibile alla band da cui tutto iniziò: Bathory. La violenza sonora minimale delle tracce più dirette quali la opener Þórhati hanno precise influenze dakthroniane: il cantato di Shamaatae si potrebbe paragonare a quello di Nocturno Culto per lo stile freddo e distaccato, ma questo rimane un accostamento labile poiché l’originalità intrinseca della timbrica e delle composizioni di Arckanum non possono essere circoscritte tanto facilmente. Bisogna rendersi conto che abbiamo tra le mani l’opera di un artista attivo dall’inizio della scena (la prima demo risale al 1993), sempre rimasto fedele ai canoni stilistici dell’old school da un lato, e sempre impegnato in un processo di creazione artistica personale dall’altro. L’album è infatti perfettamente strutturato: le prime sei tracce tutte impeccabilmente dirette, violente, graffianti e forti di una componente melodica facilmente assimilabile lasciano spazio alle strumentali Þjazagaldr e Þá Kómu Niflstormum che introducono il secondo atto di ÞÞÞÞÞÞÞÞÞÞÞ basato su mid tempo efficaci ed evocativi. L’equilibrio delle forze scatenate da Shamaatae la dice lunga sull’esperienza e la maturità di questo geniale compositore svedese: tanto convincono gli intrecci chitarristici puntualmente supportati da un blast beat furioso e dal particolare screaming dei primi brani, quanto le decadenze ritmiche di Þrúðkyn e la finale Þyteitr ci insegnano che il black metal significa anche riflessione, concentrazione, lenta ed inesorabile consunzione...
…a tutti coloro che ritengono morta la scena old shool black metal.
…a chi non sa nulla del genere e vuole rimediare la lacuna.
…scrutate l’Arcano signori…
…l’Arcano scruterà dentro di voi.
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Solo ora che mi sto aprendo al black ho scoperto questo disco... grande, decisamente grande disco  |
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ahahah |
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Renaz@ un genio ... questo ce sta a pija per il c**o e noi ci sforziamo a capire che vuol dire XD |
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@Michele: gli antichi negli sms per fare la linguaccia scrivevano in quel modo  |
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Titolo geniale,ma cosa starebbe a significare? |
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Grazie Nikolas. Tento di proporre su Metallized sempre il meglio  |
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Lo sto ascoltando ora per la prima volta.. ma porca vacca! Grande disco!Stefano dai diventando il mio punto di riferimento per quanto riguarda il black  |
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Lo sto ascoltando ora per la prima volta.. ma porca vacca! Grande disco!Stefano dai diventando il mio punto di riferimento per quanto riguarda il black  |
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Boia! No no, non togliere il disturbo ci fa piacere avere integrazioni come queste, sul serio!! |
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"non si tratta di "pi" ma di rune svedesi": più che altro è la modifica della runa in questione ("thorn", usata maggiormente in anglosassone che nelle lingue della penisola scandinava). Dave ha dato la più chiara spiegazione sulla loro fonetica; Þ = /ð/ in "the" e Þ = /θ/ in "thick". Bene, ora tolgo il disturbo  |
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Grazie per l'info Dave  |
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Può suonare sia come una fricativa dentale sorda, come il 'th' nella parola inglese "thick", o come una fricativa dentale sonora, come il 'th' della parola inglese "the" |
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non ho la più pallida idea di come si legga il titolo dell'album, ciò che si può sottolineare è che è composto dalla ripetizione della runa Þ per 11 volte, cioè una per ogni canzone (non a caso il titolo di ogni canzone inizia con la stessa). Una ragione ci sarà, è evidente, se qualcuno conosce questa lingua antica venga in nostro aiuto, altrimenti il silenzio mi sembra l'atteggiamento più maturo in casi come questi. |
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Ma il titolo come si leggerebbe? E comunque bell'album! |
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sì, LO SO, ma sono tornato decisamente brillo a casa ...e la prima cosa che ho visto è stata il titolo di sto disco...eheheh |
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Grazie Nkiolas per i complimenti. Alex non si tratta di "pi" ma di rune svedesi, non mi sembra impossibile notare la differenza. |
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...certo che il titolo del disco potevo sceglierlo io dopo una delle mie serata ....come quella di stasera......che razza di titolo è "pppppppppppppppppppppp"? ahahahahah |
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Cavolo! Non l'ho sentito ma mi hai veramente fatto venire voglia di ascoltarlo... ottima rece davvero, ancora una volta! |
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INFORMAZIONI |
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Debemur Morti Productions
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Tracklist
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1.Þórhati 2.Þann Svartís 3.Þyrpas Ulfar 4.Þursvitnir 5.Þyrstr 6.Þjóbaugvittr 7.Þjazagaldr 8.Þá Kómu Niflstormum 9.Þrúðkyn 10.Þríandi 11.Þyteitr
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Line Up
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Shamaatae – all instruments
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RECENSIONI |
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