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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Subhuman - Profondo Rozzo
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( 4467 letture )
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I Subhuman sono una band toscana attiva già da tempo -ben 8 anni- ma giunta solo ora al debutto discografico, e se da un lato possiamo essere contenti che un'altra band italiana sia riuscita a giungere ad un contratto, dall'altro ci si chiede cosa avrebbero potuto fare i cinque ragazzi pisani se tale opportunità gli fosse capitata già da tempo.
Il disco della band, che si intitola Profondo Rozzo e i cui testi sono tutti in italiano -e questo per me è già un punto a favore-, è infatti un buon esempio di death/thrash dal discreto livello tecnico, ma soprattutto dall'attitudine irriverente, che sublima in titoli del calibro di Nata Troia o Babbo Fatale.
La proposta musicale della band nostrana è piuttosto canonica e facilmente ravvisabile all'interno di alcune semplici linee guida: protagonista l'accoppiata Ferzola/Micieli (voce/batteria) che costituisce il vero punto forte del disco, in quanto il primo è autore di una buona prova a cavallo tra mid-growl e scream caustica e tagliente -da dimenticare, a mio avviso, le incursioni nel growl più profondo, privo di incisività-, mentre il secondo è autore di linee ritmiche velocissime e coinvolgenti -nonché ottimamente eseguite- per quanto decisamente statiche e che si ripetono con una certa prevedibilità lungo il corso del disco. Questo è sicuramente il punto su cui la band è più attaccabile: a fronte di buone singole prove l'impressione complessiva è che durante la stesura del disco le idee siano venute meno ad un certo punto, costringendo il gruppo a ripiegarsi su soluzioni già utilizzate, ottenendo un pericoloso effetto omogeneità che pregiudica la longevità del prodotto.
Sul lavoro delle chitarre invece immagino di farmi qualche nemico, in quanto personalmente non ne sono rimasto troppo colpito, ed il motivo è presto detto: è mia convinzione che nel genere in questione si debbano stilare delle priorità sul lavoro degli axemen, e al primo posto deve esserci l'impegno a creare un tappeto sonoro fitto ed intricato, seguito dall'aspetto solistico e solo in seguito da variazioni personali e momenti di tecnicismi che portino la chitarra al ruolo di protagonista. Se la cosa viene rispettata in una buona parte del disco, ci sono momenti in cui a mio avviso i due chitarristi perdono di vista il senso primo del loro lavoro e si lanciano in inserimenti di virtuosismi che non aggiungono nulla al sound, ma anzi distolgono l'ascoltatore dal violento attacco su cui la sezione ritmica insiste pesantemente. Un vero peccato, perché quando si concentrano sul lavoro di riffing i due chitarristi mettono in mostra ottime capacità -l'inizio di Babbo Fatale ne è un ottimo esempio- e anche sul punto di vista solistico, pur non eccellendo, si difendono abbastanza bene.
In sostanza c'è da dire che come esordio discografico non ci si può lamentare; i Subhuman sanno cosa vuol dire suonare thrash/death e la loro irruenza immagino che gli frutterà in patria molti fan sfegatati -merito anche di pezzi che immagino devastanti dal vivo-; con un po' di lavoro in più per aumentare la compattezza del sound, ci aspettiamo grandi risultati.
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8
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GRANDI I SUBHUMAN!!!!! Ho avuto l'enorme piacere di suonare come loro spalla, e devo dire che mi hanno tutti impressionato incredibilmente per capacità tecniche, soprattutto Francesco dietro i tamburi e Matteo alla chitarra....e Zula è una bestia, in senso positivissimo E poi sono 5 ragazzi carichi di umiltà e simpatia....spero arrivino lontano perchè se lo meritano in tutti i sensi. |
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7
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Agent recensione ottima, concordo su TUTTO!! Comunque trovo divertente che 'sto disco in Italia non l'ho mai visto e invece a Londra (Camden Town) l'ho trovato in ben due negozi, ovviamente l'ho acquistato. Spero di vederli dal vivo qualche volta. |
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6
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Io ho semplicemente voluto evidenziare anche i lati meno positivi, poi si tratta magari anche di piccolezze, ma mi piace esser pignolo  |
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5
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secondo me invece l'amalgama è ben riuscita. e poi sta storia delle chitarre? che saranno mai? un panzer che vi si scaglia contro?!? odio i numerini/voti, ma se dovessi darne uno, farei un 82 |
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4
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Prima ti rispondo sul growl Il growl più profondo è ben eseguito, ma troppo anonimo e soprattutto perde nel confronto col fantastico timbro che usa negli altri passaggi, davvero notevole con "costringendo il gruppo a ripiegarsi su soluzioni già utilizzate" intendo cheverso metà disco l'ascoltatore inizia ad avere la sensazione che alcuni pezzi inizino ad assomigliarsi troppo e le basi ritmiche sono molto simili in alcuni pezzi. In altri generi sarebbe stato un male terribile, nel genere proposto dalla band è lun leggero punto a sfavore  |
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3
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ammazza se zula è privo di incisività nei brevi growl allora stiamo messi maluccio "costringendo il gruppo a ripiegarsi su soluzioni già utilizzate" che significa? |
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2
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visti live 2 anni fa, niente male, anche il loro demo mi è piaciuto, i distruzione in italia han fatto scuola, nel genere |
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1
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Piacere di vedere la band al suo esordio discografico: ci danno dentro da anni e finalmente iniziano a raggranellare qualche piccola soddisfazione. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Profondo Rozzo 2. Nata Troia 3. Trenta Denari 4. Mafia 5. Odio Chiama Odio 6. Babbo Fatale 7. Il Bersagliere Ha 100 Penne 8. Infamia & Potere 9. 1110 Giorni
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Line Up
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Fabrizio ‘Zula’ Ferzola - Vocals Matteo Buti - Guitar Elia Murgia - Guitar Fabien Marangio - Bass Francesco Micieli - Drums
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