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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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( 4239 letture )
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Non ho mai amato più di tanto il genere di mascheramento dei Gwar -dato che si tratta di roba che viene molto dopo che qualcun altro ci ha già pensato- e per dirla tutta non ho mai amato nemmeno i Gwar stessi ed il loro Heavy/Punk/Thrash tutto divertimento ed eccessi verbali e di immagine –anche qui nulla di male in sé, ma piuttosto stantio in questa fattispecie- ma non supportato, se non in particolari casi, da un numero di idee sufficienti a sostenere degnamente lo svolgimento di un intero album. Non che nella lunga carriera della band, (ormai lunga ben cinque lustri), siano completamente mancati lavori piuttosto performanti che hanno ottenuto un buon riscontro tra critica e –soprattutto- pubblico, (basti in questo senso citare War Party), ma , di converso, cose come Beyond Hell non si pongono certo al vertice della storia della musica contemporanea.
Al di là di quanto fatto in precedenza i Gwar festeggiano i venticinque anni di carriera –cosa per cui meritano un grosso plauso a prescindere da tutto il resto- con un nuovo album intitolato Lust in Space -parodia di Lost in Space- che se complessivamente mostra una certa freschezza a dispetto degli anni che passano, dall’altro mette ancora una volta in luce i soliti limiti congeniti della proposta musicale della band di Oderus Urungus. Conservando la sua consueta integrità strutturale tetragona a qualsiasi moda e/o tendenza contemporanea, Lust in Space si muove sulle solite coordinate Thrash/Trash –notare la differenza, prego- con spruzzate Heavy e Punk, (queste ultime irrinunciabili e strettamente derivate dai trascorsi di Brockie/Urungus), ma nonostante i Gwar siano fondamentalmente una band Thrash, risultano forse maggiormente credibili nei momenti più prettamente Punkeggianti, ciò a causa del timbro del singer molto adatto a quest’ultimo, ma a mio parere decisamente insufficiente in una ottica prettamente metal.
Introdotto da una cover palesemente scopiazzata da Love Gun dei Kiss, Lust in Space propone i soliti schemi made in Gwar enucleati in un title-track/opener cupamente d’assalto –ma già il tono dell’ “interpretazione” dell’intro di Oderus Urungus è abbastanza fastidioso- per proseguire poi piazzando alcuni buoni colpi quali Let Us Slay , Damnation Under Gods e The UberKlaw, segue poi la tiratissima e decisamente Punk-oriented Lords and Masters, un pezzo che può essere preso ad esempio di quanto dicevo in chiusura del paragrafo precedente circa la voce del singer. Non male nemmeno Metal Metal Land, ma di lì in poi la verve dell’album si spegne progressivamente e tutte le altre canzoni possono essere considerate dei semplici fillers, quindi assolutamente inutili. Anche la produzione è assolutamente “integralista”, con pregi e difetti del caso, ma credo che un taglio più aggressivo delle chitarre avrebbe esaltato di più alcuni riffs più evocativi.
L’impressione finale è che –ancora una volta- i Gwar confermino di essere un gruppo da divertimento on stage, da gustare con una birra in mano e che faranno sempre felici gli appartenenti allo zoccolo duro dei loro fans con quello che hanno sempre fatto più o meno bene, ossia cercare di confezionare una serie di Anthems da concerto con riffs aggressivi basati su passaggi tonali che stimolano nella maniera più semplice la voglia di cantare sotto il palco, ma che proprio per questo hanno sempre bisogno della giusta enfasi produttiva quando vengono trasferiti su policarbonato.
Un disco simpatico, con qualcosa di buono qua e là, ma destinato ad essere presto dimenticato, tranne che non lo si leghi al ricordo di un concerto cui si è assistito che stimoli la voglia di estrarlo dalla pila dei Cd sullo scaffale. Consigliato ai loro fans ed agli amanti dei semplici eccessi e della spettacolarizzazione delle esibizioni live, domicilio naturale dei Gwar.
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4
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in passato hanno fatto dei cd simpatici...ormai è da troppi hanni che ripresentano sempre le stesse cose...pessimi... |
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3
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Non mi hanno mai detto nulla... |
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Il video é a dir poco imbarazzante! A confronto i costumi dei Lordi sono leggerini. Mah ,saró tradizionalista ,ma sono davvero pacchiani ! |
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1
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Nulla di eccezionale: spendete i soldi per qualcosa di meglio! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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01. Lust in Space 02. Let Us Slay 03. Damnation Under God 04. The UberKlaw 05. Lords and Masters 06. Metal Metal Land 07. The Price of Peace 08. Where is Zog? 09. Make a Child Cry 10. Release the Flies 11. Parting Shot
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Line Up
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Dave Murray Brockie ( Oderus Urungus) - Vocals Mike Derks (BalSac, the Jaws Of Death) - Guitar Cory Smoot (Flattus Maximus) - Guitar Casey Orr (Beefcake the Mighty) - Bass Brad Roberts (Jizmak Da Gusha) - Drums Chris Flynn - Keys
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RECENSIONI |
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