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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Richie Kotzen/Greg Howe - Tilt
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( 3983 letture )
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UNA BREVE INTRODUZIONE I nomi di Richie Kotzen e di Greg Howe non sono molto famosi al di fuori dell'ambito shred e fusion -nonostante la militanza del primo in band del calibro dei Poison e dei Mr. Big, e nonostante le numerose collaborazioni importanti del secondo, che nel corso della sua carriera è stato parte della live band di Michael Jackson ed ha suonato con artisti molto conosciuti nel mondo metal, quali James Murphy e Jordan Rudess. Quello che spiace constatare è che la grande arte di questi due chitarristi viene faticosamente riconosciuta dalla maggior parte delle persone, che ne ignora completamente l'esistenza per poi magari lamentarsi del fatto che "gli anni novanta sono stati musicalmente sterili" e via dicendo. Tutte balle: gli anni novanta hanno visto l'ascesa di molti artisti di classe, e tra questi figurano Richie Kotzen e Greg Howe che con Tilt -il primo disco nato dalla loro collaborazione- mostrano al mondo intero di che pasta sono fatti i grandi solisti moderni.
L'ENERGIA ATTRAVERSO LA TECNICA E LA MELODIA Le caratteristiche principali di Tilt sono tre: la grande libertà esecutiva lasciata a ciascuno strumento, la millimetrica sincronia tra le varie linee melodiche e ritmiche e la costante ricerca di un'espressività slegata dai canoni compositivi moderni, tanto peculiare nella sua unicità quanto convincente nella sua dote comunicativa. Come spesso accade in dischi di questo genere viene lasciato molto spazio alla costruzione improvvisata delle sezioni soliste, la cui funzione è quella di imprimere genuinità ed imprevedibilità in un ambiente armonico predefinito in tutti i suoi dettagli, ma molto spazio è anche concesso alle variazioni ritmiche dei tre batteristi che hanno partecipato alla realizzazione di Tilt, che possono dunque applicare il proprio stile e la propria conoscenza a ciascun brano, globalmente aumentando il contenuto culturale dell'album. Tecnicamente, poi, questi nove brani sono una vera e propria goduria, perchè non c'è una nota sbagliata che sia una e in nessun passaggio si avverte incertezza: sostanzialmente una prova magistrale delle capacità dei musicisti coinvolti. Il risultato di queste due caratteristiche è l'espressività di cui vi parlavo prima: ogni canzone racconta la sua storia, ogni canzone ha il suo stile -quattro sono infatti composte da Kotzen, quattro da Howe e la quinta traccia è un riarrangiamento della celebre Contusion di Stevie Wonder- e comunque il tutto pare esser stato partorito da un'unica mente; in poche parole: la perfetta fusione della creatività di due chitarristi geniali.
Il vero problema, qui, non è quindi tanto quello di capire se Tilt sia un buon album, perchè è evidente che lo è... la vera domanda è: sono più belli i pezzi di Kotzen o quelli di Howe? Personalmente ho sempre preferito il secondo al primo, ma in questo caso non riuscirei proprio a decidere: se è vero che i brani di Kotzen sono ritmicamente meno diversificati rispetto a quelli composti dal suo collega, è anche vero che proprio questo essere così diretti ci permette di assaporare con più semplicità le evoluzioni soliste dei due, e che comunque contribuisce a rendere le melodie più incisive -è il caso di Outfit e della divertentissima e grooveggiante I Wanna Play. Nel caso delle composizioni di Howe, invece, ci troviamo spesso ad assistere ad un terremoto ritmico, dominato da sezioni soliste virtuose e melodiche -Tilt- o da soluzioni atmosferiche e rilassanti, molto jazzy nella struttura armonica, che però comunque si evolvono in accesi scambi di frasi soliste -Tarnished With Age, Seventh Place. Alla fine della fiera, quindi, non si può dire chi tra i due sia stato "il migliore"... sapete perchè? Perchè Tilt non è una sfida a chi è più bravo, veloce e tecnico: è un progetto musicale condiviso pienamente da entrambi gli artisti, che in quel periodo avvertivano probabilmente la necessità di comporre proprio quel tipo di musica, suonata ed arrangiata in quella maniera. Non voglio dire che Tilt sia frutto del caso: voglio dire che è la conseguenza di un lavoro svolto con passione e senza egoismi di sorta, aspetti che nel mondo del virtuosismo solitamente si fatica a trovare.
CONCLUSIONE Difficilmente troverete Tilt nei negozi -anche se a me è successo- quindi, se siete amanti della fusion e non lo possedete dovreste ordinarlo via internet. Non posso fare a meno di consigliarvene l'acquisto, dal momento che si tratta di un disco assente da difetti esecutivi o di produzione; certo, il booklet è un po' scarno -giusto due paginette- ma sono convinto che non sarà questo aspetto ad impedirvi di entrare in possesso di questo gioiello della fusion, non è vero? Forza ragazzi... lo dovete avere a tutti i costi!
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un disco interessante per gli amanti dell'improvvisazione: grandi assoli, pieni di pathos e ritmo. in realtà non uno dei migliori album shred/fusion, sia come composizioni. regstrato a distanza dai due (ognuno a casa propria) e si sente la differenza. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Tilt 2. Chase the Dragon 3. Tarnished With Age 4. Outfit 5. Contusion 6. I Wanna Play 7. Seventh Place 8. O.D. 9. Full View
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Line Up
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Richie Kotzen: Chitarra lato destro, basso su tracce 2, 4, 6, 8, voce e clavinet su traccia 6 Greg Howe: Chitarra lato sinistro, basso e tastiere su tracce 1, 3, 5, 7, 9 Atma Anur: batteria su tracce 2, 4, 6, 8 Jon Doman: batteria su tracce 1, 3, 5, 9 Kevin Soffera: batteria su traccia 7
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RECENSIONI |
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