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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Vomit The Soul - Apostles Of Inexpression
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( 3946 letture )
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Cominciamo dalla fine: l'acquisto di Apostles of Inexpression è assolutamente obbligatorio per gli amanti di queste sonorità!
Stavo aspettando questa seconda uscita dei Vomit the Soul con una certa trepidazione, frutto delle mie aspettative nei riguardi della band dopo il loro buon esordio discografico Portraits of Inhuman Abomination e la recente firma con la prestigiosa etichetta discografica Unique Leader Records (Hour of Penance, Sarcolityc, ecc..). Quello che mi trovo finalmente tra le mani è un album che ha superato decisamente le mie più rosee previsioni, poiché il trio di Lecco (da poco diventato un quartetto con l'innesto di Massi come seconda chitarra) piazza uno dei colpi dell'anno in ambito di brutal/death. E' evidente sin dai primi ascolti la maturità e la padronanza dei propri strumenti raggiunta da questo giovane ensemble, capace di annichilire letteralmente il povero ascoltatore con otto devastanti killer-track che non hanno al loro interno pausa alcuna o momento di stanca, ma dove invece l'attenzione è sempre tenuta ai massimi livelli grazie ad un songwriting vario, maturo e mai uguale a se stesso, una tecnica eccelsa ed ai continui cambi di umore. Il platter è un concentrato di mera brutalità, non semplicemente smargiassata a mille, ma ragionata e con numerosi rallentamenti, alcuni dei quali talmente soffocanti da togliere il respiro, il tutto unito a passaggi groovy così da rendere il sound allo stesso tempo ancor più marcio e dinamico. Poco da dire, gli strumenti sono protagonisti, dal drumming vario e pastoso di Ycio alla chitarrona a sette corde di Max fino ad arrivare al basso di Andrea, mai in secondo piano e sempre illuminante grazie all'ottima produzione ed ai numerosi stacchi solistici a lui concessi.
Si parte subito alla grande con la canzone, secondo chi scrive, più bella del lotto, ovvero Prototypes of Values Incarnation dove la band redige nero su bianco cosa vi attenderà, alias torrenziali blast-beat e cambi di tempo spezza collo, i quali metteranno a dura prova i vostri poveri padiglioni auricolari. Segue a ruota la massiccia e terremotante Self Perception Veil che vi farà godere con la sua partenza fulminante e con i claustrofobici passaggi più cadenzati; sconsigliata invece ai deboli di cuore Overcrowd, dove trovano spazio improvvisi stacchi di basso e soprattutto alcuni dei riff più malefici e disturbanti che il gruppo abbia mai partorito. Se non ancora siete deceduti sotto i fendenti delle suddette, allora sarà Unrecognized Elements Presence a lasciarvi inermi a terra per mezzo dei suoi monolitici rallentamenti alternati a virulenti blast-beat. L'album, dunque, scorre via che è un piacere, mantenendo un'incessante intensità per tutta la sua durata, e, alla fine, giustiziati dalla conclusiva Inconsistent Delta, non sarà semplice trovare la forza necessaria per estrarre dal lettore Apostles of Inexpression, perché, come una droga che crea dipendenza, certamente sarete pervasi dalla voglia di riavviare il (piacevole) supplizio.
Un capitolo a parte meritano i testi, che… in realtà non ci sono! Infatti, il concetto che si cela dietro al titolo di ogni canzone è semplicemente descritto nel libretto del disco. A questo punto immagino che qualcuno stia pensando: ma è un album strumentale dunque? Niente di più sbagliato, perché un'altra freccia nell'arco dei Vomit the Soul è proprio il growl di Max davvero molto vario e letteralmente vomitevole (guarda caso), praticamente utilizzato come uno strumento aggiunto al servizio delle canzoni.
Registrazione e missaggio affidati ai Morrisound Studios "de noiartri" ovvero i 16th Cellar di Stefano Morabito, oramai sinonimo di sicurezza, mentre l'artwork, manco a dirlo, ad opera dell'onnipresente Marco Hasmann, al solito semplicemente eccezionale.
Non resta altro da aggiungere, se non che, a costo di risultare ripetitivo, registrare l'ennesimo centro di una band tricolore in campo Brutal, che impreziosisce una scena da tempo matura e meritevole della vostra attenzione.
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5
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Non vedo l’ora di ascoltarlo……………………. |
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4
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Mamma che disco! Randellate sulle gengive dall’inizio alla fine 👊 |
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3
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Voto lettori 38.20. Troll ritardati. Album madonarnale, per me un 90 tondo tondo. |
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2
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Grazie Ross, sono contento tu abbia apprezzato, dici bene sui nomi stranieri, le NOSTRE band molto spesso hanno un maggiore riscontro e rispetto all'estero che non qui in Italia....speriamo cambi prima o poi questa mentalità! |
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Caro Andrea,mi trovo perfettamente in sintonia con la tua rece.I Vomtit the Soul (fantastico il nome!),mi hanno letteralmente stordito e non conoscendo, ahime',il precedente lavoro,sono rimasto incantato da quello che ascoltavo.Brutal all'ennesima potenza,ma quanta tecnica e varieta di soluzioni!Uscita italiana strepitosa che distrugge con irrisoria facilita' tanti NOMONI stranieri.Comprare assolutamente.Io darei un 88. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Prototypes of Values Incarnation 2. Self Perception Veil 3. Extirpated From Absurdity 4. Overcrowd 5. Apostles of Inexpression 6. Unrecognized Elements Presence 7. Decay of an Inviolable Dogma 8. Inconsistent Delta
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Line Up
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Andrea Anghileri: bass Maurizio "Ycio" Orsanigo: drums Massimo "Max" Santarelli: guitar, vocals
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RECENSIONI |
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