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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Black Lotus - Harvest Of Season
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( 1631 letture )
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I Black Lotus nascono idealmente nel 2002 quando la canadese Lindsay A.Kerr rompe gli indugi liberando la propria vena creativa. Una volta radunati a sé i necessari musicisti il progetto può prendere formalmente il largo, ma non senza il necessario supporto dalla label cinese Dying Productions Empylver. Corre il 2006 quando si materializza il debutto Light Subsides.
Traendo spunto dalla scuola norvegese i canadesi dipingono un black/folk atmosferico dai contorni malinconici che ricorda da vicino i Borknagar nelle parti più melodiche e gli Enslaved nelle sfuriate più incisive. La musica della band di Victoria, capoluogo della Columbia Britannica, è ispirata dai paesaggi e dalla natura incontaminata e selvaggia dell’Isola di Vancouver. La suggestione di questi luoghi, ampliata dalla perfetta armonia di montagne, foreste e oceano, si pone come la base lirica e concettuale su cui si modella Harvest of Season, secondo full-lenght dei canadesi. Pubblicato sotto il marchio della Bleak Art Records nell’ottobre del 2008, il disco vive d’intense aperture melodiche che si alternano con successo a vampate tipicamente black. Il misticismo naturale s’intreccia a una musicalità introspettiva e malinconica lasciando scaturire dalle note una visione ancestrale del mondo. Questi tratti caratteristici fanno sì che la suddetta opera possa riallacciarsi con la dovuta logica anche alle produzioni pagan-viking tanto care alle terre scandinave. Signatura Rerum, ad esempio, coincide con la nostra descrizione. Il brano, infatti, si snoda tra violente sfuriate e momenti melodici dall’influsso evocativo che tanto ricordano i Borknagar di The Olden Domain. La marziale Of Pathless Woods invece è battuta da atmosfere cupe, quasi maligne, sulle quali si modella una traccia sferzante e diretta. L’ampollosa Terra Hiberna sanguina di emozioni legate a un vetusto culto pagano. O perlomeno così sembra. La batteria spietata e la voce profonda e lontana di Jasper v.d. Veen ci traghettano in un tempo passato, tra secolari foreste, al cospetto di dei primordiali. Un estratto onirico e idolatra che svela l’essenza più intima dei canadesi. Awaken The Season of Old con la sua intensa energia spirituale ci scorta fino alla conclusiva The Fallow Earth che, avvolta in atmosfere apocalittiche, chiude il nostro viaggio all’interno del mistico mondo ricreato dai canadesi.
Harvest of Season sorge dall’oceano e corre dalle radici della terra fino alla volta del cielo disperdendosi come un’oscura preghiera nell’etere. I Black Lotus prendendo suggerimento da Borknagar, Enslaved e Agalloch innalzano un tributo alla propria terra dimostrandosi una band ispirata e più che valida. Che dire, gradita scoperta.
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Ma il nome l'hanno preso dalla carta di magic? Che tristezza... |
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A parer mio un ottimo CD. Adoro le voci pulite alla Borknagar (anche come timbro sono piuttosto simiili a quella di Vortex quando stava con i borknagar). Bei passaggi da parti dure, con screaming ecc..a parti più melodiche contraddistinte da linee vocali pulite e "gloriose". Io avrei dato l'80 pieno =) |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Prelude 2. Signatura Rerum 3. Statues in Auburn 4. Of Pathless Woods 5. Terra Hiberna 6. Wreath of the Triumphant Sun 7. Awaken the Season of Old 8. The Fallow Earth
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Line Up
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Jasper v.d. Veen - vocals, acoustics Lindsay A. Kerr - guitars Cam Saunders - guitars Nick Engwer - bass Jason Robertson - synths, acoustics Craig Stewart – drums
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RECENSIONI |
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