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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Sturmgeist - Manifesto Futurista
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( 4384 letture )
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Non v'è più bellezza se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro. La poesia deve essere concepita come un violento assalto contro le forze ignote, per ridurle a prostrarsi davanti all'uomo.
Non v’è definizione più appropriata di questo settimo articolo del Manifesto Futurista firmato dal poeta Filippo Tommaso Marinetti nel 1908 per introdurvi all’album discusso in questa sede. Scontato, penserete, dato che si tratta di un’opera intitolata Manifesto Futurista e perdipiù firmata da un moniker, Sturmgeist (“tempesta del tempo” in tedesco, dal “Sturm und Drang” goethiano) che non può non ispirare immediatamente ricordi di studi scolastici di vecchia data. Ebbene sì, il pensiero qui tradotto in arte non vuole lasciare fraintendimenti di sorta, anzi, con rigorosa coerenza Cornelius Von Jackhelln ci riporta indietro nel tempo al fine di celebrare, con invidiabile maestria, la corrente artistica che rese famosa l’Italia all’inizio del secolo scorso.
La letteratura esaltò fino ad oggi l'immobilità pensosa, l'estasi ed il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno.
A cento anni dalla pubblicazione del Manifesto (1909), è davvero affascinante pensare come le stesse idee e motivazioni allora sostenute con spavaldo orgoglio e lucida convinzione, siano capaci ancor oggi di penetrare nell’umano sentire di un artista. Velocità, dinamismo, aggressività e violenza sono le coordinate concettuali sulle quali l’ascoltatore deve riflettere prima di approcciarsi all’album, onde ricadere in banali considerazioni o travisamenti dell’intera opera. Il genio creativo di Von Jackhelln, musicista e scrittore norvegese stabilitosi da anni a Berlino, è riuscito a riproporre idee culturali del passato in chiave moderna tramite l’uso di un linguaggio contemporaneo quanto estremamente idoneo al tema trattato: il black metal.
Monolith chiarisce subito che la one-man-band ha colto lo spirito delle parole di Marinetti: le sei corde nervotiche e talgienti modulate dal suono graffiante e penetrante della strofa si insinuano con immediatezza nella mente, il cantato del singer è irruento e malvagio, il blast beat sostenuto rallenta solo per l’aprirsi della composizione in un ritornello memorabile: ottima opener. Himmelen Faller non si discosta dall’impianto del brano precedente: un riff monocorda lascia spazio ai cambi di registro della batteria mentre le linee vocali semplici e dirette come da copione old school proseguono imperterrite la propria strada. The Siegfried Order e Verdun mostrano invece le venature più thrash-oriented dello stile di Von Jackhelln che ben si fondono con il mood dell’album e non testimoniano altro se non l’apertura mentale e stilistica del loro autore. Aspetto quest’ultimo, ribadito sia in Elegie D'Une Modernite Meurtriere dove a farla da padrone è un mid tempo cadenzato e monotono arrangiato da chitarre in tremolo picking e da un funereo cantato in pulito, sia nell’inaspettato brano orchestrale Ritorno Glorioso: stupenda composizione dall’animo trionfalistico e monumentale in cui le trombe e i tromboni su un tappeto di archi trasmettono sentimenti patriottici di un epoca orami lontana. Al seguito della suite non poteva quindi trovare posto più adatto nel platter la title track Manifesto Futurista: furioso assalto minimale all’arma bianca che si distingue però più per il testo che per l’innovazione compositiva in linea con i brani precedenti:
Your priests are engineers Your churches built to speed Make those motors cry With the rage of our aeon
Manifesto futurista Sempre più veloce Movimento aggressivo Insonnia febbrile
Sturmgeist_89 è dedicata invece al triste episodio di cronaca nera finlandese risalente al 2007 che alcuni di voi ricorderanno: un ragazzo si uccise dopo aver assassinato altre otto persone alla scuola superiore di Jokela, il suo nick name -utilizzato su youtube- con il quale annunciò l’atto era Sturmgeist_89. Cornelius ricevette un duro colpo mediatico: la sua musica venne incriminata –come spesso tristemente accade alle metal-bands- di indurre gli adolescenti ad atti di violenza assurdi e spietati come questo, da qui l’idea dell’artista di dichiarare apertamente il proprio totale ripudio verso simili azioni utilizzando il linguaggio a lui più consono. “Sebbene il metal estremo tratti frequentemente di argomenti quali l’solamento, la misantropia e la disperazione, dare la colpa ai musicisti è tanto sbagliato quanto ingiusto. Sono le persone che uccidono le persone, non la musica” questa fu la dichiarazione pubblicata sui mass media in risposta agli attacchi subiti e il lacerante chorus di Sturmgeist_89 (“Why did you do it? ”) non fa che ribadirne il concetto con rigorosa coerenza.
Manifesto Futurista si dimostra quindi un grande salto nel passato, una rivisitazione di un’epoca gloriosa, superba, trasgressiva e dichiatante la sfida dell’uomo contro la natura tramite l’utilizzo della tecnica. Non per questo però Cornelius Von Jackhelln si dimostra un artista intransigente, cocciuto e ottuso nei confronti di quelle ideologie che tanto devono alla corrente artistica italiana e che portarono ai drammatici avvenimenti rivoluzionari del XX secolo. Con intelligenza critica storica e grande talento artistico, Von Jackhelln riesce a esprimere nel migliore dei modi i sentimenti propri di una cultura passata (la volontà di modernismo come capacità di sopravvivenza dell’uomo tramite le proprie forze, di violenza in quanto irruenza dell’animo, di dinamismo in contrapposizione allo staticismo culturale) senza scadere in travisamenti ideologici le cui conseguenze rimangono ancor oggi ferite aperte del nostro vecchio continente. Un grande omaggio alla nostra storia dunque, che consiglio vivamente a tutti senza escludere nessuno.
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7
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Non mi ha convinto più di tanto...speravo che non prendesse il futurismo solo come aspetto di lotta e guerra, ma anche l'avanguardia, il superare determinati schemi...musicalmente il disco non è malaccio ma molto classico nei suoi stili...e da Cornelius forse mi aspettavo qualcosa di più originale... |
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6
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Conosco a menadito i Solefald ( autori di almeno tre capolavori ) ma non questi Sturmgeist. Rimedierò. |
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5
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Ma Cornelius è un genio! Musicalmente conosco poco i Solefald (suo gruppo principale) e per nulla gli Sturmgeist, ma è coltissimo, basta vederlo nei suoi testi. Addirittura ha detto in un'intervista che con gli Sturmgeist vuole essere una "Oriana Fallaci del metal"!!! Applausi... |
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4
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Grazie. @Giasse: qualche punto in più ci sarebbe anche stato, è vero, ma sinceramente speravo in una maggior sperimentazione date le doti dell'artista in questione e il tema trattato. Lo ritengo un ottimo album black metal, ma sono convito che Von Jackhelln abbia più assi nella manica di quanto lasci intendere e nei suoi prossimi album sono sicuro che ne vedremo delle belle... sono già in attesa. |
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3
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Mi hai messo la pulce nell'orecchio. Il progetto sembra interessante. Scommetto subito che vale sicuramente più dei dischi degli Spite Extreme Wings. |
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2
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Il disco mi è piaciuto molto e condivido l'entusiasmo di Pandemonium. Addirittura avrei pure alzato qualche punticino, ma queto, come al solito per il voto, è un puro dettaglio. Ciò che conta è la magnifica contestualizzazione avanzata in fase di analisi che invito tutti a leggere! |
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1
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Che (one-man) band! Questo non l'ho ancora ascoltato, ma rimedio al più presto. La recensione? Stupenda come sempre. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1.Monolith 2.Himmelen Faller 3.The Siegfried Order 4.Skyggestrykerne 5.Verdun 6.Elegie D'Une Modernite Meurtriere 7.Ritorno Glorioso 8.Manifesto Futurista 9.Sturmgeist_89 10.Let Us Be The Suns Of Our Time
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Line Up
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Cornelius "Sturmgeist" von Jackhelln - Vocals, Guitar, Bass, Keyboards, Programming Vincent - Drums
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