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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Them Crooked Vultures - Them Crooked Vultures
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IL BUONO, IL BRUTTO E IL CATTIVO Viso tondo e rassicurante adornato da un'ispida barbetta che gli da quella tipica espressione da ragazzo della porta accanto. L'amico cazzone con cui se ne è passate di cotte e di crude. Nato a Warren (Ohio) nel 1969, Dave, ancora un fanciullo, si trasferisce con la sua famiglia a Whashington dove a sedici anni entra a far parte come batterista degli Scream, la sua band locale preferita. Durante un concerto il buon Dave viene notato da due ragazzi in sala, Kurt e Krist, che dopo lo scioglimento degli Scream qualche mese più tardi non esiteranno ad arruolare il batterista nel loro progetto: i Nirvana. E' il 1990. Con i Nirvana Dave raggiunge la fama mondiale. Il successo e il danaro non lo logorano, non lo cambiano. Al contrario il suo compagno Kurt non riesce a sopportare i ritmi e le grandi responsabilità del music business e nel 1994 si toglie la vita. E' la fine dei Nirvana, ma non di Dave. Dopo un anno di inattività e riflessioni infatti, rispolverando la sua passione adolescenziale per la chitarra, dà vita ad un nuovo progetto di cui è l'assoluto leader e mastermind: i Foo Fighters. Dave oltre che con la sei corde si cimenta in maniera ottimale anche col microfono e il gruppo ottiene una popolarità maggiore di anno in anno fino a diventare indiscusso protagonista della scena rock mainstream. Pensate che nel maggio 2006, un minatore, intrappolato nelle miniere di Beaconsfiled in Tasmania a causa di un inaspettato crollo della cava, chiese solamente un Ipod provvisto dell'abum In Your Honor (quinta fatica in studio dei Foo Fighters) per risollevarsi d'animo durante la lunga attesa dei soccorsi. Non solo gli fu consegnato il lettore mp3, ma uscito fuori da quel buco infernale venne invitato ad un'allegra bevuta in compagnia del frontman (naturalmente a seguito di uno sfrenato show live), e venne addirittura omaggiato di una canzone in suo onore (Ballad Of The Beaconsfield Miners presente nell'ultimo lavoro della band, Echoes, Silence, Patience & Grace). E' il 2009. Dave si unisce a John Paul e Josh.
Tururururu Ua ua ua (per chi non avesse capito questa straordinaria onomatopea, è il main theme del film di Sergio Leone)
Le rughe solcano il suo viso, sintomo di una spensierata giovinezza ormai volata via. La criniera bionda che una volta cingeva il suo capo si è appassita e al suo posto una fronte ogni giorno più alta ha preso possesso del suo volto. John Paul nasce in uno dei tanti sobborghi di Londra 64 anni or sono. Dopo una precocissima passione per il piano che lo induce a diventare organista in una chiesa locale, decide di passare al basso elettrico formando così varie band rock e jazz. L'unico modo per guadagnarsi qualcosa da vivere è però quello di sfruttare le sue competenze musicali come turnista e session man per case discografiche, collabora così con artisti del calibro di Rolling Stones, Jeff Beck e Cat Stevens. Durante un periodo di inattività, incalzato dalla moglie stufa di vederlo sulla poltrona in panciolle, John Paul risponde all'annuncio di un chitarrista, che dopo lo scioglimento della sua band, gli Yarbirds, era impegnato alla ricerca di nuovi elementi per formare i New Yarbirds. I New Yarbirds cambieranno rapidamente monicker in Led Zeppelin e John Paul sarà a titolo definitivo il loro bassista e tastierista. Non basterebbe un libro per parlare della carriera e dell'importanza storica di una band seminale come quella dei Led Zeppelin, madre di tutto il rock venuto dopo il 1969, e infatti non mi dilungherò nel parlarne, basti sapere che John Paul con i Led Zeppelin entra con tutto il diritto nella storia della musica. E' il 1980 e la morte del batterista Bonham sancisce definitivamente la fine del gruppo. John Paul collabora con molti artisti durante gli anni, ma da persona schiva ed introversa rifugge costantemente dai riflettori e dai grandi palchi, fino al 2009, l'anno in cui John Paul si unisce a Dave e Josh.
Tururururu Ua ua ua
Capello fulvo e sguardo di ghiaccio. Fisico imponente. Più simile ad un tagliaboschi norvegese che a un bell'imbusto californiano. Joshua, per gli amici Josh, nasce nel 1973 a Joshua Tree ma vive la sua giovinezza a Palm Desert (California), una località che sarà sempre viva e presente all'interno del suo mondo musicale. Il deserto, la droga e il sesso sono alla base del suono psichedelico e “bastardo” del suo primo gruppo, i Kyuss, attivi per quasi tutto il decennio degli anni 90. I Kyuss, di cui Josh era il chitarrista, diventeranno presto una band di culto e la loro musica sarà fonte d'ispirazione per molte band di metal e rock alternativo. Come sempre tutte le belle cose hanno una fine e Josh e compagni decidono di prendere strade diverse. E' cosi che nel 1997 decide di dare vita ad un nuovo progetto, i Gamma Ray, da non confondere con la power metal band capitanata dall'ex Helloween Kai Hansen. Infatti, proprio a causa delle minacce di causa intentate dal chitarrista teutonico, il gruppo si trasformerà nei geniali Queens Of The Stone Age, autori di un rock folle e guascone molto debitore del sound dei vecchi Kyuss. Con il terzo album Songs For The Deaf i Queens Of The Stone Age raggiungono la fama planetaria, tanto che il video del singolo No One Knows è ospite fisso nei palinsesti delle principali emittenti musicali televisive. La vita scellerata e balorda dei tour con i Kyuss non esita a riproporsi, e Josh diventa protagonista di numerose controversie. Da segnalare la rissa da bar con il frontman dei Dwarves, Blag Dalhia, letteralmente preso a bottigliate dall'energumeno di Palm Desert, e come non scordare le pesanti ingiurie rivolte alla famiglia Osbourne che vennero rapidamente replicate da Sharon, la moglie di Ozzy, con un lapidario: I hope he gets syphilis and dies. I hope his dick fuckin' falls off so his mother can eat it (lascio a voi la colorita traduzione). E' il 2009. Josh si unisce a Dave e a John Paul.
Tururururu Ua ua ua
QUEENS OF THE FOO ZEPPELIN Appena vidi i primi video sibillini dei Them Crooked Vultures che impazzavano nella rete fui colto da un improvviso colpo. Tre tra i miei artisti preferiti riuniti in un supergruppo. Non ci potevo credere. Ecco quindi i mesi di tortura che mi separavano dall'uscita ufficiale della release a metà novembre. Mesi di astinenza pura, passati come un drogatello davanti alla Usl a spulciare negli archivi di siti peer to peer nell'invana ricerca del “sacro Graal”. Naturalmente dopo i numerosi fake che contenevano culi, tette e ragazze disinibite o preziose gemme di artisti non meglio identificati, sono riuscito a estinguere la mia sete di conoscenza solo aspettando seraficamente l'uscita del disco. (Sì, è vero. Qualche occhiata curiosa alle donne disinibite l'ho data, ma questo è irrilevante ai fini della recensione, poffarbacco.) Straniamento. E' questa la prima sensazione che provocano le note iniziali dell'album. In tutta franchezza mi aspettavo un rock molto più tradizionale da parte dei Them Crooked Vultures che sfornano in realtà un'ora molto abbondante di alternative rock sulla falsariga dei quello dei Queens Of The Stone Age. Che Josh Homme sia il mattatore e principale compositore dei pezzi risulta palese. Gli spettacolari intrecci di chitarra su Mind Eraser, No Chaser, il gran gusto per le variazioni di blues e psichedelia di Scumbag Blues, Reptiles o della malatissima Warsaw Or The First Breath You Take After You Give Up non possono che essere farina del suo sacco. Come d'altronde i testi assolutamente folli non possono che essere stati partoriti dalla sua mente malata e geniale. Momenti come: ”Then slick back my hair, You know the devil's in there” o “On the good ship Lollygag, LSD and a bloody pile of rags .I hate to be the bearer of bad news but I am” (e ce ne sarebbero un altro centinaio da citare) non si scorderanno tanto in fretta. La musica dei Them Crooked Vultures di certo non si risolve con una sterile imitazione dello stile della band di Homme. Non tutti i gruppi possono annoverare tra le loro fila un professionista come John Paul Jones, la sua importanza è ovvia e pesa a livello di songwriting. La pasta delle chitarre proviene in gran parte dal gusto chitarristico e melodico dei Led Zeppelin, in particolare è riscontrabile una scelta di suoni abbastanza simile allo storico Houses Of The Holy, molto presente nel riffage della band. Un riffage vastissimo che comprende una grande quantità di stacchi e variazioni riffistiche che lambiscono a tratti il progressive e il math rock (Elephant ne è un lampante esempio). Di gran effetto l'uso del piano e della tastiera che il bassista inglese fa in Bandoliers e Spinning In Daffodils, un ulteriore arricchimento nel sound dei Them Crooked Vultures. E che dire della prestazione dietro le pelli di Dave Grohl? Il batterista statico dei Nirvana non esiste più, al suo posto c'è un musicista consapevole dei suoi mezzi tecnici che non si limita a mostrarli. Con la sua partecipazione nel già citato Songs For The Deaf dei Queens Of The Stone Age, Dave aveva sfoderato una prestazione superlativa pienamente riconfermata in questo lavoro. Controtempi, fill di grande velocità e tempi dispari sono ormai il suo pane quotidiano. Evidentemente a contatto con i grandi musicisti non può che farsi contagiare positivamente dal loro estro.
L'album è un piccolo gioiellino, che cresce d'intensità ad ogni ascolto. I brani, seppur molti, sono tutti di ottima fattura, di riempitivi neanche l'ombra. Insomma All Killer No Filler. Consiglio quindi di mettere più volte in play Them Crooked Vultures e di lasciarsi stregare dal genio di questi monumenti del rock'n'roll. Potrebbe col tempo diventare un classico.
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22
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Album scoperto tardissimo, li avevo snobbati non gradendo in genere i supergruppi e vista la piega mainstream che avevano preso Homme e Grohl nel tempo. Grosso errore. Un gran bell\'album, fresco a quasi due decenni di distanza. La traccia in apertura per me troneggia ma si fa ascoltare con piacere e con il sorriso di quando trovi la roba buona. A leggere qualche vecchio commento schifato c\'è da mettersi le mani nei capelli ma i gusti sono gusti, -pacca sulla spalla-. Viene solo da dire che probabilmente alcuni ascoltatori hanno qualche dente avvelenato o non sono semplicemente avvezzi al genere/i, un misto di stoner, garage e onesto RnR. Che diamine c\'entrano poi Kiss e Pearl Jam, quelli si scialbi e monotoni da un bel pezzo, se ancora esistono (de gustibus,no?), resterà un mistero. Un piccolo gioiellino, non epocale, ma da posto fisso in playlist. |
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21
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Disco pazzesco, a distanza di 13 anni non è invecchiato di un giorno. |
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20
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Bell album ma nessunissima differenza con i Queens of the Stone Age. |
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19
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Personalmente , uno degli album più brutti che io abbia mai sentito!
Canzoni banali senza capo nè coda. Che peccato sentire un grande musicista come John Paul Jones suonare certe porcherie.....
Album molto sopravvalutato solo per i nomi dei musicisti che l'hanno composto! |
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18
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Supergruppo,ma la proposta che fanno non mi fa impazzire! |
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17
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Magnifico a dir poco... tiro pazzesco e un sound da paura. Per me è già un classico. con una line up del genere era lecito attendersi un disco di livello ma questi signori hanno superato ogni aspettativa |
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16
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Ascoltai per caso Mind Eraser da un amico e i feci prestare l' album.... non glilel'ho ancora restituito! Speriamo se ne sia dimenticato... Per me ottimo lavoro, da 80 |
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15
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Un nuovo classico, anche se Homme troneggia dal punto di vista compositivo e vocale, la sezione ritmica è semplicemente epica (beh Grohl - Jones se non è la migliore coppia degli anni zero poco ci manca) 90 |
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L'intro di batteria di No One Loves Me... vale tutto l'album. Voto 80. |
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13
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Bellissima recensione! Mah, a furia di sentire e risentire, è davvero un OTTIMO LAVORO! Vediamo cosa ci regaleranno per la prossima opera promessa entro il prossimo anno  |
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11
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Ma guarda forse il fatto è che non amo molto il sound dei QOTSA e quì si sente e come. Non mi parlare dell'ultimo dei Pearl Jam quella si che è una delusione. Dimenticavo: bellissima recensione! |
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10
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Personalmente non ci trovo nulla in comune con le ultime uscite dei Kiss o Pearl Jam...è tutt'altro genere e per quanto riguarda un altro spessore musicale |
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9
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A ma appare un lavoro onesto non dettato da sole mire commerciali. Non è male ma concordo con il commento n. 4 di zerba: nel genere c'è di meglio in giro. |
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7
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il disco mi interessa e devo ancora ascoltarlo... la recensione è spassosissima e ben scritta, snella e approfondita allo stesso tempo. complimenti. |
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6
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molto bello..suonato alla grande..è vero cresce pian piano..ed è proprio questo il suo punto di forza,visto ke molte volte ci si lascia trasportare dall'enfasi del momento per molti album,che poi a lungo andare perdono tantissimo,fino a scomparire molto velocemente dalla nostra playlist..questo è un album destinato a durare nel tempo..ne sono sicuro..amo josh homme,un genio..onore a questa band di grandi artisti.. |
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5
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Certi musicisti nenache li commento più, li ascolto e basta... Il disco ha bisogno di tempo per crescere come dice giustamente il recensore ma appena si trova il feeling giusto scatta il chi lo toglie più dallo stereo!!! |
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4
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Concordo con IPSOS, album poco più che sufficiente, la concorrenze è nettamente superiore (Chickefoot, Kiss, Pearl Jam...) Voto: 6,5 |
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3
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album più che sufficiente ma poco più... |
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2
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L'ho ascoltato proprio ieri e che dire... album stupendo ma c'era da aspettarselo conoscendo quei 3 musicisti... e so anche cosa farmi regalare per natale Ottima recensione Dario, mi è piaciuto rileggere la loro storia e sono d'accordo con te che diventerà un classico, voto 85 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. No One Loves Me & Neither Do I 2. Mind Eraser, No Chaser 3. New Fang 4. Dead End Friends 5. Elephants 6. Scumbag Blues 7. Bandoliers 8. Reptiles 9. Interlude with Ludes 10. Warsaw or the First Breath You Take After You Give Up 11. Caligulove 12. Gunman 13. Spinning in Daffodils
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Line Up
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Josh Homme – lead vocals, guitars John Paul Jones – bass, keyboard, piano, keytar, slide guitar, mandolin, vocals Dave Grohl – drums, vocals
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RECENSIONI |
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