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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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( 6559 letture )
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Prima di esporre il mio giudizio su Carboniferous, vorrei portare la vostra attenzione ad un livello cognitivo che vi permetterà di assaporare questa critica, ma soprattutto l'ascolto dell'album, sentendovi depurati e sgombri mentalmente, allontanate via chi vi sta di fianco, se vi serve e concentratevi sulla definizione che state per leggere:
l'arte, nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana - svolta singolarmente o collettivamente - che, poggiando su accorgimenti tecnici, abilità innate e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall'esperienza, porta a forme creative di espressione (arti dello spettacolo, arti visive ...). Nella sua accezione odierna, l'arte è strettamente connessa alla capacità di trasmettere emozioni, per cui le espressioni artistiche, pur puntando a trasmettere "messaggi", non costituiscono un vero e proprio linguaggio, in quanto non hanno un codice inequivocabile condiviso tra tutti i fruitori, ma al contrario vengono interpretate soggettivamente.
Sì amici, perchè stiamo parlando proprio di questo, di arte, di libertà d'espressione, di anarchia musicale che mi fa ribollire il sangue, stilisticamente indefinibili, influenzati da qualsiasi tipo di genere musicale, jazz, crossover, hard-core, elettronica, prog ed è decisamente disarmante riuscire a classificarli e comprimerli in un genere stilistico già creato da qualcuno.
Trasudano passione, sono dei ribelli liberi da vincoli, senza condizionamenti imposti, gli Zu sono l'espressione più ampia di quello che dovrebbe diventare il mondo dell'arte musicale!!! Il trio di matrice tutta italiana, “robba de noartri”, dovrebbe rendere fiero chiunque abbia voglia di riscatto musicale in Italia, è formato da Jacopo Battaglia (batteria), Luca Mai (sax) e Massimo Pupillo (basso) che vantano collaborazioni con personaggi del calibro di Mike Patton (attuale produttore), Mats Gustaffson, Eugene Chadbourne e Nubukazu Takemura che gli hanno dato la possibilità di crescere e sviluppare la loro espressività. Laziali di nascita, dodici anni di Zu e dieci uscite discografiche hanno dato la possibilità a questi ragazzi di raggiungere il loro massimo grado di maturità e chissà cosa ci regaleranno negli anni a venire.
Carboniferous è un album brutale, emotivamente carico, intriso di rabbia che si esprime nell'aggressività del noise controllato, gracchianti ed animaleschi, sax sempre sull'orlo di una crisi di nervi, starnazzante, come se quel lamento provenisse da un animale avvolto da una paura incontrollabile, ritmica solida e calda come sempre, che si muove compatta, una materia avvolgente che instaura un rapporto di fiducia con chi ascolta. Dico questo perchè è ipocrita pensare che questo possa diventare un album per tutte le orecchie, ha dei passaggi ritmici molto concettuali, faticosamente assimilabili per chi è abituato ad una linearità compositiva e ad una melodia predominante, scordatevi tutto ciò, questa è musica cerebrale, intellettuale se così si può definire.
L'album apre con Ostia, un brano apparentemente di stampo “commerciale” ma che disperde subito le sue false aspettative con il primo attacco d'isteria di Luca Mai, azzeccatissimo, per poi svilupparsi in prepotenti assalti elettro-ritmici che proseguono instancabili fino ad Orc, sapore psichedelico, dal colore nero e maligno ma dal potere rilassante, che ti fa spegnere lo stereo senza ansie accumulate durante l'ascolto di Carboniferous. La dinamicità sincopata è onnipresente, varia, muta si trasforma e prende tagli completamente diversi ogni volta che un minuto si sussegue all'altro, in precisi momenti, i timpani dotati di un bagaglio culturale invidiabile, intuiranno un diverso taglio stilistico degli Zu, una timbrica inconsueta che salterà subito alla loro attenzione. Le partecipazioni con King Buzzo dei Melvins in Chthonian e Mike Patton in Soulympics sono palpabili, il loro stile trapela come un aroma inconfondibile, come l'odore di una donna che conosci, se lo avverti, ti giri … è inevitabile.
Non posso fare altro che elogiare quest'ultimo lavoro, che cambia nettamente l'approccio sonoro rispetto al passato, intriso di sonorità distorte accompagnate da buonissima elettronica ed ampiezze armoniche di gran gusto, le quali erano poco presenti in album come Igneo che tendeva al rispetto della reale acustica dello strumento, sfociando su tonalità più morbide e suoni più “naturali”. Il carattere non glielo leva nessuno e spero che perseverino sulla linea della compattezza del suono e che continuino ad tirare fuori dal cappello le formule che li hanno contraddistinti fino ad ora, Carboniferous è decisamente il loro miglior lavoro. Ora spetta a voi confermare le mie sensazioni.
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Visti ieri per il decennale di Carboniferus. Incredibili, voto 90. Ho preso anche l'album. Che trapani |
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20
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Pazzeschi...cercherò l'album, deve stare neòòa mia collezione |
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e comunque fantastici! |
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piu' che inclassificabili i zu sono mathcore! |
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L'ho ascoltato dopo aver perso un loro concerto a Torino qualche settimana fa, che mi era stato stra consigliato, e a cui non ho potuto presenziare. anarchico è la miglior definizione possibile, ma in senso positivo, implica assenza di controllo e di limiti, non caos fine a sé stesso. Forse il disco più estremo che abbia sentito in questo 2015 |
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16
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Dei malati di mente, in senso buono. Album indecifrabile nella sua schizofrenia, follia e visionarietà. Splendidi musicisti e compositori schizoidi, album tra l'eccezionale e la presa per il culo  |
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15
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disco assoluto. uno dei vertici della musica italiana degli anni zero. il voto medio dei lettori fa capire quanto sia musicalmente aperto l'ascoltatore medio di metal |
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14
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Dimenticavo: Ostia è a tutt'oggi una delle canzoni più fuori controllo e folli che personalmente abbia mai sentito. |
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13
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Album mostruoso... gruppo mostruoso... Si raggiungono tassi di follia pura in queste canzoni che raramente avevo udito in altri gruppi. Meritano. |
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12
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Onore agli Zu. Sono Micidiali. |
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11
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Devo fare mea culpa...li ho visti live subito dopo l'uscita dell'album e li avevo giudicati piuttosto male(sicuramente,a questo punto, per colpa dell'acustica e forse un pò anche del troppo alcool) andandomene quasi irritato. Riscoperti quasi per caso in macchina di un amico adesso sto adorando questo Carboniferous ogni giorno di più... |
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10
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Grazie Hm ... spero di continuare sempre così! |
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9
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Disco eccezionale; se fossero americani sarebbero famosissimi ma essendo romani nessuno li conosce. Bravo Bone Pumkin hai fatto una bella recensione. |
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Il mio voto: 90. Disco DA AVERE! |
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Tribal axis ... dal vivo sono sempre diversi, d'altronde è la loro natura! Credo che andrò a risentirli il 16 a Madonna dell'Albero - Ravenna ... poi vi farò sapere se confermano la loro continua crescita!  |
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6
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benvenuto e bella recensione. disco strabiliante, dal vivo ancora meglio |
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grazie a voi ... |
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E intanto... benvenuto... |
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Con questo disco hanno raggiunto una maturità estrema Enry ... hai centrato in pieno l'essenza di questo album! Anarchia totale, ma gli Zu, avendo profonde inflessioni jazzistiche, non potevano far altro che suonare d'istinto! Consigliato alle "menti aperte" e alle "menti esperte" ... non tutti sono in grado di filtrare l'immensità d'informazioni che escono dalle casse. Metti il tuo voto  |
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1
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Davvero un gran bel disco, anarchico è la parola giusta. Disco che cresce con gli ascolti, decisamente consigliato alle " menti aperte". 80/100 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Ostia 2. Chthonian 3. Carbon 4. Beata Viscera 5. Erinys 6. Soulympics 7. Axion 8. Mimosa Hostilis 9. Obsidian 10. Orc
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Line Up
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- Jacopo Battaglia: drums - Massimo Pupillo: bass - Luca T. Mai: saxophone
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