|
27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
|
|
Faust (ITA) - From Glory To Infinity
|
( 3671 letture )
|
Quello dei Faust è un nome che circola da molti anni, esattamente dal lontano 1992. Dopo due interessanti prodotti underground, alias un demo del 1993 ed un mini del 2001 ...And Finally Faust!, sembrava essersi perso traccia di questo interessante progetto nostrano. Invece sotto l'egida della Stygian Crypt Productions (per il mercato europeo) e della Paragon Records (per quallo americano) giunge fino a noi il tanto agognato primo full-lenght From Glory To Infinity.
A capo di questa agguerrita combriccola troviamo Aleister (Ancient, Abgott, Bastard Saints) cantante e chitarrista, il quale appunto si avvale di una line-up di tutto rispetto e dove spicca un nome su tutti, ovvero sua maestà Steve DiGiorgio. Il resto non è certo da meno: formazione che si completa con alla batteria Darek Daray dei Versania (qualcuno lo ricorderà anche dietro le pelli dei Dimmu Borgir) e alle chitarre Ghiulz Borroni e Luca Princiotta dei nostrani Clairvoyants.
Musicalmente parlando ci troviamo al cospetto di un album di death metal, tecnicamente ineccepibile e debitore di certe sonorità di fine anni '80 inizio '90 che prendono spunto tanto dalla scuola americana per brutalità, velocità e violenza, quanto da quella svedese per le ottime melodie e i numerosi spunti solistici. Nulla di nuovo sotto il sole dunque, anzi sotto la luna mi verrebbe da dire, come suggerito da una foto all'interno del libretto; ma a onor del vero il platter si fa ascoltare che è un piacere, non presenta alcun filler al suo interno e tutte le canzoni hanno una particolare soluzione, un'accattivante melodia o un riff spezzacollo al loro interno così da riuscire a mantenere costante l'attenzione del malcapitato di turno.
Grazie anche alla loro durata non eccessiva, le songs rimangono facilmente fruibili ed assimilabili anche dopo pochissimi ascolti. Manifesto del gruppo potrebbe essere presa Wet Veils, brano dove i nostri danno sfoggio di tutte le loro caratteristiche principali, dal growl cavernoso ma espressivo nel contempo di Aleister ai tempi più heavy- oriented sapientemente intersecati alle stratosferiche accelerazioni di blast-beat. Come non citare le due strumentali Pig God Dog e la conclusiva A Religion - Free World's Dream. Nella prima le chitarre si inseguono l'un l'altra in una appassionante gara per accaparrarsi il trofeo per l'assolo più bello, mentre nella seconda è protagonista un semplicissimo ma altrettanto sbalorditivo riff ripetuto per circa due minuti, accompagnato da un arpeggio in sottofondo e dalle stupende corde di DiGiorgio che ci ricorda ancora una volta perché è uno dei più bravi ed espressivi bassisti della storia del metal.
A tal proposito è doveroso spendere due paroline in più per il caro vecchio Steve, fautore di un lavoro pulito, che in un certo qual modo oserei definire normale. Infatti, l'americano ha dalla sua qualche passaggio solista (come ad esempio l'apertura e la chiusura dell'ottima Sentimental Worship), ma nel complesso si distingue in fase di accompagnamento, mantenendo la proverbiale classe senza però conseguire invadente e rubando la scena agli altri strumentisti.
A completare il giudizio in positivo una produzione soddisfacente, piena e pulita quel tanto che basta da mettere in risalto ogni singolo strumento.
In definitiva From Glory To Infinity è un lavoro più che buono, invero poco originale ed evidentemente ancorato a vecchie sonorità che rimandano per forza ai mostri sacri del genere. Ciò nonostante è mio dovere consigliarlo, soprattutto e ovviamente ai fan del death metal, ma anche chi apprezza le melodie dell'heavy classico in chiave estrema ed infine agli appassionati del tecnicismo non esasperato perchè sempre al servizio della forma canzone.
Nota a margine: a mio avviso, le tette della suora in copertina sono siliconate!
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
8
|
@Hellion, buona quella dell'orologiao ao ao ao, ci sta perfettamente. So che Ghiulz è in giro con i Bulldozer adesso. |
|
|
|
|
|
|
7
|
Lo sapevo che la discussione andava a finire sulle tette della suora...hihihihi... |
|
|
|
|
|
|
6
|
Ma siliconate male...  |
|
|
|
|
|
|
5
|
E poi sono due tette siliconate di suora, una rarità! |
|
|
|
|
|
|
4
|
Bella mossa quella di sbattere due tette in copertina |
|
|
|
|
|
|
3
|
Per un ottimo ho sperato fossero i loro omonimi tedeschi, tutt'altro genere ma anche tutt'altra caratura... |
|
|
|
|
|
|
2
|
Con titoli come Pig God Dog, Holy Hole, A Religion – Free World’s Dream, Di Giorgio al basso e una suora in copertina palesemente rifatta... che dire, i complimenti sono d'obbligo! Onore al death italiano! |
|
|
|
|
|
|
1
|
..azzz, mi aspettavo un titolo tipo, orologiao ao ao ao, oppure la fazenda! ...si ma la strumentale?...ahahahahaha, che idioti! |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
Stygian Crypt Productions/Paragon Records
|
|
|
Tracklist
|
1. Purple Children 2. Wet Veils 3. Sentimental Worship 4. Golden Wine Countess 5. Servants Of Morality 6. Carnal Beatitude 7. Pig God Dog (Instrumental) 8. Holy Hole 9. A Religion – Free World’s Dream (Instrumental)
|
|
Line Up
|
Aleister – chitarra e voce Ghiulz – chitarra Steve DiGiorgio – basso Daray – batteria Luca Princiotta - chitarra
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|