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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Poisonblack - Of Rust And Bones
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( 4760 letture )
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Of Rust and Bones è la quarta fatica per i Poisonblack, la creatura dell'enigmatico Ville Laihiala; il gruppo dell'ex sentenziato prosegue dritto per la sua strada sfornando un album di goth'n roll molto guitar oriented in cui sono proprio le 6 corde, sporche e distorte, a fungere da base ideale alla protagonista assoluta del sound dei finlandesi, ossia l'ancor più sporca e graffiante voce di Ville (da “vecchio beone” come l'ha spesso autodefinita). Il tutto è retto da una sezione ritmica che, purtroppo per i Poisonblack, non fa certo gridare al miracolo: sono sì pregevoli alcuni brevi passaggi - quasi da solista - di basso (altrimenti amalgamato al suono della chitarra ritmica in modo anonimo) ma la batteria di Kanerva si limita a fare il suo senza mai colpire particolarmente i nostri timpani. Le canzoni sono costruite con l'intento di suonare orecchiabili, grazie a dei ritornelli studiati appositamente per rimanere in testa ed a dei riff un po' ripetitivi, che vengono però colorati nelle loro ripetizioni all'interno della stessa canzone mediante l'uso di diverse distorsioni e accompagnati da brevi solos (da notare l'uso smodato del pedalino wah-wah). Ho dimenticato qualcosa...ma cosa..?....Ah sì la tastiera... beh...dimenticato...che parola grossa, la Roland di Marco Sneck (Kalmah) è spesso latitante, non so se per scelte compositive o per un mixing che l'ha relegata a brevi sprazzi (il lavoro del suddetto tastierista è apprezzabile praticamente solo su The Last Song).
I testi dell'album sono stati interamente realizzati dal mastermind Laihiala e, come da tradizione, essendo questa musica un surrogato del suicide rock dei Sentenced, trattano di alcol e delle sue conseguenze, di noia, dolore, amore e del suicidio stesso; non c'è originalità, non c'è nessun cambiamento rispetto alle tematiche dei precedenti lavori del gruppo, siano essi scritti in base a logiche commerciali (perché il pubblico brama queste storie) oppure soltanto la genuina descrizione delle emozioni di Ville edulcorate con quello humor nero tipicamente finnico; è positivo il fatto che, nonostante parli spesso di alcool, il buon Laihiala si sia (così sembra) dato finalmente una calmata e abbia ridotto l'abuso di etanolo che stava cominciando a causargli seri problemi. Fatto salvo ciò, resto comunque curioso di sapere da dove sia venuta l'idea a lui ed alla band di registrare 2 dei brani di questo album completamente nudi... Proseguendo con le dolenti note è doveroso sottolineare quanto l'album sia un susseguirsi di alti e bassi dall'inizio alla fine: parte abbastanza bene con My Sun Shines Black e Leech, pezzi aggressivi, un po' ripetitivi, squisitamente catchy che riescono bene nel loro intento; seguono My world che mostra anche il lato “acustico” della band pur non esaltando l'ascoltatore e Buried Alive, la piccola perla di questo disco, con una voce più graffiante che mai, riff e assoli convincenti ed una ritmica che nella sua semplicità fa partire un po' di sano e genuino headbanging. Finita questa l'album sprofonda purtroppo in un piattume senza pari, praticamente nessuna delle canzoni che seguono ha l'appeal necessario per rimanere in testa all'ascoltatore; le canzoni più lunghe (Invinsible e Down the Drain) sono due mattoni difficilmente digeribili che non decollano mai; solo in The Last Song si torna a scorgere un po' di luce in fondo al tunnel grazie ad un assolo particolarmente azzeccato. Altro punto negativo è il mixing altalenante: in alcuni passaggi il volume della voce e della chitarra solista è troppo basso rispetto agli altri strumenti (Casket Case), mentre in altri la chitarra ritmica è registrata in modo confuso.
Laihiala è sicuramente un personaggio particolare, dotato di un certo fascino, ma le sue peculiarità unite ad un paio di buone canzoni non possono salvare un disco con questi difetti e con così scarsa originalità. Consigliato solo ai fan accaniti, gli altri se incuriositi possono limitarsi ad acquistare le prime 4 tracce in qualche negozio online. Rimandati.
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Parafrasando una celebre gag comica italiana: anch'io combatto ogni giorno contro i miei demoni ma non vado mica a dirlo in televisione!!! Braaaavo braaaaavo braaaaaavo Ville! |
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@paky: Credo che le spiegazioni siano sempre dovute quando ci sono delle critiche a chi recensisce, penso che tutti qui siano ben disposti a darle, basta chiedere sperando che i toni non si alzino troppo. Un saluto P.S: Il freddo non sarà bello, ma visto quello che a volte succede qui avessi la possibilità lo sopporterei. |
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Room 101, crazie si vede che al dilá delle diverse opinioni sei tra i pochi a non aver paura delle critiche (positive e negative). Ergo ti ringrazio di cuore per la tua risposta e spiegazioni. -La finlandia..non invidiarmi, menomale che ci sono concerti ogni secondo, -30 al buio per 24 ore per 5 mesi non é bello! -Ville é molto rispettato e conosciuto. -dei 15 casi alla fine se ne usano sei o sette, ma si é una lingua impossibile. -Il disco esce da un brutto periodo, e ce la sta mettendo tutta per uscire dall´alchol,usa la musica per togliere la merda che ha dentro ergo non in modo commerciale, tutti hanno un seocndo lavoro ergo non vivono di musica! Voglio chiarire che da il 90 % delle persone escono solo se giá ubriache, ergo é un fatto culturale che naturalmente non assolve il ville. Passo e chiudo finalmente soddisfatta! |
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Mammamia che putiferio (più italiano di così si muore), allora innanzitutto credo sia il caso di calmarsi un momentino, cercherò di rispondere alle critiche per punti senza offendere nessuno, allora: 1"siano essi scritti in base a logiche commerciali (perché il pubblico brama queste storie) oppure soltanto la genuina descrizione delle emozioni di Ville edulcorate con quello humor nero tipicamente finnico" La commercialità è solo una delle opzioni, non ho scritto che Ville fa musica da classifica (ovvio che ci si può pensare dato che manca di originalità rispetto ai lavori precedenti). 2.Circa i demoni di Ville mi pare di aver scritto che ha iniziato a bere meno, cosa che mi pare molto importante a livello di demoni personali, per il suo fegato e per la sua famiglia, è un elogio alla sua forza di volontà, ma con il disco non c'entra. 3.A parte i difetti di mixing, se sei in grado di ascoltare senza annoiarti per centinaia di volte quelle canzoni che ho segnalato come più fiacche hai la mia stima, io non ce la farei. 4.Circa il paragone con i Sentenced..tu vivi in Finlandia, noi in Italia- tralasciando la mia invidia perchè come paese deve essere un sogno, sia per civiltà che per cultura musicale- se da voi Ville è un musicista molto conosciuto, qui lo conoscono i fan dei Sentenced e altri che ascoltano questo tipo di musica, io devo accostarli, è dare informazioni, senza contare che è sempre Suicide Rock o come lo preferisci chiamare. P.S: anche il Finlandese è una bella lingua, non avesse 15 casi l'avrei imparato molto volentieri. |
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Bene il popolo metal italiano si dimostra ancora una volta non capace di accettare idee diverse e ancora una volta non propenso al dialogo che dovrebbe esserci: se mi dici che itensti sono banalmente incentrati su alchol, amore, suicidio, etc ...ma scusa ma il metal da quando canta di happy family e mulino bianco? L´album in questione di certo é piú cupo rispetto al precedente ma da sempre il ville in questione segue la propria vita, e scrive onestamente si vede che questo album é venuto fuori da un periodo appunto cupo... Questo album é venuto fuori da un periodo non felice e da ricordi del passato che Ville come sempre sputa sulla musica per liberarsene, io preferisco un album onesto anche se cupo e poco acceso, che racconta un pochetto di una vita vera, i veri musicisti dovrebbero prendere la loro vita e darla a chi conpra il disco no? in frasi come: I'm only good at destroying braincells The drunk robot I am...(da invisible) non vedo nulla di banale ma tanta onesta e voglia ri raccantarsi. Chiamatemi pure scema ma amcora credo nella musica che mi dia anestá. Ogni commento é ben accetto, ma se preferite la censura fate pure. |
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Ti stavo rispondendo, pacatamente come prima (e pure interessato al tuo point of view), ma dopo aver letto il commento nro 20 "passo e chiudo" ed invito Raven a fare lo stesso. |
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Paky, mi ci tiri per i capelli, ma l'accostamento al nazismo mi fa ......irritare da morire. In ogni caso stiamo uscendo dal seminato, per queste discussioni ci sono le mails private |
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Raver abbiamo due dizionari diversi, sto parlando di musica non di altro e mi sembra che tu non accetti le mie idee, se non si puó parlare e chiudi una discussione siamo a livelli nazzisti , in italia la libertá di parola e opinione esiste ancora. |
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lo so sto rompendo: ma non credo ad interviste conoscendo appunto i ragazzi, la mia opinione é formata da altro che interviste. |
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Paky, conosco il significato dei due termini stoo enunciati, mi riferivo al tuo (presunto) tono sprezzante, Ad ogni modo per ragioni che non ritengo oportuno specificare in questa sede, non intendo prendere lezioni di italiano da te o da nessun altro. Discussione chiusa, anche per non uscire dal seminato, visto che qui si dovrebbe parlare solo di musica . ps -si, l'italiano è veramente una bela lingiùua, la più bella del mondo. INDEGNO: 1 agg non degno; immeritevole 2 agg turpe, biasimevole |
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Interviste commerciali...scusatemi ma quando leggo queste cose mi sento tirata in causa...scrivo su magazine super indipendente ergo commerciale anche no, grazie LEGGI L INTERVISTA E POI MI DICI SE É COMMERCIALE! scusate ma giudicate senza aver letto un´intervista? e poi sono io la pazza? bene! |
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Credo che ad un recensore interessino molto poco i proclami, quanto invece il risultato finale. L'album è spento, indipendentemente dal confronto con i Sentenced che comunque ci sta, anche solo dal punto di vista evolutivo (involutivo?) e artistico. Io francamente ritengo più superficiale credere ciecamente a interviste commerciali, più che fidarsi del proprio spirito critico o -se volete- istinto recensorio! |
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Raven, qua abbiamo dei chiari problemi con l´italiano: indegno: indegno agg indegno:1 immeritevole che non si merita qlco 2 sconveniente che non si addice a persona o cosa Considerando questo portale ottimo non trovo degna questa recensione di questo portale. agg. superficiale: generico sommario approssimativo scarsamente approfondito. Riassumendo non ho insultato nessuno ma ho dato la mia opinione che riassunta é: questa é una recensione non approfondita e sommaria e non degna di un portale che sonsidero invece ottimo: ah l´italiano che bella lingua! |
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Paky, intanto non sono io l'autore dell'articolo , ma al di là di questo non capisco il tuo acanimento, il punto è solo che l'autore del pezzo ha un punto di vista evidentemente diverso dal tuo, ti costa così tanto esprimere il tuo dissenso con toni meno accesi? Così sembra che tu abbia un interesse personale nella cosa. Ogni volta che qualcuno si permette di esprimere la PROPRIA opinione esprimendosi fuori dal coro sembra che in Italia si commetta reato di lesa maestà. La pensi diversamente? Lo hai liberamente scritto, quello che è inammissibile è il tono ed i termini, " recensione indegna e superficiale" sottintendono insulti, non opinioni. |
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e smettete anche di parlare dei poisonblack paragonandoli ai sentenced, ahimé non ci sono piú e i poison non sono i sentenced e non vogliono esserlo. dinanzi ai sentenced ogni band di quel genere musicale cade e perde anche i poisonblack ok, ma non paragonateli é una diversa band stop. |
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ti mando l´intervista per email se vuoi, qui non posso inserire il link |
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vivendo da decenni in finlandia certo il mio italiano ne risente ma controlla pure la parola recensionista sul dizionario. e leggi la mia intervista al Ville prima di dire che é solo particolare. 1 argomenta! essendo io chitarrista un pochetto capisco di musica dimmi dove sono musicalmente e testualmente banali i pezzi e pieni di difetti, Ville vi puó semprare particolare sul palco, ma sotto é una persona normalissima piena di talento, e differenza di molti la sua vita la mette in note e versi...non fa canzonette metalluse wanna be. |
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a si?! Questo potrebbe dipendere dal fatto che qui noi abbiamo solo recensori, e non recensionisti...... |
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Da recensionista, giornalista musicale e conoscente dei ragazzi e fnlandese d´adozione, trovo questa review indegna e superficiale. Mi spiace trovarla su questo portale che considero ottimo. Prima di conoscere personalmente i ragazzi ho avuto molte interviste con loro, capendo che il Ville é lontano anni luce dalle logiche commerciali di cui parli, chi scrive reviews dovrebbe imparare un attimino ad ascoltare e non solo sentire la musica. Nella sua musica, onesta all´invero simile il Ville ha sempre avuto le palle di combattere i suoi demon, che tutti abbiamo che che molti non hanno appunto...le palle di incontrare. |
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premetto che non conosco molto i Senteced, quindi non faccio paragoni con loro. Devo però dire che, mentre il primo album mi aveva lasciato indifferente, il secondo (Lust Stained Despair) mi era piaciuto molto. Nulla di innovativo, ma molto orecchiabile e corposo, ancora oggi lo ascolto con piacere. Purtroppo però il terzo era tornato all'anonimia del primo, mentre questo è anche bruttino. Peccato perchè non mi dispiacevano! |
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Il primo album non mi disse niente di che, questi Poisonblack non mi hanno convinto granchè, il paragone con i Sentenced giunge quasi inevitabile. @Giasse vorrei approfittare della tua presenza fra i commenti per rimembrarti che un pò di tempo fa hai promesso di rivedere i primi album dei Cradle of Filth, non voglio assolutamente permettermi di fare appunti al tuo lavoro, adoro le tue recensioni e proprio per questo mi farebbe davvero piacere vedere cosa ne esce fuori dai primi dei COF  |
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Purtroppo la parabola discendente è evidente, sia rispetto a Lust Stained Despair, sia ad un qualunque Sentenced. |
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mi intrometto e vado via subito: @ polenta: se però poi ascolti ma non compri, vuol dire che ha ragione Room 101 DDD |
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@ polenta violenta: Diciamo che sono stato così cattivello anche perchè descrive i Sentenced ma non sono i Senteced, ho rispetto per Ville ma al quarto album con la nuova band non è riuscito a creare qualcosa di originale. Non è tutto da buttare davvero, Buried Alive l'ascolto ancora volentieri adesso, però le altre proprio non mi hanno convinto, comunque ascoltalo ci mancherebbe altro, ecco, personalmente io mi comprerei un disco dei Sentenced che ancora non possiedo piuttosto che questo. |
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3
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Concordo in pieno con l´ottima recensione. Ho ascoltato il cd su internet e ho subito notato la sua mediocritá, purtroppo sono finite le magie degli album dei Sentenced e il cd é fiacco e ripetitivo e, a parte 3-4 canzoni, appare anche noioso. |
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non sarai un pò cattivello? cioè la prima parte della recensione descrive i sentenced alla parfezione e loro li ho sempre adorati. forse non lo compro ma un ascolto di sicuro ce lo darò |
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questo è il disco più debole dei poisonblack, anche se ha un qualcosa di settantiano piuttosto affascinante. voto: 62 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. My Sun Shines Black 2. Leech 3. My World 4. Buried Alive 5. Invisible 6. Casket Case 7. Down The Drain 8. Alone 9. The Last Song
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Line Up
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Ville Laihiala- Vocals / Lead guitars Janne Markus - Guitars Marco Sneck- Keyboards Antti Remes - Bass Tarmo Kanerva - Drums
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RECENSIONI |
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