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Poisonblack - Lust Stained Despair
( 3657 letture )
Le basi gettate dai Poisonblack con Escapexstacy trovano un interessante seguito nel follow up Lust Stained Despair. La band creatura di Ville Laihiala (frontman storico dei Sentenced) passa attraverso alcuni cambiamenti di line-up nei 3 anni dall'uscita del debut, il più significativo dei quali l'abbandono del vocalist Juha-Pekka Leppäluoto (Charon). La soluzione più logica ma non così scontata per stessa ammissione di Laihiala, ossia il suo ritorno dietro il microfono dopo l'esperienza decennale con i Sentenced, è indubbiamente la chiave di lettura principe di questo lavoro, dove troviamo una decisa virata verso sonorità metal rispetto al suo predecessore, molto più rock oriented e nella scia di band quali 69 Eyes e H.I.M. Pur restando nei confini e nei cliché gothic, fatti di atmosfere e sonorità oscure e melodiche quanto basta, l'album non ne abusa risultando piacevolmente moderno, con quel pizzico di originalità necessaria per non essere semplicemente uno dei tanti act della scena metal finlandese.

La scelta musicale del gruppo è chiara sin dall'inizio: Nothing Else Remains è il classico opener d'assalto, graffiante e ottimamente interpretato dal frontman di Oulu. Il ritmo e la fluidità del riffing di Laihiala (principale autore dei pezzi, nonché chitarra solista) e Markus, sebbene parzialmente penalizzati da una resa sonora non sempre all'altezza, rendono i pezzi molto più freschi e accattivanti rispetto a quelli di Escapexstacy, vittime di diversi cali di tensione. Hollow Be My Name è uno dei momenti più significativi dell'album, figlio un songwriting d'impatto che trova la sua massima espressione nelle liriche incisive del refrain. Non alla stessa altezza la successiva The Darkest Lie, la quale si fa notare per una notevole sezione ritmica nel verse (brillante il groove portato dal basso di Antti Remes), ma sembra arrancare nella costruzione tra i canoni del genere. Rush, unico singolo estratto dall'LP, spinge nuovamente sull'acceleratore, ed è ancora il singer Laihiala a regalare il giusto dinamismo ad un pezzo godibile soprattutto in sede live. Nail è impreziosita dalla ricerca melodica di Marco Sneck alle tastiere, finalmente parte integrante degli arrangiamenti, e da un testo di una ricercatezza sconosciuta e sorprendente persino per gli estimatori di lunga data di Laihiala - nota quest'ultima che vale per tutta la stesura lirica dell'album, imperniata sui conflitti interiori tra vizi, passioni e virtù del trentacinquenne rocker finlandese. Il duo Raivotar e Soul In Flames sale alla ribalta sulla falsa riga di Rush; una linearità che può trarre in inganno, ma che invece rappresenta la presa di coscienza delle proprie potenzialità e lo sfruttamento della semplicità che ne è pregio. La ballad Pain Becomes Me certamente trasuda emozionalità e lascia aperta un'interessante prospettiva acustica per i live-set della band, ma allo stesso tempo non nasconde soluzioni quasi impersonali se confrontate con quanto proposto in precedenza. Never Enough si aggiudica la palma del pezzo più “heavy” dell'album, districandosi tra l'ottimo drumming di Tarmo Kanerva e il muro sonoro creato dalle chitarre; ancora una volta nei panni di vocalist Laihiala fornisce una prova convincente, trascinante nella sua vena più carismatica. Love Controlled Despair non si discosta più di tanto dagli standard qualitativi del disco, senza però impressionare. Un valido apripista per un finale, The Living Dead che rappresenta la perfetta sintesi del nuovo universo Poisonblack: una band ad immagine e somiglianza del suo creatore, che non disdegna richiami al passato (l'arpeggio iniziale ricorda diversi episodi della produzione dei Sentenced), strizza l'occhio ad un pubblico sempre più vasto e si proietta nel futuro con la voglia di stupire; una promessa... da mantenere.



VOTO RECENSORE
70
VOTO LETTORI
47.72 su 25 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2006
Century Media
Gothic
Tracklist
1 "Nothing Else Remains" – 3:55
2 "Hollow Be My Name" – 4:43
3 "The Darkest Lie" – 4:35
4 "Rush" – 4:06
5 "Nail" – 4:47
6 "Raivotar" – 4:55
7 "Soul in Flames" – 4:23
8 "Pain Becomes Me" – 4:07
9 "Never Enough" – 4:15
10 "Love Controlled Despair" – 3:51
11 "The Living Dead" – 4:35
Line Up
Ville Laihiala - voce / chitarra
Janne Markus - chitarra
Marco Sneck - tastiere
Antti Remes - basso
Tarmo Kanerva - batteria
 
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