|
27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
|
|
|
( 7458 letture )
|
Ritorna sul mercato Nortt, quel folletto danese un po' Burzum un po' Mad Max che da sempre cerca di avvicinare due generi che, tradizionalmente, hanno ben poco da spartire, il Doom e il Black.
Ritorna, con un edizione tirata a lucido di quel che fu il vinile uscito l'anno scorso sotto Sombre Music , un elegante digipack tanto piacevole agli occhi quanto pericoloso per le tasche (nei giorni immediatamente successivi all'uscita la Diehard lo vendeva all'incredibile prezzo di 27 euro, poi, pare su pressioni dello stesso Nortt, il prezzo è stato riportato a livelli più ragionevoli).
Il nostro buon Nortt, paladino del "Pure Depressive Black Funeral Doom Metal" (sue parole, non prendetevela con me), dà alla luce un prodotto tanto maestoso quanto dannoso come un cancro, un prodotto che rapisce facilmente l'attenzione dell'ascoltatore e lo conduce in un abisso più nero del nero.
Pur essendoci presente molte congruenze, non è azzeccatissimo paragonare Nortt ai Forgotten Tomb, forse i migliori esponenti di Black contaminato da influenze Doom: in 'Gudsforladt' la componente prettamente Black è quasi completamente cancellata, le "accelerazioni" del passato sono ormai solo un lontano ricordo, però...c'è un però. Eh già, perchè il cd non conterrà scream sparati a 200 km/h, ma puzza di Norvegia a non finire. Una malignità celata in note che vengono sputate fuori a ritmo funebre, e per questo ancora più pericolosa. Un cuore nero che vomita rabbia in un corpo prossimo alla morte.
Con quest'opera Nortt dona il secondo figlio, dopo 'Lead And Aether' degli Skepticism, all'opera iniziata tanto tempo fa dai Thergothon: in 'Gudsforladt' regna un' atmosfera soffocante ed oppressiva, il suono è tanto gelido, grazie ad accordi che paiono essere suonati su di una chitarra dalle corde di vetro e alle lancinati vocals di Nortt, quanto 'catartico', in virtù del sapiente utilizzo di pianoforte e synth.
Da citare senza dubbio quello che è un pregio-difetto del disco: le canzoni sono ben 11, come si può immaginare quindi la durata media non supera i 4-5 minuti, media ben lontana dagli standard del genere. Questo fatto può creare piacere/fastidio dipendentemente dal gusto medio dell'ascoltatore: punto a favore per il blackster che vuole avvicinarsi ad un simile prodotto, punto probabilmente negativo per i maniaci del Funeral Doom che non faranno quasi a tempo ad ambientarsi ad una canzone che già lo stereo segnerà l'inizio della successiva.
Il voto è alto, me ne rendo conto, ma di fronte ad una simile esperienza, ostica sì, ma tremendamente affascinante, non si può rimanere indifferenti.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
2
|
Album tenebroso e malsano.. Angoscia suprema... |
|
|
|
|
|
|
1
|
Mamma mia che disco...Ci sono arrivato con 6/7 anni di ritardo ma alla fine sono riuscito a recuperarlo. Davvero oscuro e soffocante...90 anche per me. |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
01. Graven-intro
02. Døøden
03. Glemt
04. Gravfred
05. Hinsides
06. Hedengangen
07. Døød og borte
08. Nattetale
09. De døødes kor
10. Dystert sind-outro
11. Evig hvile (bonus track)
|
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|