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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Trelleborg - Lands Of Njord
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( 3893 letture )
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Da San Pietroburgo, Russia, arrivano i Trelleborg, formazione che giunge al debutto su lunga distanza con Lands Of Njord dopo aver dato alle stampe un demo nel 2006. Musicalmente si autodefiniscono epic-viking-battle-metal con elementi di humppa: descrizione fantasiosa ma abbastanza veritiera, in quanto gli elementi dei generi prima menzionati sono tutti, quali più quali meno, presenti nelle tracce che compongono l’album. Il problema principale di Lands Of Njord è l’altalenante qualità dei sessanta minuti del disco, oltre al fatto che ogni canzone suona fin troppo diversa dalle altre. Ulteriore punto a loro sfavore sono i tanti brani strumentali, ben quattro per un totale di diciotto minuti, mettendone in scaletta addirittura due di seguito, la divertente Metsanhumppa (più che un brano strumentale sembra una canzone senza voce) che mi ha ricordato i Black Messiah e la sinfonica At The Last, al contrario noiosa e fuori luogo.
Qualcosa di buono c’è: Gunbjorn (Birth Of Skerriz) è una canzone ottima e fortemente debitrice agli Ensiferum, Spellful Cup è un brano folk che ricorda i Korpiklaani di qualche anno fa, mentre Born Under Sign si fa notare per una certa somiglianza coi Borknagar più recenti. Come si può ben capire i Trelleborg mancano di personalità e difatti anche le altre canzoni di Lands of Njord ricordano band famose e affermate (Finntroll, Turisas, Vintersorg) senza aggiungere qualcosa di personale. La produzione è di quelle a basso costo, anche se non malaccio: i volumi sono un po’ fiacchi e qualche strumento andava curato maggiormente (le poco incisive chitarre in primis). La voce di Lord Volland esce bene ed è una delle poche note davvero positive dell’album: apprezzabili sia lo scream (poco usato), sia il pulito (assai evocativo). La brutta copertina, caratterizzata da una cattiva scelta cromatica, raffigura Njord, dio dei mari e dei venti nella mitologia scandinava, con ai suoi piedi due drakkar che vengono inghiottiti dalle onde sotto un plumbeo cielo color viola.
Forse la voglia di strafare, di mostrarsi capaci, o semplicemente l’inesperienza ed un songwriting acerbo, hanno portato i quattro musicisti russi a confezionare un album che in fin dei conti non è né carne né pesce; non brutto, ma neanche tanto buono da giustificare la spesa per l’acquisto del cd. Rimando quindi i Trelleborg al prossimo disco, sperando che nel frattempo studino parecchio e decidano cosa vogliono suonare da grandi.
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1
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si però gunbjorn è una belle migliori canzoni folk metal degli ultimi anni |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Entering The 2. Gunbjorn (Birth Of Skerriz) 3. Against The Winds 4. Born Under Sign 5. Metsanhumppa 6. At The Last 7. Sudden Arise 8. From The Seas 9. Spellful Cup 10. Tale Of The Immortals 11. Birth Of Skerriz (orchestral)
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Line Up
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Lord Volland (Voce, Chitarra, Tastiera) Oksi (Fisarmonica) Ül (Basso) Alwar (Batteria)
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RECENSIONI |
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