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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Odroerir - Götterlieder II
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( 4059 letture )
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Non mi fido (e non mi sono mai fidato) delle definizioni che trovo su internet, tanto più se queste sono “proclamate” direttamente dalle case discografiche che producono/vendono i cd. Così quando ho letto “2nd Part of their Musical Adaption of the Edda. Epic Pagan Folk Metal” in riferimento al nuovo Götterlieder II degli Odroerir ho pensato ai tanti che potrebbero pensare alla solita sparata per riuscire a piazzare qualche copia in più: di esempi se ne potrebbero fare tantissimi, in tutti i sottogeneri dell’heavy metal. Ma conoscendo gli Odroerir e i loro precedenti impegni…
I testi trattano infatti dell’Edda poetica, una raccolta di poemi in norreno estratti dal manoscritto islandese del XIII secolo Codex Regius: insieme all’Edda in prosa (scritta da Snorri Sturluson) è la più importante fonte di notizie sui miti germanici e sulla mitologia norrena che già erano confluiti in Götterlieder. Quello che ne esce è un secondo concept originale e molto simile ad una colonna sonora. Al di là delle facili enunciazioni, poi azzeccate, ciò che più mi ha colpito di Götterlieder II è che la tracklist suona incredibilmente fresca pur non portando particolari novità all’interno del sound, un tradizionale folk metal altresì ricco di spunti personali (che vedremo). Pensandoci bene (e a posteriori) le premesse c’erano comunque tutte: una discografia, seppur limitata a due release, di buona qualità e, soprattutto,la presenza di Fix (axeman dei bravissimi Menhir) a certificare che gli Odroerir non sono certo un gruppo teutonico qualunque.
Il disco si apre in maniera epica con le percussioni ed il violino di Heimdall, ai quali si aggiungono molto presto flauto e chitarra. Il cantato di Fix è delicato e ben si addice al sound del gruppo. La canzone dura oltre otto minuti e, grazie a un songwriting di assoluta qualità, risulta varia e piacevole per tutta la sua durata. Trova spazio pure un bell’assolo di chitarra, stilisticamente vicino all’heavy metal ma contestualizzato, che arricchisce ulteriormente una canzone praticamente perfetta. L’ascolto prosegue con i tre minuti di Bifröst, un brano chitarra-voce (e cori) che rimanda a terre lontane dove la natura è la signora incontrastata che incute timore e rispetto. Des Thors Hammer Heimholung vede nuovamente protagonista il violino di Veit: una prima parte soffice e leggiadra in cui il limpido cantato di Natalie Nebel disegna scenari sognanti, viene doppiato da una seconda metà pesante e metallica decorata dalle dolci melodie di Veit. La quarta traccia -Idunas Äpfel- è una malinconica ballata acustica dalla lunga durata, dove i cori maschili e la voce delicata di Natalie si amalgamano perfettamente con gli arrangiamenti, creando un’atmosfera evocativa di sublime riuscita. Con la successiva Skadis Rache le 6 corde tornano a ringhiare e il sound a giocare con un gusto tipicamente folk metal: la novità (presente solo in questa canzone) del cantato growl nella parte centrale del brano si sposa perfettamente con l’aumento di bps del drumming e con il riffing roccioso di Fix eStickel. Ulteriore brano acustico -Der Riesenbaumeister- con un grazioso arpeggio di chitarra a fare da sottofondo al cantato di Fix che ben si alterna con Natalie e il coro di voci maschili. In tutto l’album è presente un perfetto alternarsi e sovrapporsi di voci (lead e backing) che riesce costantemente a non cadere nel banale e, anzi, a rappresentarsi quale più evidente trademark del sound degli Odroerir. In chiusura troviamo i diciannove minuti di Allvater, una lunga cavalcata dove sono presenti tutti gli elementi che rendono il gruppo della Thuringia unico e originale: trovano infatti spazio le bellissime melodie di violino, i riff di chitarra sempre granitici e mai invadenti, l’alternarsi delle voci coi cori e -soprattutto- quella sensazione (iper-sensoriale e bellissima!) che proietta in un mondo fatto di natura incontaminata, di silenzio e devozione, di fitti boschi all’interno dei quali l’aria si fa pesante e non un raggio di sole riesce a penetrare il fitto fogliame degli imponenti e secolari alberi.
La musica dei sei tedeschi è un personalissimo folk metal in cui, una volta tanto, non sono presenti ritmi danzerecci o riff spacca collo ed, anzi, ogni singolo strumento si mette al servizio del songwriting dando origine a un sound delicato, morbido e dolce. Götterlieder II è in grado però di penetrare senza pietà la carne per colpire a morte il vostro cuore: dopo solo un primo ascolto l’ascolto non potrete più voltarvi, completamente conquistati dalle atmosfere fantastiche che questi bravi musicisti sanno creare. Se siete dei veri folk metaller (o più genericamente, se avete buon gusto) questo cd deve far parte della vostra collezione.
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4
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Perfettamente d'accordo con la recensione di Fabriziomagno. Disco decisamente grazioso di una band purtroppo mai considerata come merita. Voto 80/100 |
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3
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Adoro questo disco, mi fa sognare, come tutti i loro lavori, voto: 95.. tra le migliori uscite di quest'anno in ambito folk, MAGICI! |
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2
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ehhh..cavolo c'era da aspettarselo dagli odroerir un cpolavoro!! mitici! |
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1
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il più bel disco folk metal degli ultimi anni, capolavoro.... voto 97 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Heimdall 2. Bifröst 3. Des Thors Hammer Heimholung 4. Idunas Äpfel 5. Skadis Rache 6. Der Riesenbaumeister 7. Allvater
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Line Up
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Fix (Voce, chitarra, Schalmei grande, Flauto, Mandolino, Tastiera) Natalie Nebel (Voce) Stickel (Chitarra, Schalmei piccolo) Veit (Violino, Violoncello) Manuel "Marley" Schmidt (Basso) Philipp (Batteria)
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RECENSIONI |
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