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Ophis - Withered Shades
( 5029 letture )
Dopo la piacevolissima sorpresa del debut album Stream Of Misery, eccoci di nuovo a parlare della formazione tedesca che risponde al nome di Ophis. Poche le notizie circolanti in rete, quasi irrilevante il clamore e la pubblicità su questa nuova uscita: sotto questo aspetto la band teutonica sembra uscita direttamente dalla scena musicale di almeno una decina di anni fa. Il loro sound parla in maniera chiara e senza possibilità di fraintendimenti: gli Ophis sono fautori di un doom/death decisamente old school, poco incline ad aprirsi in ariose partiture melodiche o afflati romantici, seppur rispetto alle band anni ’90 del settore i nostri abbiano preso il meglio e lasciato da parte le ingenuità di chi doveva inventarsi un genere.
Un sound ricco, corposo, opprimente e matematicamente calcolato in ogni suo minimo dettaglio; questo è il modo migliore per far tesoro delle proprie influenze.

Fin dall’apertura affidata alla temibile The Halls of Sorrow, i tedeschi mostrano le loro carte migliori: chitarre dissonanti in lancinanti riff dal sapore depressive, growl ultra cavernoso e terremotanti contrappunti in doppia cassa. Un stile severo, conciso, che non lascia spazio ad alcun barlume di speranza. Gli accenni melodici, presenti in questo brano e in maggior misura sulla successiva Suffering Is a Virtue, giocano sapientemente sulle corde di una malinconica rassegnazione, lasciando cadere nel vuoto l’eco delle single note e dei preziosi arpeggi che la chitarra disegna. Nell’economia generale di questo Withered Shades un ruolo fondamentale ricoprono inoltre le accelerazioni death metal; potenti, precise dal punto di vista ritmico e coinvolgenti nella loro interpretazione vocale da parte di Philipp Truppa.
Il terzo brano, Earth Expired, rientra in quella categoria di composizioni atte a soddisfare i padiglioni auricolari più avvezzi a queste sonorità; si tratta di un blocco sonoro di oltre undici minuti, dove rari sono i netti cambi di riff, ma notevole è la cura delle sfumature all’interno di questo nero monolite carico di spleen esistenziale. Necrotic Reflection si insinua sotto pelle; con il suo procedere lento ed inesorabile cinge d’assedio i nostri sensi e le nostre percezioni, sotto la spinta di catacombali riff di chitarra e lenti rintocchi di rullante. Muri di suono complessi ed avvolgenti, vocalizzi che accennano allo screaming di matrice depressive black: impiegherete quindici minuti della vostra vita per ascoltare questo brano, ma poi non avrete più una chiara concezione del vostro essere. Nella conclusiva Halo Of Worm il basso di Oliver KröplinPhilipp, profondo e terribile anche in questo frangente.

Withered Shades è solamente il secondo lavoro degli Ophis; ma la maturità compositiva, dimostrata nel corso dell’intera opera, ci porta a considerare la band teutonica tra i principali modelli del doom europeo contemporaneo. Se volessi fornire un paragone appropriato, direi che gli Ophis stiano raccogliendo il testimone lasciato dai finlandesi Reverend Bizarre: dopo quest’album risulterà infatti difficile non fare i conti con Withered Shades, come negli anni recenti fu spesso inevitabile il confronto con In The Rectory Of Bizarre Reverend. Il fatto realmente incredibile di quest’opera è che di difetti palesi non ce ne sono, solamente la seconda traccia registra un sensibile calo qualitativo rispetto allo standard, dovuto probabilmente ad una precedente scrittura del pezzo, precisamente ai tempi di Stream Of Misery. Fate vostro quest’album, nel suo piccolo è già un classico del genere.



VOTO RECENSORE
86
VOTO LETTORI
67.15 su 44 voti [ VOTA]
Black Soul
Martedì 29 Ottobre 2024, 19.36.39
10
Album di alto livello, come testimoniano giustamente la recensione e i commenti. Un po\' meno il voto lettori; doveva avere ragione all\'epoca il commento numero 7
Spirit Of The Forest
Sabato 3 Febbraio 2024, 21.50.17
9
Ottimo macigno che scava nel profondo avvolgendo di notturna disperazione l\'ascolto.Solidi, credibili,non dispersivi.I riff non stancano,la tensione tiene,il disco funziona e convince. Bello.
diego
Sabato 3 Dicembre 2016, 9.53.13
8
un album che non stanca e che mi ricordano i primi katatonia. il voto è alto. che piacevole scoperta.
Faust
Mercoledì 16 Novembre 2016, 20.39.06
7
Gran bel disco, tra quei 23 che hanno sinora votato ci debbono essere diversi coglioni.
remy
Martedì 15 Novembre 2011, 17.09.01
6
Ottimo lavoro.
alzailcorno93
Domenica 3 Luglio 2011, 0.26.33
5
ennesimo gruppone scoperto grazie a metallized (e in questo caso particolare grazie a born too late)!!! ascoltato in determinate occasioni ha un effetto devastante (in senso buono) sù di me...grazie mille ancora
Ubik
Mercoledì 16 Febbraio 2011, 23.46.58
4
STUPENDO!
Giasse
Martedì 26 Ottobre 2010, 21.33.19
3
Un album fantastico. E non è mica facile sparare capolavori del genere in un ambito così poco innovativi. Gran gruppo davvero: la Solitude dovrebbe limitarsi a moniker di questo calibro invece che pescare a destra e a manca!!!
FURIO
Domenica 12 Settembre 2010, 20.07.59
2
Grandiosi... ti prendo in parola e lo ordino subito, bella rece!
Blackout
Domenica 12 Settembre 2010, 17.11.20
1
Che grandi gli Ophis.
INFORMAZIONI
2010
Solitude Prod.
Doom
Tracklist
1 - The Halls Of Sorrow
2 - Suffering Is A Virtue
3 - Earth Expired
4 - Necrotic Reflection
5 - Halo Of Worms
Line Up
Philipp Kruppa (vocals, guitar)
Jan Baum (guitar)
Oliver Kröplin (bass)
Nils Groth (drums)
 
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