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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Lingua - All My Rivals Are Imagery Ghosts
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( 2342 letture )
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È grazie al loro secondo album, All My Rivals Are Imagery Ghosts, che giungono sulle nostre pagine i Lingua. Questa compagine svedese, composta dalla classica formazione rock (chitarra, basso, batteria e voce), ci propone un rock moderno-alternativo, che in alcuni frangenti sfocia in sonorità post, pur stabilendosi su una linea d’onda abbastanza canonica, dove -inaspettatamente- un ruolo da coprotagonista lo riveste il corposo basso di Anders Calström, che si divide la scena con l’ascia di Misha Sedini e l’ugola di Thomas Henriksson, (fondatori di questo four-piece svedese messo sotto contratto dalla Aural Music).
Non vi nascondo che l’approccio col disco è stato quantomeno travagliato, perché, pur non presentando spunti particolarmente ostici per l’orecchio, l’omogeneità dei quattordici pezzi (decisamente troppi!, nonostante un minutaggio nella norma) appesantisce l’ascolto, mettendo in risalto una certa staticità della band in fase di songwriting; è indicativo, a tal proposito, che nonostante gli ascolti ripetuti, ancora oggi non sia riuscito a ricordare il titolo di una canzone o riconoscerla distintamente dalle altre. Insomma, sul disco aleggia una fitta coltre di nebbia che impedisce all’ascoltatore di distinguere delle figure nette, e perciò, si tende -come il sottoscritto- a non riconoscere i pezzi. Sicuramente da aggiungere che AMRAIG non è un album che punta all’immediatezza, per cui in ogni caso vi consiglio un ascolto prolungato del platter, cosa che ho fatto per più di un mese, senza -ahimé- ottenere i risultati auspicati. Arrivati a questo punto, avrete capito -se non lo avete fatto ve lo ribadisco in questo momento- che All My Rivals Are Imagery Ghosts non è un album che mi ha entusiasmato, e sinceramente penso che difficilmente potrebbe entusiasmare voi. Pur avendo delle potenzialità -anche in questo caso non riesco a tagliare la fitta coltre di nebbia per distinguerle nitidamente-, i Lingua non sono riusciti a tirarle fuori all’atto pratico, ovvero sia al momento della scrittura dei pezzi. La prova di Thomas Henriksson è a dir poco monotona: di fatto, non cambia mai registro nei quattordici pezzi proposti, dove, a peggiorare la situazione agiscono i diversi filtri applicati alla voce che altro non fanno che rendere statica una prova che raramente raggiunge la sufficienza; un po’ meglio se l’è cavata il chitarrista Misha Sedini, autore di una prova a tratti sufficiente, ma anche lui si mostra deficitario in fase compositiva, soprattutto per quanto riguarda i riff, dato che di assoli puliti non ce n’è nemmeno traccia. Come detto, la nota più positiva del disco/gruppo è proprio il bassista Anders Calström, che, pur non registrando una prova trascendentale, è riuscito a svolgere senza sbavature il suo compito. Praticamente non pervenuto il batterista Patrik Juutilainen, che si è limitato a seguire pedissequamente il resto del gruppo.
Qualcosa di salvabile c’è sicuramente, per esempio l’opener Leave Us Yours, Centerpiece, l’etnica Cobalt Sky, About Time e la conclusiva Disperse!, pur tenendo sempre presente che stiamo parlando di pezzi che si assestano su livelli di sufficienza. Tutto il resto cede -e anche abbastanza subito- il passo alla noia. Mi dispiace per i Lingua, che magari si saranno impegnati parecchio per questo album, ma non ci siamo proprio. Bocciati.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Leave Us Yours 2. It's A Massacre 3. Who's Doing That To You? 4. It's There, It's Life 5. Prodigal Son 6. I'm Not 7. Centerpiece 8. Foment 9. In Mere Defense 10. Cobalt Sky 11. About Time 12. To All Borders 13. Dejected 14. Disperse!
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Line Up
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Misha Sedini - guitars Thomas Henriksson - vocals Patrik Juutilainen - drums Anders Carlström - bass guitar
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RECENSIONI |
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