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Poisonheart - Welcome to the Party
( 1612 letture )
Non si può certo dire che i Poisonheart possano essere identificati o etichettati come band dallo scarso potere attrattivo e dall'aspetto poco simpatico.
Se non doveste credere alle mie parole, vi basterà guardare l'immagine posta in copertina per far incrinare l'incoerente immagine che potreste avete di loro, capovolgendola in quanto nessuno potrà dimostrare indifferenza alla vista di un fotomontaggio del genere.
Il progetto grafico non è di certo tecnicamente all'avanguardia, probabilmente frutto di un'autodidatta produzione casalinga, effetto di una fantasia comune a tutti, ma i Poisonheart sono riusciti a materializzarla egregiamente, senza introdurre volgarità e stimolando una forte sensazione di ilarità, grazie a quegli sguardi rivolti verso un cielo sostenuto da due stupende gambe protette da calze autoreggenti.
Sono certo che molti hanno pensato ad un artwork del genere, pacchiano e poco raffinato in ogni aspetto, ma i Poisonheart hanno avuto il fegato di proporlo.

Adesso passiamo al giudizio dell'aspetto più importante, quello che caratterizza una band rispetto alle altre e cioè il lato artistico, l'elemento che potrebbe elevare o distruggere il giudizio fin ora espresso.
Welcome to the Party non toglie né aggiunge niente ad un panorama musicale glam-sleaze di stampo ottantiano, il sound espresso emula e riporta alla mente le tante band appartenenti a questo settore stilistico, ma senza la sfrontatezza e le pretese che potrebbero esprimere bands al loro pari.
I Poisonheart, band bresciana di recente formazione, non esprimono una grande qualità né sotto l'aspetto strumentale che vocale; il livello tecnico è decisamente basso ma nelle loro tracce trasuda la voglia di divertirsi che capita sempre più raramente d'incontrare.

Welcome to the Party apre con la title track che rispecchia alla perfezione quanto sopra espresso, un brano in perfetto stile rock n' roll-glam, caratterizzato dalla strabordante presenza di cori, chitarre dal gain strozzato e dalle lineari progressioni che corrono parallelamente ad una sessione ritmica essenziale e standardizzata; il tutto marchiato dalla gracchiante ugola di Kery Krash, che identifica, nei limiti del possibile lo stile Poisonheart.
Il resto dell'album non si discosta molto dallo stile d'apertura: sia Lovehouse che Sexy Horpital seguono le impronte lasciate dalla title track e, per una band che crede di essere una nuova proposta, l'uso del copia ed incolla non è mai portatore di successo discografico; mi dispiace dirlo ma un produttore farebbe veramente fatica a credere in un progetto riscaldato.
Baby Strange cambia un po' questo l'aspetto di Welcome to the Party, una ballad non così scontata come la si possa immaginare, dove l'armonicità è ben strutturata, composta da riffs leggeri e ben legati che funzionano ed imprimono uno spiraglio di distinzione.
Chiude l'EP Hellectric Loveshock, una traccia potente e ben eseguita, con un buon tiro costante e dei cori che non vanno a saturare gli spazi vuoti, come per le tracce d'apertura.

Welcome to the Party spero rimanga solo un banco di prova per i Poisonheart, band che non dimostra grandi spiragli di crescita, ma spero vivamente di sbagliarmi e di riuscire a risentirli con un album più maturo e personale del presente.
Il glam-rock di cliché ha già sparato tutte le cartucce a sua disposizione, e per riuscire a scavalcare il recinto della consuetudine questo genere ha necessariamente bisogno di innovazione per poter rendere una proposta credibile e di successo.
Cari Kery, Johnny, Randy e Dangerous Die, tiratevi su le maniche e dimostrateci di che pasta siete fatti.



VOTO RECENSORE
55
VOTO LETTORI
41.73 su 19 voti [ VOTA]
mike
Mercoledì 10 Novembre 2010, 6.58.17
5
@Bone Pumpkin: no no, la mia non voleva essere una polemica, ci mancherebbe, solo una considerazione. e comunque il mio pensiero, relativo all'ascolto di alcuni brani di questo gruppo, non si discosta molto dalla tua recensione, ecco forse gli avrei dato una sufficienza. la copertina? un po' pacchiana ma allo stesso tempo rispecchia il genere da loro proposto
Bone Pumpkin
Martedì 9 Novembre 2010, 17.35.46
4
@Mike: assolutamente non scrovo queste parole per alzare una polemica ... ma per confrontarci! Tu dici he è ingenerosa la rece, ma io non cela faccio più a sentire band che si copiano l'un l'altra ... se avessero introdotto una scintilla di personalità artistica non incentrata sull'estetica, avrei parlato diveramente, ma un genere extra-saturo ha bisogno di un colpo di reni. Se devo sentire e risentire bands che riconosco solo dalla copertina, scusami ma non provo piacere e non posso giudicarli positivamente. Oltretutto tecnicamente sono anche abbastanza carenti, ma non è questo il fattore incidente nel giudizio. Volevo dargli un 60, ma alla fine non me la sono sentita!!!! Però mi sono simpatici )
mike
Martedì 9 Novembre 2010, 9.48.19
3
boh, mi sembra un po' ingenerosa la recensione, d'accordo non hanno inventato nulla ma allo stesso tempo alcuni brani li discreti. la copertina? divertente, dai. eh eh. rispecchia il genere.
Bone Pumpkin
Venerdì 5 Novembre 2010, 12.43.10
2
ahahahahahahaha LOL!!!!
tribal axis
Giovedì 4 Novembre 2010, 20.16.22
1
copertina orripilante. me la sognerò sta notte.
INFORMAZIONI
2010
Autoprodotto
Glam Rock
Tracklist
1. Welcome to the Party
2. Lovehouse
3. Baby Strange
4. Sexy Horpital
5. Hellectric Loveshock
Line Up
Kery Krash – lead vocal, guitar
Johnny Weed – bass, backing vocal
Randy Black – lead guitar, backing vocal
Dangerous Die! Go! - drums
 
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