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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Heaven In Her Arms - Paraselene
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( 3796 letture )
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Le scommesse che mi ero fatto all'inizio di quest'anno erano principalmente tre: 1) Scommettiamo che i Celeste prendono il posto dei Deathspell Omega? 2) Scommettiamo che i Deathspell Omega prendono il posto dei Celeste? 3) Scommettiamo che anche gli Heaven In Her Arms si avvicineranno al black metal?
E si sono avverate, almeno in parte, tutte e tre. 1) I Celeste con Morte(s) Nee(s) hanno fatto un album che il 90% delle band black metal in circolazione se lo sogna. 2) I Deathspell Omega con il recentissimo Paracletus hanno dimostrato di stare a cavallo contemporaneamente di più generi di musica estrema. 3) Gli Heaven In Her Arms si collocano nel mezzo...
幻月 - Paraselene Per chi conosce questa band giapponese (che ho nominato più volte nelle recensioni di quest'anno), avrà subito notato il notevole cambio di stile; o per meglio dire: più che un cambio radicale di stile, ci troviamo di fronte ad un rafforzamento dei propri canoni. Già dal precedente EP hifukusuru heisoku (被覆する閉塞), gli Heaven In Her Arms avevano nettamente sintetizzato il binomio screamo/post-rock infarcendolo di chitarre ultradistorte e corpose (non così lontano dai canoni black) ed estremizzando ancora di più ciò che era stato fatto con il folgorante debut kuro han no shinshoku (黒斑の侵蝕). Questo 幻月 (che, per comodità, chiameremo col suo nome "occidentale", Paraselene) segna ancora un passo avanti che -come volevo insinuare nell'incipit della recensione- va a raccordarsi con il percorso artistico intrapreso appunto da band come i Celeste, i The Secret o gli Envy (compagni di etichetta): una decisa virata verso la musica più estrema, un ornato fatto di post-hardcore, di post-rock, di screamo e anche un po' di black metal. Dopo le medio-basse frequenza dell'opener 46x, siamo totalmente immersi dal nuovo mondo degli Heaven. Anamnesis Of Critical estrae tutta la potenza della nuova produzione, a metà strada fra post-hardcore e black metal; gli screaming sono molto meno gracchianti rispetto alle precedenti releases e le chitarre suonano molto più vorticose e massicce di qualsiasi band screamo. L'intero album scorre senza pause ed ogni traccia si raccorda alla precedente, senza alcun vuoto sonoro; Paraselene cresce organicamente sia nella sua componente estrema, sia in quella post-rock (molti sono gli intermezzi semiacustici perfettamente integrati nel disco, così come molteplici sono i riff distorti che si ripetono nella loro serialità). Le paranoiche chitarre acute di Morbidity Of White Pomegranate si stagliano su un fondo drone mentre le urla che provengono sono filtrate; scompariranno nella successiva Jane Vine, per lasciar spazio unicamente al complesso noise ed a declamazioni parlate che vengono pronunciate a spezzoni, come se provenissero da un vecchio nastro magnetico. Questa parte centrale del disco è dedita ad un certo minimalismo rumoristico e angosciante e si concluderà con la lunga Echoic Cold Wrist. La successiva Halcyon toglie ogni dubbio che poteva permanere sulla somiglianza con i Celeste: la movimentata batteria e i malinconici riff proiettano gli Heaven In Her Arms in un oscuro mondo dove la triste epicità dei precedenti lavori si abbraccia con la furia cieca delle sei corde; sul finale i fraseggi prendono toni veramente struggenti che potrebbero ricordare perfino band alla Svart o Silencer, soprattutto se relazionati i rispettivi sentimenti di sofferenza e angoscia. I capitoli che chiudono Paraselene, sono due brani da 10 minuti; nel primo (Butterfly In Right Hlicoid) viene ripresa l'unione fra post-rock e post-hardcore; gli arpeggi si ripetono, si sovrappongono, gli strati sonori aumentano, fino a raggiungere uno stadio di estasi trasognante, per poi sgorgare in una valanga di screaming e blast-beat. La maliconìa più disperata coincide con la finale Veritas (la miglior sperimentazione che la band giapponese abbia mai proposto), che spolvera interessanti arpeggi quasi "mydyingbridiani", per poi evolversi in un meraviglioso crescendo di archi (proprio come nel finale di Morte(s) Nee(s) ma decisamente meno minimali) che saranno le colonne portanti di questa chiusura. La molteplicità delle corde strofinate scemerà in una solitaria esecuzione di violino e chitarra acustica -decisamente lacrimosa- fino al calar del sipario.
Per concludere: sarei un folle se pensassi di comparare seriamente questa band ai Deathspell Omega (visto che ho tirato in ballo loro ed il black metal), però non direi una castronerìa se affermassi che questo disco non è altro che una versione "a rallentatore" degli ultimi DsO (anche se non si tratta affatto di un disco a rallentatore). Il fatto è che se prendete i tre album di cui vi ho parlato in apertura di recensione, noterete una sottile linea di congiunzione (se volete, aggiungetevi anche Solve Et Coagula dei The Secret), con diversi elementi in comune, fra i quali l'essere i migliori album di questo anno.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. 46x 2. Anamnesis Of Critical (臨界の追憶) 3. Morbidity Of White Pomegranate (罹病は白い柘榴) 4. Jade Vine (翡翠葛) 5. Echoic Cold Wrist (反響した冷たい手首) 6. Halcyon (ハルシオン) 7. Butterfly In Right Helicoid (螺旋形而蝶) 8. Veritas (真理)
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