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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Urfaust - Der Freiwillige Bettler
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( 5774 letture )
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Dischetto certo non proprio fresco fresco questo nuovo album degli olandesi Urfaust, il quale ha visto la luce ormai da mezzo anno, segnando con il numero 4 il cartellino dei full-lenght rilasciati. Il progetto è ormai attivo da sei anni ed èdiventato subito di culto grazie alla particolarità più unica che rara che lo caratterizza: le prestazioni vocali del cantante-fondatore IX. Fin dalla prima creatura Geist Ist Teufel, l'ascoltatore si è trovato spiazzato per l'oscura fattura del tipo di musica proposta: uno dei più perfetti mix di scarno black metal, dark-ambient dai profondi e dilatati synth e, infine, delle strazianti urla che prendono esempio da Burzum e dai Silencer e che, improvvisamente, cambiano registro trasformandosi in cori e disgraziati lamenti; screaming folli e acuti malcontenti (in voce pulita, quasi di stampo gregoriano) sempre al limite del parossismo vocale. Partendo da questo insieme di idee, possiamo dire che i nostri ci hanno messo 5-6 anni per raffinare il proprio credo nel migliore dei modi e giungere al giorno d'oggi con questo preziosissimo Der Freiwillige Bettler.
I deliri più psichedelici e disturbanti di Verräterischer, Nichtswürdiger Geist sono stati praticamente lasciati alle spalle; quelle chitarre scivolose e zanzarose sono state infarcite di medi e di corposità; anche i riff hanno saputo creare delle strutture più solide su cui costruire l'album e il martellante uso della batteria non ha potuto fare altro che finire questo possente lavoro. Anche il focus dei brani dark-ambient si è spostato, fondendosi perfettamente con le parti suonate più estreme. Vom Gesicht Und Rätsel trasuda di riff nordici mentre le urla di IX oltrepassano costantemente il confine che separa l'urlo rabbioso da quello disgraziato. La capacità che hanno sempre avuto gli Urfaust di rievocare mondi lontani e atmosfere perdute nel corso del tempo si possono ammirare udendo l'interludio a metà brano, il quale riconfluisce inevitabilmente nel gorgo sonoro creato dalle sei-corde. Come massimo exemplum di questo album, la prima lunghissima traccia merita di essere ancora analizzata sotto al profilo tecnico-esecutivo: la creazione di una costante e circolare psichedelia è anche data dal fatto che, durante l'esecuzione dei riff più veloci, le due chitarre giocano a rincorrersi cadendo raramente nell'unisono e creando, quindi, una sorta di massa impalpabile. La traccia omonima ricrea una spettrale nènia ambient con l'uso accurato e martellante della classica strumentazione metal: accordi lenti e ultradistorti, tamburi profondi e martellanti forniscono questo sfuggente ma consistente tappeto per i lamenti di IX. Essi si succedono come cantilene spettrali, come le voci di fantasmi invocati dai secoli precedenti, come un incessante mantra che riesce a provocare delle oscillazioni sonore su tutto il resto della strumentazione. Anche quando assistiamo agli screaming più laceranti, non possiamo non notare la qualità e la personalità di questo progetto; i riff di Das Kind Mit Dem Spiegel si muovono sempre sulla soglia dell'epicità, trasformandosi in tragici risvolti enfatizzati dai suoni cosmici e inesorabili dei sintetizzatori. I lamenti di Der Mensch, Die Kleine Narrenwelt esemplificano all'ascoltatore, ancora una volta, la macabra consistenza della musica degli Urfaust. I tempi doom e i riff ripetuti serialmente, quasi in un turbinio drone, creano una semplice base su cui IX può sbizzarrirsi in uno dei pianti più memorabili della discografia di questa oscura creatura (attingendo soprattutto da quello che è già stato fatto nel primo full-lenght). Ma le sorprese continuano con la diretta e serrata Ein Leeres Zauberspiel, in cui una sorta di black metal bethlehmiano si scontra con il solito cantato pulito degli Urfaust: il risultato è un bizzarro inno marziale che riesce sempre a mantenersi vivo nel regno del sovrannaturale e dello spettrale, senza ricadere in alcuna contrapposizione terrestre. La doppietta finale non fa altro che staccare i cordoni di salvataggio al fruitore, destinandolo in un buio e febbrile viaggio verso l'oscuro e freddo spazio profondo. Der Hässlichste Mensch è un aggregato di deliri su fondo noise, mentre la conclusiva Der Zauberer nasce come una sorta di colonna sonora per poi crescere nel seno del black più maestoso e funereo; le urla mutano continuamente così come le chitarre, che sfornano perfino un malinconico (ma sempre destrutturato) assolo; un fiume in piena di tristezza, la riproposizione sonora di una disgrazia senza tempo né confini che dilaga lentamente ma costantemente, senza lasciare alcuno scampo allo sfortunato martire a cui tocca subire l'effetto di questo album.
Questo enorme e decadente mausoleo creato dagli Urfaust non è certo un facile ascolto; non bisogna pretendere di avere immediatamente lo stato mentale capace di assimilare ed apprezzare una quantità tale di sfumature. Non ci troviamo di fronte al classico disco depressive né tantomeno davanti a qualcosa di funeral-addicted. Tutto è più rifinito, più amplificato, più martellante. Se non vi sentite pronti non sforzatevi, rischiereste di travisare completamente sia prodotto, sia band. Prendetevi tutto il tempo necessario; io ci ho messo degli anni per entrare soltanto in questo microcosmo. Quando sarà il momento lasciatevi però travolgere: occorre solo genuflettersi e riflettere su questa specie di religioso timore che stiamo per udire. Un album potentemente sconfortante.
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7
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Mi accodo a chi sbava per questa band. Io però non li sento opprimenti o depressivi anzi! Mi sembra una musica orgogliosa e sporca, orgogliosa di essere sporca e ubriaca. Non per niente si tratta di "mendicanti volontari", di "autentici clochard" demoniaci che ci deliziano con le loro cantilene velenose. |
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6
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Avrebbe meritato molta più attenzione questo disco, che dopo più di un anno non mi ha ancora stancato e non credo che lo farà più ormai, peccato, anche se largamente prevedibile... |
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5
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Nero, ipnotico, opprimente, coinvolgente e a suo modo elegante. Disco bellissimo che surclassa il 90% della concorrenza...85/100 |
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4
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Madò che roba, veramente bello, sono unici nel loro genere. |
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3
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l'evoluzione è notevole. Bello anche Verraterischer, anche se contiene due lunghe tracce ambient un po pallosette, ma perfettamente integranti nell'album. Poi ci sono anche le trombe... veramente assurdi. Ennesimo plauso alla Van. |
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2
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ho geist ist teufel, un disco assurdissimo...poi non ho avuto modo di approfondire, ma so' che han fatto una bella evoluzione |
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1
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Nessuno che si fila sti ragazzi? Ma son grandiosi!!! Va beh che la Van quando la toppa un'uscita... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Vom Gesicht Und Rätsel 2. Der Freiwillige Bettler 3. Das Kind Mit Dem Spiegel 4. Der Mensch, Die Kleine Narrenwelt 5. Ein Leeres Zauberspiel 6. Der Hässlichste Mensch 7. Der Zauberer
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Line Up
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IX - Guitars, vocals, bass VRDRBR - Drums
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RECENSIONI |
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