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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 4142 letture )
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Il presente ed il futuro del nostro amato metallo passano certamente dal Portogallo (e scusate la facilissima rima). La terra lusitana, dopo averci regalato quel gruppo magnifico che sono i Moonspell, negli ultimi anni ha prodotto bands di ottima qualità che difficilmente agli ascoltatori più attenti saranno passate inosservate. Basti pensare, per quanto riguarda il death/doom, agli A Dream of Poe recentemente tornati con il bellissimo The Mirror of Deliverance, o ai Before the Rain, autori quattro anni fa di un interessante debutto, …One Day Less, che seppur non fosse un capolavoro certamente conteneva spunti promettenti. Li si aspettava sulla lunga distanza con un secondo album che d’altronde, citando Caparezza, “è sempre il più difficile nella carriera di un artista”. Ed eccolo qui, questo Frail, pubblicato dalla nostrana Avantgarde Music (un’etichetta che non ha bisogno di presentazioni).
Innanzitutto v’è da dire che su Frail vi sono stati alcuni avvicendamenti nella line-up della band di Setúbal, attiva ormai da quasi quindici anni. Oltre all’entrata di Joaquim Aires alla batteria, l’innesto più importante è certamente quello dell’americano Gary Griffith alla voce, noto ai più per la sua militanza nei Morgion. E il salto di qualità rispetto al passato è notevole. L’alternanza vocale growl/pulito di Griffith non è mai priva di mordente e non annoia; la sua prova al microfono è certamente tra le più interessanti del panorama death/doom attuale. I numi tutelari della band sono i primi Anathema ed i My Dying Bride, ma il pregio dei Before The Rain è anche e soprattutto quello di lasciar spazio a momenti più ariosi e melodici, nei quali è possibile addirittura trovare echi di sperimentazioni avanguardistiche, per poi lanciarsi in ripartenze più veloci che non avrebbero sfigurato sui primi dischi dei Cathedral o sul debutto dei mai troppo lodati The Blood Divine. Esempio più lampante di ciò è certamente l’opener And The World Ends There, dieci minuti di pathos mai tedianti, con un Griffith sugli scudi e ottimi fraseggi di chitarra, soprattutto nella ripartenza finale, accompagnata da un bel basso pulsante. La seconda Shards è un ottimo brano che si muove su ritmi malinconici e rallentati, in un vortice senza speranza di abbandono, reso ancora più patetico dalla voce dell’ex-Morgion, che soprattutto nel break centrale sfodera una delle prove migliori del disco. Tocca poi ai diciassette minuti di Breaking The Waves, introdotti da bellissimi suoni di chitarra (un plauso va fatto alla più che buona produzione del disco, forse criticabile solo per alcuni suoni di batteria). Qui il growl di Griffith è davvero notevole, ben accompagnato da una sezione ritmica incisiva, sempre precisa nel dare il giusto risalto ai diversi passaggi del pezzo, che soprattutto nel finale raggiunge livelli emotivi davvero struggenti. A glimpse towards the sun è il pezzo più breve dell’album, caratterizzato da chitarre che alternano attimi quasi post-rock (gli Explosions in the Sky sembrano dietro l’angolo in certi momenti) a riff più compatti e dinamici e meno cadenzati. Si arriva così alla title-track, il cui riff iniziale è davvero tra i più indovinati del disco. A mio parere si tratta del brano più completo dell’album e, volendo scegliere, il migliore, per la sua varietà e per la sua capacità di presentare al meglio la proposta Before The Rain. Compaiono inoltre, qui meglio altrove, alcuni inserti vocali femminili, ad opera di Natalie Koskinen degli Shape of Despair (con i quali è in uscita uno split). Chiude il disco Peace is absent, summa del lato più malinconico del gruppo lusitano.
In conclusione, ci troviamo davanti ad una band in costante crescita ma ormai capace di pubblicare prodotti di grande qualità. Before The Rain rappresenta un album di grande intensità che certamente non lascerà indifferenti gli amanti del death/doom più tradizionale e che a mio avviso riuscirà anche a coinvolgere chi conosce poco queste sonorità e abbia voglia di godersi un disco ben fatto, difficilmente noioso nonostante il suo alto minutaggio, caratterizzato da un’ottima gamma di suoni che aiuta a non rendere monocorde la proposta musicale e reso magnifico da una prova vocale sugli scudi. Per me sicuramente tra le migliori uscite death/doom del 2011.
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4
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Bel disco, così come lo era ancor più il precedente d\'esordio. \"Scuola portoghese\" di death/doom sempre all\'avanguardia, mi vengono in mente, tra gli altri, gli eccellenti DESIRE. |
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2
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Bella recensione, ammetto che non li conoscevo ma provvederò immediatamente... |
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1
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Ottimo l'album e ottima come sempre l'etichetta discografica che negli anni ci ha regalato decine di capolavori. 90. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. And The World Ends There 2. Shards 3. Breaking The Waves 4. A Glimpse Towards The Sun 5. Frail 6. Peace Is Absent
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Line Up
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Gary Griffith - Vocals Valter Cunha - Guitar Carlos Monteiro - Guitar Pedro Daniel - Bass Joaquim Aires - Drums
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RECENSIONI |
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