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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Theory of a Deadman - The Truth Is...
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Theory of a Deadman: ci manda Chad Kroeger. Volendo riassumere la carriera di questa rock band canadese in una sola frase, questa potrebbe essere quella giusta. I nostri, difatti, il cui nome ricorda vagamente per assonanza lo storico album di Ozzy, Diary of a Madman, nel 2001 sono solo un gruppo di amici che, dopo essersi incontrati una sera al ristorante, hanno deciso di formare un gruppo; successivamente, dopo essersi già fatti un buon nome nella scena di Vancouver, il punto di svolta: ad un party, il cantante della band, Tyler Connolly, incontra il frontman dei Nickelback, lasciandogli un demo; Chad Kroeger rimane talmente colpito dalla musica del gruppo da decidere di produrre il loro omonimo album di debutto tramite la propria casa discografica, la 604 Records.
Da lì in poi per questi ragazzi canadesi si aprono le porte del successo, grazie alla presa commerciale dell’alternative rock da loro proposto -che non di rado sfocia nell’hard rock e nel post grunge- e ad una serie di tour a supporto di band come i Motley Crue. Eccoci dunque giunti, finalmente, all’analisi del loro quarto album, The Truth Is…, già anticipato dai singoli Lowlife e Head Above Water, quest’ultimo facente parte della colonna sonora del blockbuster hollywoodiano Transformers 3. In apertura di disco troviamo proprio il primo singolo, che inizia con una buona intro di basso per poi trasformarsi in un brano di alternative rock senza infamia e senza lode: è il classico singolo, insomma, ha il tipico ritornello accattivante ed un po’ ruffiano e nel complesso fa presa senza avere troppe pretese. The Bitch Came Back è a sua volta costruita in modo molto semplice e lineare, ma merita se non altro un plauso per la macroscopica citazione della celeberrima quanto irritante canzoncina inglese The Cat Came Back, tanto da ricalcarne la melodia e lo stesso ritornello, sostituendo però la dolce gattina con una poco tenera donna infedele. Hurricane arricchisce il disco di un’ulteriore citazione, dal momento che l’intro scandita dalla pioggia e dai tuoni risale nientemeno che ai maestri Black Sabbath; il resto del brano, la cui parte strumentale è impreziosita dall’uso sorprendente ma azzeccato dei violini, è fino a questo momento la parte migliore dell’album, se non altro proprio perché mostra un po’ più di personalità da parte della band canadese, nonché un’eccellente prestazione corale. Out of My Head sfiora il country in alcune sue parti, specie nella voce di Tyler Connolly, ma è poi dotata di un ritornello piacevole che fa dimenticare la mediocrità di alcune soluzioni musicali sperimentate nei precedenti brani. Gentleman è invece meno azzeccata nel complesso, nonostante un originale inserimento di trombe nella sezione musicale, dal momento che i cliché tipici del genere proposto dai Theory Of A Deadman si manifestano in tutta la loro ovvietà; la stessa cosa si può purtroppo dire per Love Is Hell, che, nonostante un ritornello sufficientemente sofferto e godibile, sembra davvero rubata ai Nickelback; la title-track si segnala per un bel lavoro del bassista Dean Back, ma per il resto, purtroppo, si dimostra nuovamente di una mediocrità sconcertante. Fortunatamente il secondo singolo, Head Above Water, risolleva un po’ la nostra attenzione e le nostre speranze: non è originale, ormai l’avrete capito, ma è ben fatto e si lascia ascoltare anche più di una volta. Drag Me to Hell inizia con un ritmo veloce e cupo che fa pensare ad un brano di potente hard rock, poi invece sfocia inaspettatamente in un innocuo brano di classico alternative rock, per poi accelerare di nuovo verso la fine; l’espediente non è il massimo, ma il brano in sé funziona, ha un discreto ritornello e beneficia delle buone prove del batterista Joey Dandeneau e di Tyler Connolly, sia al microfono che alla chitarra. What Was I Thinking ripiomba nella mediocrità di diverse tracce che l’hanno preceduta, così come la successiva Easy to Love You, mentre di luce propria brilla la conclusiva We Were Men, sufficientemente oscura da catturare l’attenzione degli ascoltatori.
Che dire, dunque? The Truth Is…, come tutti i dischi di questo genere, dividerà sicuramente i fan fra bocciatori senza appello ed irremovibili aficionados: la parola “commerciale”, che si può senza ombra di dubbio accostare alla quarta fatica dei Theory of a Deadman, potrebbe infatti da alcuni essere vista come il male assoluto, da altri come un segno che, al di là delle pressoché inesistenti innovazioni stilistiche, i canadesi centrano sempre il colpo a cui puntano. Le cose, tuttavia, non sono così semplici: è vero, innegabilmente Connolly e soci hanno gusto per il ritornello di facile presa e sono sicuramente bravi a costruire brani perfetti per le emittenti radiofoniche; sfortunatamente, però, in troppe canzoni di questo album la soluzione da loro proposta risulta di una piattezza davvero imperdonabile, con la chitarra ritmica di Dave Brenner che macina sempre lo stesso riff trito e ritrito; non parliamo poi dell’ombra dei Nickelback che aleggia praticamente in tutto il disco, una cosa che si può perdonare ad un gruppo esordiente, non ad una band ormai ben rodata che è giunta al suo quarto album in studio. Non bastano pertanto alcuni brani buoni come We Were Men e Hurricane a fare di The Truth Is… un album sufficiente. Bocciati.
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8
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A sto punto, visto che avete già inserito ben due recensioni di questa insipida imitazione dei Nickelback, gradirei almeno il medesimo trattamento per gli originali. Che sono una band di tutt'altra caratura ed immensamente più rilevante nel panorama musicale moderno... oltre che la band più ingiustamente disprezzata della storia. Rock on. |
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7
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Quando guido raramente ascolto i miei CD, preferendo altri momenti, tipo i giri in bici nel parco oquando corro (parola grossa...). In macchina ascolto la radio, specialmente Virgin Radio perchè frequentemente riserva delle belle sorprese, e perchè spesso mandano gruppi non metal che apprezzo moltissimo,come Depeche Mode, MUSE, RHCP, Placebo ecc. Tutto questo per dire che spesso mi trovo ad ascoltare alcuni pezzi da questo disco. Questoper dire che questa band è banalissima, povera di idee e francamente trascurabile. Nel mainstream, nel mondo delle canzoni "easy" ci sono gruppi infinitamente migliori, come quelli che citavo prima ma anche i R.E.M. Radiohead e molti altri..... perchè accontentarsi di questi nabbetti? |
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6
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Concordo al 100% con Fulvio, io amo il rock e il metal più estremo e accelerato (?), ma ogni tanto mi abbandono anch'io alla musica "commerciale" (come dicono tutti), ed è anche piacecole! Low Life è bella e godibile, quando "comprerò" l'album darò un giudizio. p.s. anche a me piacciono i Nickelback  |
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5
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Beh logisticamente parlando sono d accordo Fulvio !! è normale che piacciano gruppi anche un pò commerciali, come ad esempio nel mio caso i guns n roses o i green day, se no è ipocrisia, direi !! |
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4
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Sinceramente a me i Nickeback son sempre piaciuti...in auto ogni tanto ci stanno proprio bene! Certo il successo per loro è arrivato con MTV ecc ecc ecc...sono commerciali ecc ecc..ma se seguiamo questa logica da iperconservatori a tutti i costi dovremmo andare in giro nudi e con la scritta Manowar tatuata sul petto XD anyway scherzi a parte anche i Theory mi hanno sempre convinto, canzoni easy e orecchiabili. Hey non si puo' sempre girare con i fear factory a palla XD Quest'ultimo lavoro non l'ho ancora ascoltato ma spero in qualcosa di buono. p.s. amo anche i Night Ranger e Gotthard...tanto per chiarire certe cose ai classici bacchettoni oltranzisti di turno che leggeranno le mie righe XD |
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3
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Mi fanno pena gli originali (Nickelback), mi dovrebbero piacere i cloni di serie B? Ma anche no. |
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2
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bah, gruppo che non mi ha mai convinto !! |
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1
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Ho ascoltato solo Lowlife. Per me personalmente, insostenibile. Pop da Disney Channel. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Lowlife 2. Bitch Came Back 3. Hurricane 4. Out of My Head 5. Gentleman 6. Love Is Hell 7. The Truth Is…(I Lied About Everything) 8. Head Above Water 9. Drag Me to Hell 10. What Was I Thinking 11. Easy to Love You 12. We Were Men
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Line Up
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Tyler Connolly (Voce, Chitarra) Dave Brenner (Chitarra) Dean Back (Basso) Joey Dandeneau (Batteria)
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RECENSIONI |
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