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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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( 3692 letture )
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Ogni volta che mi dedico all'ascolto di un nuovo album, mi propongo ancor prima di iniziare di non farmi un'idea dell'intero lavoro considerando solo il primo brano; eppure, sistematicamente, i primi minuti riescono spesso ad essere esaustivi quanto basta a dare un'idea di ciò che seguirà. Nel dedicarmi a One Way Out, il nuovo lavoro in casa Ravenscry, il primo ascolto ha detto tutto ciò che mi bastava e, devo dirlo, è stato un ottimo ascolto. Avvincente e coinvolgente, intenso e pieno: un insieme di pezzi davvero imprevedibili, da divorare l'uno dopo l'altro, forse un po' avventurosi sotto certi aspetti, ma di questi tempi questa è una caratteristica che non può che essere apprezzata. Torniamo tuttavia a dare una veloce occhiata alla storia di questa band italiana, nata nel 2008 dal progetto di Paul Reimondi (chittara), Fagio (basso) e Simon Carminati (batteria) ai quali si uniscono Mauroo Paganelli e Giulia Stefani. La band si avvale di un intreccio di diversi stili, tutti ben amalgamati tra loro, e produce un omonimo EP che riceve ottime ed unanimi critiche. Non sono da sottovalutare gli argomenti che la band tratta: dalla critica al sistema, alle illusioni che si possono ricevere durante la vita nonostante i sacrifici fatti, passando per l'alienazione, la ricerca di se stessi e l'analisi di rapporti interfamiliari; temi importanti, che non tutti sono in grado di trattare sfruttando la musica come mezzo di comunicazione, e questa la valuto un'altra importante peculiarità, indispensabile per fare buona musica.
Premetto che avrei voluto parlarvi di ogni brano (perchè ho trovato in ognuno almeno un appunto positivo da fare, così come alcune critiche) tuttavia ho prediletto farvi avere una sommaria opinione del lavoro, sacrificando alcuni pezzi per darvi un'immagine più dettagliata di altri. Calliope apre l'album, scelta del tutto azzeccata: l'introduzione è un mix di chitarre molto aggressive e compresse con una sezione ritmica in grande risalto, ricoperta da un leggerissimo velo di tastiera, che anticipa l'entrata della voce femminile, calda ed espressiva. Nel brano si alternano momenti di quiete ad altri di tempesta, tutti sempre accompagnati da un'accentuata componente ritmica (sia da parte della batteria che degli strumenti a corde) e dalla voce, che intreccia linee drammatiche ad altre più oscure. Il secondo brano, Elements Dance, presenta una breve introduzione di chitarra acustica accompagnata da una linea vocale sommessa ma intensa, che farà da filo conduttore lungo il brano, nel quale la componente melodica, prima decisamente molto meno presente, si farà sentire in modo più deciso. Una nuova sorpresa arriva con la terza traccia, Nobody: il pezzo si avvale di un'introduzione elettronica che verrà totalmente accantonata nel decisamente più goticheggiante (per via del continuo saliscendi della parte vocale e della maggior linearità degli strumenti a corde) ritornello. Redemption I - Rainy si rivela la ballad dell'LP, ed anche questa mi lascia piacevolmente colpita: non si tratta di un brano melodrammatico, simile a quelli che spesso mi ritrovo davanti, bensì di una composizione molto particolare: un plauso va di nuovo alla voce, questa volta sfruttata nella sua sfaccettatura più cristallina, giocando nell'intrecciare diverse linee vocali, sovrapponendole; il sottotitolo rainy trova subito conferma nell'effetto ricorrente della pioggia cadente, tuttavia la tastiera sfrutta diversi effetti, facendo così crescere il brano durante il suo svolgimento. Decisamente uno dei brani più meritevoli. Ed i brani intitolati Redemption sono ben tre: Redemption II - Reflection lo trovo un semplice interludio che funge da introduzione al terzo componente della triade, essendo composto solamente di tastiera; Redemption III - Far Away segna il ritorno ai brani iniziali, avvalendosi ancora una volta di una sezione ritmica piuttosto spinta e di una linea vocale varia: l'unica cosa che non è riuscita a convincermi è stata la breve parentesi di chitarra e batteria, troppo asettica e fuoriluogo; intrigante invece il secondo stacco, che si trova alcuni secondi dopo, sia per le parole pronunciate, sia per l'effettatura originale. Infine, This Funny Dangerous Game mi ha colpita per la pesantezza dei riff, che si sviluppano negli ultimi brani in modo leggermente più lineare, ed in questo con riferimenti piuttosto espliciti al nu metal; affascinante anche la linea vocale, che si rivela quasi graffiante, ma nonostante tutto tocca note piuttosto acute.
Ottima la trattazione dei suoni, tutti perfettamente definiti, piuttosto pieni e ricchi di armonici; apprezzabile anche il bilanciamento, che vede questa volta la tastiera messa in secondo piano in quanto a volumi, rispetto agli altri strumenti: normalmente, la troverei una scelta decisamente discutibile, tuttavia, con una diversa configurazione, i brani avrebbero perso l'impatto che viene invece conferito dalla predominanza di batteria, basso e chitarra. Consiglio dunque, agli appassionati del genere e non, l'ascolto dell'ultima creatura dei Ravenscry: grazie alla presenza di influenze diversissime tra loro e alla trattazione di tematiche sempre degne di essere considerate, trovo One Way Out un'ottima fonte di ispirazione e di riflessione.
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6
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Al contrario, io preferisco le recensioni track-by-track e odio quelle generali. Forse perché io non ascolto mai un intero album di fila: ascolto una o due canzoni e poi cambio artista, se non completamente genere. E poi ho bisogno di sapere da che canzoni iniziare per capire se l'artista vale la pena di essere approfondito... |
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5
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Ma avevo capito già prima! Ognuno ha i suoi gusti e apprezza qualcosa di diverso  |
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4
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Oddio, non offenderti, l'analisi è molto approfondita ed in pratica sono d'accordo su tutto, ma personalmente preferisco le recensioni che descrivono l'album un po' più ad ampio respiro, anziché le dissezioni chirurgiche delle singole canzoni! XD |
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3
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@Sbiriguda: ho cercato di descrivere alcuni brani sperando di dare un'idea più esaustiva del lavoro. @Room 101: merita, è particolare e realizzato in modo ottimo! |
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2
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Non vado matto per le recensioni track-by-track, ma il voto e soprattutto il genere proposto m'incuriosiscono molto. |
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1
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Attendevo con ansia questa rece!!! Cercherò di ascoltarlo al più presto ma non potevano deludere dopo il bellissimo EP che avevano tirato fuori! |
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INFORMAZIONI |
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Wormholedeath/Dreamcell11 - Aural Music
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Tracklist
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1. Calliope 2. Elements Dance 3. Nobody 4. A Starless Night 5. Redemption I - Rainy 6. Redemption Ii - Reflection 7. Redemption Iii - Far Away 8. Embrace 9. Journey 10. Back To Hell 11. This Funny Dangerous Game 12. My Bitter Tale
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Line Up
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Giulia Stefani - Voice Paul Raimondi - Guitar Mauro Paganelli - Guitar Andrea "Fagio" Fagiuoli - Bass Guitar Simon Carminati - Drums
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RECENSIONI |
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