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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Threat Signal - Threat Signal
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( 4148 letture )
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Al di là del metalcore.
Arrivati in pieno fermento metal-core, i Threat Signal diedero da subito dimostrazione di come fosse possibile raggiungere un elevato tasso qualitativo anche cedendo il passo al refrain. Bastava non abusarne, curare a dovere il songwriting e permettere -così facendo- un bilanciamento tra le due anime che convivevano nel medesimo sound. Under Reprisal, uscito sotto Nuclear Blast, fece il botto tra gli appassionati, e destò l’interesse anche in coloro i quali mai avrebbero pensato di rivolgersi a tali ascolti. Era migliore di tanti prodotti analoghi, eppure ripercorreva le medesime strade di molte altre band. Il successore di quel disco, Vigilance, anche se di qualità ancora superiore alla media, mostrava il fianco a critiche, tanto per la scrittura dei pezzi, quanto per l’impatto che non lo caratterizzava appieno. Il terzo album è la prova decisiva, spesso identifica la fase calante o crescente di un gruppo. Il problema è che la band nel corso di questi pochi anni ha visto la propria line up continuamente rinnovata; del precedente album sono rimasti solo il cantante -unico membro originario ancora presente- ed il bassista.
Date tali premesse ero scettico sulla eventuale ripresa dei canadesi, e dopo molti ensemble che negli anni si sono seduti su se stessi, mi sarei aspettato l’ennesima opera sciatta, realizzata col puro intento di onorare un buon contratto discografico. Mi sbagliavo, i Threat Signal sono più vivi che mai.
E’ vero che in giro di musicisti preparati ce ne sono, però bisogna anche saperli scegliere, far sì che i nuovi membri siano a proprio agio col sound che si vuole creare senza badare solo ed esclusivamente alla preparazione tecnica. In questo Jon Howard e Pat Kavanagh si sono mostrati eccellenti selezionatori, favorendo l’ingresso in formazione di personalità adeguate alle proprie idee. Il sound dei Threat Signal ne è uscito rinnovato rispetto alle precedenti uscite, addirittura arricchito e seppur rimanga devoto alle caratteristiche che l’hanno preceduto, mostra nuova linfa, spunti maggiori ed ottime speranze per il futuro.
Il passato non viene rinnegato, ma costituisce solo la base del presente. Anche nel nuovo, omonimo album, le linee che sorreggono l’insieme delle canzoni rimangono le medesime che hanno accompagnato la band all’esordio. Quel che migliora, soprattutto rispetto a Vigilance, è l’attitudine con la quale i musicisti approcciano alla scrittura dei pezzi. C’è molto più groove che in precedenza, i pezzi risultano quasi tutti moderni ma tirati, e se non fosse per alcuni refrain, il nuovo lavoro non potrebbe nemmeno essere catalogato nel metal-core. Non di rado si notano influenze targate Devildriver, Fear Factory, Despised Icon e perfino qualche lievissimo riferimento ai lavori di Devin Townsend, anche se i nostri canadesi personalizzano il mood per far sì che ciò è derivativo non suoni quale mera copia. Le voci e la tecnica strumentale, da sempre punti di forza per i Threat Signal, conservano la qualità degli inizi. Anche le linee di chitarra sono su livelli superiori alla media perché sono varie, aperte, a volte imprevedibili. La sezione ritmica sorregge l’impalcatura senza mai strafare, segno di come non si debba pestare dall’inizio alla fine, ma solo quando ce n’è davvero bisogno. Nel complesso la produzione è brillante, gli strumenti si sentono in maniera chiara, senza coprirsi e creare quel “pastone” iper-pompato, saturo e uguale a tanti altri.
Non posso dire se Threat Signal rappresenti un nuovo riferimento per il genere, o addirittura se riuscirà ad indicare quale direzione dovrebbe essere presa da tanti altri per risollevarsi dall’oblio che precede la fine. Sono però convinto che il disco abbia le carte in regola per accontentare tanti ascoltatori, i quali, pur non disprezzando a priori il metalcore e il deathcore, hanno visto negli anni troppi cloni, e -a ragione- se ne sono stancati.
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2
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gran bell'album... ahahahah grande lazio... ridicoli, avete pianto per uan settimana per la scelta dell'arbitro, e si sono visti i risultati... tagliavento dodicesimo uomo in campo biancoceleste... |
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1
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finito l'ascolto dell'album proprio adesso,dopo il derby. grande album, non me lo aspettavo. e grande lazio. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Uncensored 2. Comatose 3. New World Order 4. Trust In None 5. Face The Day 6. Fallen Disciples 7. Disposition 8. Death Before Dishonor 9. Buried Alive
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Line Up
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Jon Howard – Vocals Travis Montgomery – Guitars Chris Feener – Guitars Pat Kavanagh – Bass Alex Rudinger – Drums
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