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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Mea culpa! Mea culpa! Chissà cosa mi passava per la mente quando scrissi l'articolo sul visual-kei contemporaneo dedicando ai The GazettE (che d'ora in poi chiamerò semplicemente Gazette) le classiche 4 righe di "spazio dovuto", dicendo perfino qualcosa a proposito del loro "inspiegabile successo"... Sarà che DIM lo avevo ascoltato poco e che comunque si trattava di un album di transizione dove le linee vocali tentavano di adattarsi (anche discretamente) alle gravissime accordature (in Si, come gli At The Gates praticamente) o sarà che è un prodotto non proprio di facilissimo accesso e che contiene diverse parti che possono sembrare riempitive o circostanziali...
Ma basta con queste blande giustificazioni. Il successo dei Gazette invece è perfettamente comprensibile e spiegabile, soprattutto in questi ultimi due anni lungo i quali i nostri giapponesi hanno messo a segno 5 singoli e altrettanti tour diventando il gruppo più glamour e glitterato del Giappone. Quello che rende questa band, non solo unica nel suo genere ma unica (oserei dire) nel panorama "metal" mondiale, è un insieme di cose facilmente descrivibili: 1) Il modo di suonare: veloce, incalzante, sempre dinamico e con pochissimi riff che si ripetono; il tutto realizzato, però, rimanendo ancorati alla matrice pop/rock, con la sua classica metrica che ne deriva, senza cadere in voli pindarici dai sapori "prog". La chiusura della maggior parte delle strofe gioca su alcune banalità -o meglio, semplicità- che si rivelano essere uno dei tanti punti di forza della band -e dell'album-: chiusure in levare, palm-muting, raddoppiamento armonico del riff o raddoppiamento di velocità della pennata... tutta una serie di accorgimenti che, per come sono utilizzati, proiettano questo gruppo (ma più in generale, la maggior parte delle rock-band giapponesi) dieci anni avanti rispetto al modo di suonare dei gruppi occidentali. 2) Le linee vocali: sempre meno si passa da un growl-semipulito alle clean vocals. Ruki canta quasi sempre in pulito creando dei passaggi orecchiabili e di facilissima accessibilità. Questo è facilitato anche dall'accordatura delle chitarre che passa dal Si al Do; grazie a ciò il prodotto in questione risulta un accattivante mix di rock/pop/metalcore/thrash-death melodico/industrial/nu-metal, come solo la stragrande maggioranza dei nipponici sa fare. 3) La post-produzione: già in DIM si poteva sentire la geniale dinamicità dei Gazette ma ora, in questo Toxic, tutto è amplificato all'ennesima potenza, sempre senza voler strafare. Numerosissimi pitch, de-pitch, esclusione dei bassi/medi/alti, fading, delay, sample, ed effetti di ogni genere vanno ad inserirsi alla fine delle strofe, su un elemento della strumentazione (voce compresa), creando varianti di sonorità incredibili. Piccoli sample costeggiano di consueto i brani, emergendo qua e la, e sostituendo temporaneamente la batteria. Il tutto alimenta la freschezza del disco.
C'è poco da dire sui singoli brani: dopo un intro vagamente in stile dubstep, Venomous Spider's Web scimmiotta i Daft Punk di Technologic ripassati in salsa freak-industrial. Il resto del brano è il solito ottimo modo, del tutto nipponico, di mixare alla grande i vari Korn e Marilyn Manson, metalcore, rock e punk. Punk come in Sludgy Cult dove la batteria hardcore incontra riff thrash e passaggi blueseggianti mentre i cori rauchi di Ruki (scusate il gioco di parole) vengono costantemente sbattuti da un effetto all'altro evocando Issues e Antichrist Superstar. Red è il secondo singolo facente parte di questo album e si caratterizza per i riff hardcore e le linee vocali super-orecchiabili. Ascoltare i giochi che eseguono le chitarre, ognuna nel suo canale, è un piacere: un costante gioco di ping-pong; i riff passano da destra a sinistra, l'uno raccorda e contemporaneamente modifica l'altro, si toccano e si lasciano a vicenda, fino all'ennesimo effetto che li vanifica entrambi per poi riemergere insieme e potenti nelle orecchie dell'ascoltatore. The Suicide Circus rispolvera il passato più nu-metal della band: ci sono frasi parlate e sample hip-hop prontamente virati verso il rock industrial del combo. Shiver (primo singolo tratto da questo album) alterna arpeggi acustici a precisi riff distorti; coretti e assolo da panico. My Devil on Bed sembra strizzare l'occhio a Beautiful People, mentre Untitled è una ballad dagli stessi sample electro che si possono trovare nei vari 30 Seconds to Mars e Linkin Park. Si, perché d'altronde i Gazette sono uno dei gruppi "alternative" più famosi e popolari in Giappone e il loro successo potrebbe essere paragonabile a quello che ebbe la band americana dieci anni or sono... solo che i nostri continuano ad averlo di dimensioni spropositate: i vari sold-out al Tokyo Dome lo dimostrano e le sperimentazioni discografiche lo confermano (la band ha addirittura rilasciato un maxi-singolo inedito prima della release di questo album, Remeber the Urge -altro brano dall' incredibile immediatezza heavy-). Pledge, oltre che ad essere il terzo singolo dell'album, e la seconda e ultima "ballad", è uno dei brani meglio riusciti del nostro act. Dal pianoforte iniziale si susseguono interessanti trame chitarristiche le quali, mentre a mantengono il mid-tempo della composizione, si dinamizzano in svariate soluzioni facendo emergere la qualità del songwriting: cambi di code, legati e fischi il tutto però cadenzato e realizzato senza intaccare il pathos degli archi e la coinvolgente voce di Ruki. Anche i soli di Uruha e Aoi sono fra i più memorabili della loro carriera. Ruthless Deed è un insieme di alitate mefistofeliche, veloci ed effettate su un background che somiglia a Follow the Leader mentre Psycopath svela il lato più death-metalcore della band. Vortex (ultimo singolo tratto da questo Toxic) non si rivela all'altezza dei precedenti highlights benché mantenga dei buonissimi standard per quanto riguarda il livello di qualità dell'album. Gli arpeggiatori accompagnano costantemente la strumentazione, entrando in mix anche con la voce; i riff si stoppano continuamente nel loro calderone death-thrash che continua in modo omogeneo nella successiva Tomorrow Never Dies toccando attimi pop/punk di matrice americana nei ritornelli.
Quindi, invito tutti quelli che vanno pazzi per il metalcore ad ascoltare questo Toxic e li invito a provare a fare un parallelo con le corrispettive band. I Gazette continuano dove gli In Flames hanno fallito miseramente da anni, dove i Korn si sono persi nel mare delle loro non-sperimentazioni; continuano e portano avanti un percorso lungo il quale i Sonic Syndicate rimangono ancorati a soluzioni tipicamente teen-punk-metalcore di stampo americano e i Bring Me The Horizon sono una sorta di specchietto per le allodole nei confronti dei ragazzini di oggi; continuano anche dove i nostri Linea77 e Negramaro si sono fermati a causa della carenza di originalità nel campo vocale - gli uni - e in quello strumentale - gli altri -. I Gazette sono tutto questo e il contrario di tutto questo. Perché sono contemporaneamente uno dei gruppi più pop e più catchy del Sol Levante ma allo stesso tempo il miglior progetto "heavy" che abbia sentito da dieci anni a oggi. Disco "heavy" dell'anno?
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Gran bel disco, consiglio anche il successivo Division. |
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Peccato che in Italia basta un fiume per non sopportare il vicino: La riva bianca la riva nera |
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@Eli6slash A me invece fanno ridere, per non piangere, i commenti razzisti. |
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Visto il tanto tempo libero e la mia passione per gli X-Japan, ho scoperto questo gruppo e ho deciso di partire da questo album. Che dire, che disco! Certo il loro melting pot fatto di pop, rock, elettronica, metalcore, death, industrial non e` certo facile a chi non ha un minimo di apertura mentale, ed il cantato giapponese o piace o lo si odia. Io lo adoro! Quando spingono sull`accelleratore sono fenomenali, quando entrano riff industrial idem, quando virano piu` sul pop elettronico idem, insomma per me oltre che grandi musicisti sono una bellissima scoperta e questo disco ha aperto un vaso di Pandora! Altro che quello schifo dell`ultimo In Flames. |
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@Mavel: in realtà la sigla di Death Note è, nei primi 19 episodi, dei Nightmare e in quelli dopo dei Maximum the Hormone, entrambe band metalcore giapponesi, ovviamente!  |
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O mio Dio ma questi sono quelli che hanno fatto la MERAVIGLIOSA sigla di quel MERAVIGLIOSO anime di Death Note... GRANDI!!! |
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Ultimamente lo stavo riascoltando. È veramente un bell'album, tralasciando i due singoli red e shiver (che mi hanno procurato deja vu di qualche sigla di anime).Devo dire che avevo abbastanza sottovalutato la scena rock giapponese,se ci sono gruppi come questi.Più che altro preferivo basarmi sul loro aspetto più che per la loro musIca. |
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Oddio cosa? I GazettE sono una band validissima. Essere giapponesi non dovrebbe penalizzarli. E secondo me, il giapponese cantato suona benissimo, crea un'atmosfera magica. Ci credo che abbiamo praticamente zero concerti visual kei/Jrock in Italia... bella chiusura mentale. Comunque sia, adoro TOXIC, molto meglio del precedente DIM, lo comprerò!  |
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oh Santo Dio!.................... |
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oh, finalmente si comincia a parlare di loro anche in italia! ^^ provate ad ascoltarli, prima di decidere di cestinarli perchè cantano in giapponese... i gazette hanno circa 150 canzoni, molto diverse fra loro e mai ripetitive, fra cui scegliere... personalmente consiglio di ascoltarli, perchè meritano davvero! |
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Eli6slash, se non ci riesce può tranquillamente passare avanti  |
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l unica soluzione per disintossicarsi da sta roba è mettere 2 dita in gola ....ehh.. bbbleeeargh...... |
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guarda: è veramente una domanda/sfida: trovatemi un gruppo analogo che riesca a suonare in questo modo. Sono totalmente immersi in tutti i cliché che automaticamente ne sono fuori. E ricordiamoci sempre di filtrarli perchè abbiamo di fronte una band POP a tutti gli effetti che fa sold-out da 10.000 persone a data. |
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Invece a me piace il cantato giapponese.Ho solo sentito qualche traccia sul tubo e già mi sembrano differenti da tanti altri gruppi commercialissimi Giapponesi (e non solo). |
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2
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Appena uno riesce a superare quel blocco, la strada è tutta in discesa. |
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peccato per il giapponese che cantato sinceramente mi fa ridere |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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01. Infuse Into 02. Venomous Spider's Web 03. Sludgy Cult 04. Red 05. The Suicide Circus 06. Shiver 07. My Devil on Bed 08. Untitled 09. Pledge 10. Ruthless Deed 11. Psycopatch 12. Vortex 13. Tomorrow Never Dies 14. Omega
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Line Up
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Ruki - vocals Uruha - guitar Aoi - guitar Reita - bass Kai - drums
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RECENSIONI |
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