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LEGEND CLUB, VIALE ENRICO FERMI 98 - MILANO

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Fatum Elisum - Homo Nihilis
( 2784 letture )
Torniamo a parlare di questo portentoso combo transalpino - ad un anno esatto dall'omonimo debutto - per parlare del nuovo Homo Nihilis, che, sin dalle primissime note, dimostra di aver mantenuto altissimo il livello qualitativo dei brani e di non deludere affatto le aspettative di tutti coloro (me in testa) che erano rimasti favorevolmente impressionati dal precedente lavoro.
In questo breve lasso di tempo la band ha avuto un piccolo avvicendamento al basso, con l'ingresso di tale Alexandre che va ad occuparsi anche di backing vocals e chitarre. Dunque è proprio il caso di dire: ben venga il cambiamento. A livello strettamente musicale, non parlerei di un vero e proprio cambiamento, bensì di evoluzione: difatti avevamo lasciato la band alle prese con un doom/death catacombale e nerissimo che oggi si è arricchito di uno spettro di colori decisamente più ampio, spostando la gradazione principale dal nero seppia del debutto al grigio tenue del doom classico, che sul nuovo Homo Nihilis è ben presente in diverse influenze.

Attenzione! Con questo non voglio dire che la band abbia ammorbidito il proprio sound, nulla di tutto ciò.

Semplicemente, c'è stata una forte iniezione di influenze provenienti dal doom classico, che trovano nelle vocals il punto di svolta rispetto al debutto. Lo stile vocale di EndE adesso predilige un approccio molto personale che si fatica a catalogare con esattezza ma che - per intenderci - potrei definire come melodico ma allo stesso tempo abbastanza aggressivo, e che solo raramente sconfina nel growling o, ancor più episodicamente, nello screaming, rimanendo comunque sempre abbastanza comprensibile e distinguibile. Uno stile per certi versi accostabile a certe cose degli ultimi Tristitia o dei Deinonychus, ma che sa spaziare su una gamma ampissima di tonalità, movimentando i brani e rendendoli ognuno ben distinto dall'altro.
L'album consta di cinque capitoli che, eccezion fatta per l'intro della durata di un minuto circa, si estendono tutti ben oltre il quarto d'ora di durata, ma che, proprio grazie al sapiente utilizzo delle vocals e all'ottima vena compositiva di tutti i membri della band, permettono alle composizioni di non stancare l'ascoltatore, il quale affronta volentieri l'ascolto di questo platter lungo ben 70 minuti.

Pulvis Et Umbra Sumus apre questo Homo Nihilis con una strana litania a metà strada tra un rito iniziatico e un canto gregoriano; ma non c'è il tempo di scervellarsi troppo che ci si ritrova immediatamente alle prese con l'ottima Pursuit Of Darkness. Questo brano si apre su tempi e sonorità facilmente accostabili a bands classiche come Candlemass, ultimi Black Sabbath o, come dicevamo, Tristitia, mentre dopo circa cinque minuti dall'inizio si ha l'impressione che si stiano scaricando le pile del nostro lettore, come succedeva un tempo con i walkman che, mano a mano che si scaricavano, questi rallentavano finché non si esaurivano definitivamente le batterie. L'impressione è esattamente la stessa: i tempi di batteria si dimezzano, l'accordatura delle chitarre scende di qualche tono e le vocals sprofondano in un growling si profondo, ma mai troppo gutturale per non distinguerne le parole. Splendido il lavoro chitarristico: semplice e potente, perfettamente in linea con i mostri sacri sopra citati e, così come per il precedente album, coadiuvato dalle sapienti mani dell'onnipotente Greg Chandler, il quale ormai è divenuto una garanzia di qualità in tutte le sue produzioni. A cinque minuti dalla fine, il brano s'impreziosisce di una parte arpeggiata sulla quale il buon EndE recita le strofe introduttive all’Inferno di Dante in un italiano un po' approssimativo, ma certamente comprensibile ed efficace.
The Twilight Prophet, dopo un inizio arpeggiato, si lancia in una lenta processione doom che definirei semplicemente possente, poiché caratterizzata da un riffone molto avvolgente che intorno al quinto minuto si irrobustisce, si gonfia e si carica d'ira per poi tornare mestamente al suo pacato incedere solenne che da li a poco si dissolverà in una lunga parte arpeggiata dai toni decisamente rarefatti e sulle cui note, dopo diversi minuti di atmosfere sognanti, è possibile ascoltare un duetto un po' stridente tra la bella voce pulita ed una specie di "screaming intonato": sinceramente evitabile. Tolta questa piccola nota stonata, rimane un brano davvero splendido e molto ispirato, che non potrà lasciare insensibili gli amanti del genere. Riguardo le lyrics, se sulla precedente traccia si era citato Dante, su questo brano si interpretano liberamente i versi del Vangelo di
Matteo, denotando una certa propensione verso la lettura che non certo contraddistingue una buona parte del popolo metal (qui purtroppo qualcuno avrà da ridire!).
Homo Nihilis si apre con uno spiazzante up-tempo per lasciar spazio quasi subito ad una parte ultra slow davvero strepitosa, sulla quale il buon EndE alterna clean vocals e growling equamente distribuite per un effetto molto originale e allo stesso tempo efficace. Un brano semplice e diretto dove, nuovamente, le chitarre ricoprono un ruolo fondamentale nell'economia generale, ma che solo insieme alle vocals si rivelano le vere armi vincenti di questo ottimo lavoro. Conclude la bella East Of Eden, liberamente ispirata alla storia di Caino e Abele; si rivela il brano per certi versi più lento dell'intero lotto, anche se allo stesso tempo - come tutte le tracce conclusive - porta in sé una buona dose di sperimentazione, alternando parti arpeggiate, stacchi in up-tempo e lunghe arie recitate, in una suite di oltre diciassette minuti di durata.

Per concludere, non mi resta che citare il lavoro grafico svolto sull'artwork del CD e ad opera dello stesso EndE - il quale, a quanto pare, si diletta anche come pittore - un po' sullo stile di Steven Stapleton dei Nurse With Wound, ma con risultati un po' meno interessanti. Rimane un artista decisamente al di sopra delle righe oltre ad essere, innegabilmente, il vero motore della band, anche se in certi momenti tende a fare il passo più lungo della gamba inerpicandosi per sentieri fin troppo stravaganti che un po' cozzano con le atmosfere ortodosse del doom.
In ogni caso, Homo Nihilis è un lavoro che farà felice sia il pubblico più intransigente che quello meno esigente ed open minded.

Consigliato!



VOTO RECENSORE
89
VOTO LETTORI
39.03 su 29 voti [ VOTA]
Metal3K
Giovedì 15 Dicembre 2011, 10.19.50
5
Arrivo tardi, perche' l'ho ascoltato da poco, ma ci tengo a dire che sono d'accordo con Furio e che questo lavoro ha fatto felice anche me!
FURIO
Venerdì 2 Dicembre 2011, 11.05.05
4
RETTIFICA: Erroneamente nella recensione si menziona un avvicendamento al basso che, realmente, non è mai avvenuto; semplicemente il bassista ha deciso di cambiare il nome nei credits dell'album. La formazione è rimasta tale e quale al debutto.
FURIO
Venerdì 2 Dicembre 2011, 9.36.04
3
Grazie mille Enry, se il debutto ti è piaciuto, questo non potrà deluderti! Grazie per il feedback positivo, apprezzatissimo!
enry
Giovedì 1 Dicembre 2011, 17.42.21
2
Niente preascolto, lo prendo a scatola chiusa, per tre motivi: il debut mi è piaciuto un botto, Gabriele su questi dischi non sbaglia mai, ogni tanto mi piace rischiare come ai bei tempi.
Ubik
Giovedì 1 Dicembre 2011, 16.07.02
1
L'ho ascoltato ancora poche volte ma l'impressione generale è più che positiva. Bella la recensione
INFORMAZIONI
2011
Aestethic Death Records
Doom
Tracklist
1 - Pulvis et umbra sumus
2 - Pursuit Of Darkness
3 - The Twilight Prophet
4 - Homo Nihilis
5 - East Of Eden
Line Up
EndE (vocals)
Hugo(guitar)
Christophe (guitar)
Alexandre (bass, guitar, vocals)
Christophe (drums)
 
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