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(EchO) - Devoid Of Illusion
( 4805 letture )
Quando si parla di doom, l'Italia non può certo competere con paesi come la Finlandia o l'Inghilterra per quanto riguarda il numero di bands; ma se invece si parla di qualità, andando a guardare nella storia del genere possiamo orgogliosamente constatare che il bel paese ha dato i natali a gloriose formazioni come Paul Chain, Monumentum, Ras Algethi, e più recentemente Consummatum Est, Urna ed appunto questi (EchO), dei quali siamo oggi qui a parlare.

La band si forma nel 2007 nei pressi di Brescia e, dopo aver pubblicato alcuni demos, debutta oggi con questo interessantissimo Devoid of Illusion per l'ormai celebre Solitude Productions.
Passiamo subito a parlare della musica di questo sestetto che, muovendosi su territori tetri come quelli soliti alla scena doom/death, riescono a fondere influenze dark wave, ethereal e melodic doom con il risultato di un prodotto sorprendentemente fresco ed avvincente, suonato egregiamente che sono certo farà propagare...ehm... l'eco del loro nome molto, molto lontano.

L'album si apre con una breve intro per lasciare subito spazio a Summoning The Crimson Soul, un brano che, nell'arco di oltre 9 minuti di durata, offre un'ampia panoramica sulle diverse personalità della band, puntando sull'effetto sorpresa di un pezzo davvero dirompente.
Difatti l'opener - dopo un'inizio duro e possente - ci indurrebbe a credere di avere a che fare con la classica formazione doom/death atmosferica sulla scia di Colosseum, Doom VS o Draconian - cosa che già di per sé non sarebbe male - ma i nostri hanno ancora molto da dire e, mentre ancora cerco di inquadrare le esatte coordinate stilistiche, cambiano le carte in tavola scivolando pacatamente su territori arpeggiati dal gusto vagamente wave, i quali - per usare un gergo da navigatore satellitare - mi mandano "in ricalcolo" e mi scombussolano la traiettoria stilistica. Mentre riprendo confidenza con i dolci suoni delle chitarre della coppia Mauro-Simone, vengo letteralmente travolto dal finale del brano che definirei semplicemente mozzafiato: un lungo stacco ultra slow sul quale, anzichè il classico growling, campeggia una voce pulita (maschile) dalla tonalità dolce ma allo stesso tempo magnetica. Un opener davvero micidiale, non c'è nulla da aggiungere!

Unforgiven March, caratterizzata da un interessante accompagnamento di pianoforte, alterna continuamente parti brutali a sezioni più raffinate in un rincorrersi molto piacevole, mentre su The Coldest Land iniziano ad affiorare evidenti le influenze darkwave, andando a riesumare bands come The Cure e This Empty Flow su tutti.
Il brano alterna atmosfere tipicamente wave a parti cadenzate con tanto di growling consegnandoci uno degli episodi più accessibili dell'intero lotto, ma allo stesso tempo anche uno dei più riusciti.
Andiamo avanti ed arriviamo alla quinta Internal Morphosis: un brano che - nelle linee vocali - lascia comparire più o meno evidenti le influenze dei mai dimenticati Alice in Chains; dunque uno stile abbastanza acido e alienante che però deve cedere il passo nuovamente al classico growling in quanto - a livello strettamente musicale - il brano è tra i più duri ed aggressivi, e mette in evidenza forti influenze death metal.
Con Omnivoid si torna ad esplorare sonorità wave, questa volta tirando in causa anche gli ultimi Anathema, dei quali vengono ossequiate le vocals dal nostro Antonio Cantarin attraverso una perfetta alternanza tra growling profondi e gutturali e vocals dolcissime e quasi impalpabili. L'album è strutturato in maniera tale che, col passare dei minuti, i brani vadano appesantendosi, mostrando i muscoli e, a volte, anche i denti.

Su Disclaiming My Faults è nuovamente il pianoforte a fare bella mostra di sé, alternando in maniera equilibrata le atmosfere con la pesantezza delle parti mosh che su questo brano si impreziosiscono di un'inaspettata sbandata thrash - nello specifico uno splendido riffone - che conduce il brano sino alla sua conclusione. Ancora una volta gli (EchO) ci stupiscono con la loro cangiante personalità. Once Was A Man è l'episodio più easy listening dell'album, sul quale sono nuovamente le note del piano, intrecciate con i dolci arpeggi di chitarra, a condurre la canzone su territori intrisi di malinconia, nei quali non c'è spazio per le distorsioni delle chitarre se non negli ultimi istanti del brano.

Conclude l'opera la lentissima Sound From Out Of Space, sulla quale è possibile ascoltare Greg Chandler (Esoteric) come special guest.
Pare che il produttore inglese, durante le fasi di registrazione, sia rimasto talmente impressionato dai brani dei nostri conterranei che si sia prodigato volentieri in questa collaborazione, prestando le proprie corde vocali ed imbracciando la chitarra per una lunga parte introduttiva. La song, è inutile dirlo, risente pesantemente della presenza (ingombrante) del doom-god: una miscela di stili delle due bands che convivono piacevolmente ma che forse, in alcuni passaggi, rimangono leggermente slegate tra di loro.

Non ci sono molte altre parole per concludere questa recensione; sicuramente i bresciani sono una delle nuove promesse della scena italiana e, molto probabilmente, hanno sfornato il miglior album doom prodotto in Italia nel 2011. E scusate se è poco!



VOTO RECENSORE
90
VOTO LETTORI
64.57 su 54 voti [ VOTA]
Malleus
Martedì 17 Dicembre 2013, 18.38.17
6
Piantatela, è un capolavoro e le vostre opinioni non esistono, addio. -Paolo Ferrari.
Fede_BMTH
Lunedì 23 Gennaio 2012, 2.09.12
5
non male, belle atmosfere, belli i suoni! bel lavoro, però se è vero che han copiato qualcosa ai Thergothon son curioso di sapere di che pezzi si tratta, dato che se fosse vero sarebbe una pecca non da poco!
Ea
Sabato 21 Gennaio 2012, 13.31.04
4
Grandioso, ma il plagio continuo a una dei Thergothon della seconda e terza canzone è abbastanza seccante. Per il resto sicuramente una promessa del doom
Alicya
Sabato 21 Gennaio 2012, 12.56.34
3
Carino ma alla lunga noioso , senza nulla voler togliere alla bravura di tutti i musicisti
GioMasteR
Sabato 21 Gennaio 2012, 12.55.52
2
Lavoro di notevole spessore che mi ha colpito parecchio, sono orgoglioso che le realtà italiane siano in crescita costante e sempre ricche di idee.
Mattia Jonne Montag
Sabato 21 Gennaio 2012, 10.41.10
1
L'album è veramente una qualcosa di fantastico, grazie alle sue atmosfere riesce veramente a trasportarti in mondi paralleli senza tempo. Complimenti veramente.
INFORMAZIONI
2011
Solitude Prod.
Doom
Tracklist
1 - Intro
2 - Summoning The Crimson Soul
3 - Unforgiven March
4 - The Coldest Land
5 - Internal Morphosis
6 - Omnivoid
7 - Disclaiming My Faullts
8 - Once Was A Man
9 - Sounds From Out Of Space
Line Up
Antonio Cantarin (vocals)
Mauro Ragnoli (guitar)
Simone Saccheri (guitar)
Simone Mutolo (piano, keyboards)
Agostino Bellini (bass)
Paolo Copeta (drums)
 
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