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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Amberian Dawn - Circus Black
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( 3622 letture )
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“Un buon concept, musicisti di talento, buone composizioni e produzione all'altezza, un po' di fortuna, gente affidabile con la quale lavorare ed una grande squadra per costruire il tutto”: così Heidi Parviainen, voce ed autrice dei testi, regala la ricetta del successo a chi volesse barcamenarsi nella scena metal odierna. Fondato nel 2006 dal chitarrista e tastierista finlandese Tuomas Seppälä, il progetto Amberian Dawn sembra possedere i necessari requisiti di cui sopra ed esordisce discograficamente nel 2008 con River of Tuoni, al quale seguono The Clouds of Northland Thunder (2009) ed End of Eden (2010): i tour con Epica e Kamelot fanno il resto, offrendo la possibilità alla band di farsi conoscere in Europa mentre il nome Amberian Dawn comincia a godere di una discreta popolarità negli Stati Uniti a seguito dell'inclusione di alcuni loro brani nel videogioco musicale Rock Band. La biografia ufficiale insiste sulla capacità, in capo al sestetto, di creare ”highly polished albums”, quasi a suggerire una particolare attenzione posta all'aspetto formale della produzione scandinava: l'album recensito oggi, pubblicato da Spinefarm Records, sembra confermare il buon esito di questo intendimento.
Sinistra e martellante, forte di una verve sinfonica maestosa ed allo stesso tempo decadente, Circus Black si presenta come l'opener perfetta per attirarci dentro l'iconografia dissonante di lampadine & ragnatele dell'immagine di copertina: il cantato della soubrette-soprano indugia con maggiore convinzione sui registri più bassi, rinunciando a parte del proprio fascino muliebre in favore di tinte più scure, drammatiche, maschili. Se si escludono i quadretti scintillanti di Fight ed I Share with You This Dream, tra gli episodi più commerciali, la musica degli Amberian Dawn sembra quindi stagliarsi contro l'oscurità del cielo, squarciata da assoli di chitarra e brevi inserti sinfonici che solleticano un'immagine di colore, piuttosto che imporla. La componente lirica, interpretata con piglio serioso, appare quindi calata perfettamente nella gravità del tutto, senza ricercare quel contrasto ormai banale di vocine minacciate, di sensualità adolescenziale, che tanto gothic ad alta digeribilità continua a proporre. Circus Black si prende invece il merito di essere un album coerente e dinamico, fedele alle proprie oscurità (vedi i sussurri dell'ospite Timo Kotipelto in Cold Kiss), iperarrangiato come il genere prescrive e portatore sano di melodie mai eccessivamente compiacenti. Quello finlandese è un circo fatto di ninfee e facce deformi, clown con la lacrima ambigua dipinta sul volto, violenze romantiche, nebbie sempre in procinto di diradarsi e mitologie del folklore scandinavo (come il poema epico Kalevala) nel quale si percepisce la mano sin troppo ferma del tastierista e chitarrista Tuomas Seppälä a dirigere il tutto: l'accentramento della visione è però tale da smorzare sul nascere quel gioco di contrasti, di sintesi di apporti che dovrebbe distinguere il progetto solista dal prodotto di una band di sei elementi (per quanto impegnati in tanti altri progetti). Il totale disinteresse, dichiarato dal chitarrista, nei confronti dei testi scritti dalla Parviainen è esso stesso indice di una visione rispettabile ma fatalmente chiusa, meno avvezza a cogliere la sfumatura che questa componente potrebbe apportare all'immagine ed al suono di una band ed al grado di coinvolgimento offerto all'ascoltatore. Tanto e tale è il prevalere delle atmosfere, il senso della rifinitura, la continua riproposizione di piccoli stacchi di gusto fieristico/paesano, che brano dopo brano si finisce per assistere con ammirazione ad una sorta di showcase, traslando la propria attenzione più sul mezzo che sul risultato: le orchestrazioni sono certamente varie (dagli archi ai fiati, passando per interessanti sonorità folk), i suoni certamente perfetti, i cori certamente avvolgenti, ma il disinteresse che comincia a serpeggiare rende un brano strumentale come The Rivalry Between Good And Evil un momento insignificante come il placido intervallo della RAI con la visita allo zoo, che solo i più stagionati di voi ricorderanno.
Al disco viene così a mancare una fonte di umanità, di trasporto, di prevedibilità complice ed il tutto si riduce ad un mero esercizio riproposto per dieci volte, ciascuna di durata mai sufficientemente estesa da consentire un qualche solleticante approfondimento: le premesse sono tali da indurre ad una ripetitività di ineccepibile forma, ad un senso di appiattimento dovuto al troppo mestiere col quale si aderisce ad una formula piatta che diventa, se non altro, una linda superficie sulla quale specchiarsi. La sensazione che Circus Black lascia al termine dell'ascolto è quella che all'interno della band ognuno faccia ciò che deve, piuttosto che ciò che può, determinando un senso di riproduzione meccanica, piuttosto che di aspirazione artistica meccanicamente realizzata. Definire svogliato un disco dalla produzione tanto opulenta è un ossimoro ingeneroso ed un azzardo, convoluto è forse il termine preferibile: quello dei finlandesi è un vortice vittima dei propri impeti, un movimento che non sfocia, una premessa stucchevole (e talvolta logora, come nell'esausto finale di Guardian e Lily of The Moon) che non intriga e nemmeno arriva, nonostante la ricercatezza degli ingredienti a disposizione, ad un appagante e convincente compimento.
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10
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a me non dispiacciono, anche se, lo riconosco, non ho un orecchio raffinatissimo |
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9
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Brutto, non c'è che dire |
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8
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Non è niente e non si merita niente. Un album superfluo, inutile, poco originale e soprattutto privo di mordente. Un brutto album come non ne ho mai sentiti. |
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7
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Il primo disco non era male, ma stranamente a ogni uscita successiva sembrano peggiorare. |
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6
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Ma la copertina è ridicola! Cioè non solo la copiano da Imaginaerum, ma la copiano pure male! Proporzioni (tendone dei puffi o tizio enorme?), buon senso (bello il botteghino dietro le transenne), punti di luce, prospettiva... insomma, uno schifo. E la cosa più assurda è che la copertina vale molto più della musica! |
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5
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Ishtar..lo sapevo che avresti commentato in questo modo!hihihi...dai se ti può consolare questo non lo compro nemmeno io...semplicemente a prescindere dalla musica...già mi scazza la copertina palesemente copiata!questo sì che è una mancanza di idee!  |
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3
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Ancora in circolazione.... BASTA!!!!!! |
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2
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Beh, io se devo essere sincero non li conoscevo ma se quanto Luca Diablo ha detto qui sotto e vedendo che la copertina è una specie di copia in dark dell'ultimo imaginareum è triste la cosa... |
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1
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questa è bella! adesso non si limitano più a clonare in malo modo i brani dei Nightwish, si concedono anche il lusso di copiare le loro copertine (che tra l'altro sono l'unica cosa originale che gli Amberian Dawn abbiano mai avuto....) La musa ispiratrice si è trasformata in una vera forma di ossessione. Io tolgo 5 punti al voto del recensore perchè con questo album hanno davvero raschiato il fondo del barile. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Circus Black 2. Cold Kiss 3. Crimson Flower 4. Charnel's Ball 5. Fight 6. Letter 7. I Share with You This Dream 8. The Rivalry Between Good And Evil 9. Guardian 10. Lily of the Moon
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Line Up
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Heidi Parviainen (Voce) Kasperi Heikkinen (Chitarra) Kimmo Korhonen (Chitarra) Tuomas Seppälä (Tastiere, chitarra) Jukka Koskinen (Basso) Heikki Saari (Batteria)
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RECENSIONI |
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