|
27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
|
|
Every Time I Die - Ex Lives
|
( 4054 letture )
|
“Palingenesi hardcore”.
Quando una band riesce ad incidere sei dischi in quattordici anni di attività mostra segni di buona volontà, non c’è che dire. Il fatto che si sia passati dalla Ferret alla Epitaph -due etichette estremamente importanti nell’hardcore- può voler dire che oltre l’impegno ci sia anche qualità. Quelli che possono mostrarsi solo quali indizi per i meno affini al genere, non fanno altro che confermare il dato di fatto. Gli Every Time I Die sono un gruppo dalle doti nettamente superiore ai propri analoghi. Tornati ad inizio 2012 con Ex Lives, i nostri, ancora una volta, non riescono a deludere.
Per chi non li conoscesse, i quattro americani proveniente da Buffalo non sono il solito gruppo hardcore, ma anche qualcosa d’altro. Non mi riferisco al metalcore o al deathcore, stili dapprima adorati da troppi ed ora considerati da tanti alla stregua di errori sesquipedali. Gli Every Time I Die sono fautori di lievi ma fondamentali contaminazioni su base hardcore, che, senza modificarne la portata ne allargano i contenuti. In Ex lives, come nei lavori precedenti, c’è sì l’hardcore, ma anche lo sludge e moderati accenti di southern rock. E’ vero che coloro i quali mostrino interesse per le sonorità espresse dalla band, sapranno già a cosa andare incontro ascoltando la nuova opera. Però è bene chiarire per tutti quelli poco inclini a tale realtà che il nuovo album potrebbe avere le carte in regola per piacere a tanti ascoltatori dai gusti disparati.
Ex Lives si snoda attraverso un inizio fulminante. Underwater Bimbos From Outer Space si muove attorno alle coordinate degli ultimi The Dillinger Escape Plan, non così schizofrenici come agli inizi, ma comunque tutt’altro che calmi. La seguente Holy Book Of Dilemma pesta maggiormente, tant’è che si assiste anche a sporadici blastbeats. Con la terza traccia viene a galla l’indole oldschool, ed è per questo che non si fa fatica a riconoscere in A Wild, Shameless Pain, richiami ai Sick Of It All meno frenetici. Typical Miracle non aggiunge niente a quando prodotto fin qui, ma la vera sorpresa per tutti quelli che ancora conoscono il gruppo, è costituita da I Suck (Blood). Chitarre dal suono grasso come quello di una Harley smarmittata, ritmo incalzante e voce perfetta. Sludge/core come -ahinoi- se ne sente troppo raramente, con tanti ringraziamenti agli Every Time I Die per ricordarci come si faccia a realizzarlo. Dopo un paio di tracce che non aggiungono granché ai contenuti emersi, ecco arrivare -con Revival Mode- il momento del southern rock. La canzone, dalla quale è derivato il singolo ed il primo video tratto dal disco, è forse una sorpresa anche per il sottoscritto in quanto mostra un ulteriore direzione che i nostri potrebbero intraprendere nel futuro prossimo. Abbiamo da poco passato la metà del lavoro (nella versione bonus sono presenti ben quattordici canzoni) ed io posso già ritenermi appagato. Le seguenti tracce continuano a pestare con il loro hardcore crudo ma originale, e c’è ancora spazio per le variazioni al tema. Indian Giver, in chiusura all’edizione standard, viene caratterizzata dalla melodica malinconia per tutto il proprio divenire, aggiungendo così ulteriori argomenti a chi ascolta. Le tracce bonus garantiscono un plus ultra di rabbia sofisticata, semmai si avessero ancora energie una volta arrivati al termine dell’album.
Cosa aggiungere? Ex Lives conferma qualità ben oltre la media per una band che in Europa non è ancora riuscita a raccogliere i consensi che meriterebbe. Il genere indicato di fianco alla recensione è un semplice riferimento non sufficiente a definire un sound che ha nell’hardcore solo la propria base. Vi sono anche mathcore, sludge, e piccole dosi di rock, ovvero un insieme di stili che possono dialogare. L’importante è che tale operazione venga svolta da interpreti capaci. Gli Every Time I Die lo sono.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
16
|
Tranquillo Alex, tutto a posto . Si forse ha ragione Tribal Axis, se uno non apprezza il genere (forse) non dovrebbe commentare. Il problema è che certe volte la tentazione di lasciare un commentino è troppo forte, ma tutto sommato questi Everytime i die, come ha detto giustamente Undercover, sono diversi dalla stragrande maggioranza delle band metalcore e quindi non meritano di essere bistrattati . Ciao ragazzacci!  |
|
|
|
|
|
|
15
|
Vabè dai, Vichingo ha specificato meglio il proprio pensiero, ha chiarito che si tratta di gusti, quindi no problem...e poi uno che deve sorbirsi una squadra con Quagliapereta in attacco ha tutta la mia solidarietà (uè, si scherza) |
|
|
|
|
|
|
14
|
@il vichingo: per il genere che fanno sono eccellenti. se non ti piace il genere non ha senso che commenti. |
|
|
|
|
|
|
13
|
Sono d'accordo, si discostano dalla maggioranza delle band Metal-core che vendono grazie al ciuffetto sopra l'occhio o al classico attegiamento pop star che eccita la tredicenne di turno, e questo è un punto a loro favore. Ma la loro proposta musicale alla lunga mi stanca. Buona qualche canzone, lo ammetto, ma alla lunga li trovo ripetitivi e scontati (sto parlando per me). Quindi io non sto criticando il loro aspetto o la loro attitudine, ma il loro sound che in linea generale trovo poco coinvolgente e un po' trito. |
|
|
|
|
|
|
12
|
@il vichingo, senza senso perché non comprendo stavolta quale sia la critica, qui non ci sono emociuffi, non c'è il "pop" da classifica, capisco che il genere può non piacere ma obbiettivamente questi fanno tutt'altro mestiere rispetto certi segoni che abbiamo commentato in passato o vogliamo dire che suonano la stessa minestra? |
|
|
|
|
|
|
|
|
10
|
Concordo con Alex, sono una band con le palle sti ragazzi, riescono a coniugare hardcore e rock alla grande, bravi davvero, è un peccato leggere critiche senza senso da utenti esperti. |
|
|
|
|
|
|
9
|
Qui c'è davvero da dar ragione ad Alex. Nient'altro da dire. |
|
|
|
|
|
|
8
|
Ragazzi, una curiosità: ma qualcuno di quelli che hanno commentato ha ascoltato questo disco? Vichingo, fai poco lo spiritone e pensa a Quagliapereta e a Borriello, quelli sì che danno soddisfazione..... |
|
|
|
|
|
|
7
|
Complimenti per l'utilizzo della parola "sesquipedale".  |
|
|
|
|
|
|
6
|
@ Hangar: Ehehe un commento semplice e diretto è piu efficace di cento discorsi!  |
|
|
|
|
|
|
|
|
4
|
Hahaha mi sembrava stesse delirando il buon vichingo! Comunque non so, la recensione (come sempre) mi stimola un sacco ad ascoltarlo... Vedremo  |
|
|
|
|
|
|
3
|
Non ci credo gli Everytime I Die su Metallized, finalmente la mia band preferita viene recensita su questa Webzine. Vorrei strapparmi i cappelli per la felicità che sto provando in questo momento. Che altro dire?? Band geniale, ogni volta che ascolto i loro album provo delle emozioni incredibili, indescrivibili........... ......PS: chi mi conosce sa che sto scherzando, e mooooolto anche  |
|
|
|
|
|
|
2
|
Ennesimo gruppo che spopola nelle tv americane, speriamo abbia successo anche da noi, se ne sentirò parlare bene dai seguaci di mtv, credo comprerò tutti i loro dischi, puro spirito hardcore.... |
|
|
|
|
|
|
1
|
che BAND... una BAND maiuscola! |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
01. Underwater Bimbos From Outer Space 02. Holy Book Of Dilemma 03. A Wild, Shameless Plain 04. Typical Miracle 05. I Suck (Blood) 06. Partying Is Such Sweet Sorrow 07. The Low Road Has No Exits 08. Revival Mode 09. Drag King 10. Touch Yourself 11. Indian Giver 12. Grudge Music (bonustrack) 13. Business Casualty (bonustrack) 14. Starve An Artist, Cover Your Trash (bonustrack)
|
|
Line Up
|
Keith Buckley – Vocals Jordan Buckley – Guitars Andy Williams – Guitars Ryan Leger – Drums
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|