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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Dyscarnate - And So It Came To Pass
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( 2908 letture )
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LASCIATE OGNI ORPELLO VOI CHE ENTRATE Tecnica, virtuosismo, contaminazioni, sperimentazione, originalità: qui non c’è assolutamente niente di tutto ciò, e ognuno di questi valori rasenta praticamente lo zero ascoltando i britannici Dyscarnate. Vi starete sicuramente chiedendo, allora, il motivo del numeretto qui in fondo; la realtà è presto detta: And so it came to pass (scusate ma ci sta) spacca letteralmente il culo. Perché? Nessun motivo in particolare; è uno di quei rari casi in cui non c’è niente ma c’è tutto. Questi trentotto minuti di death metal suonano come i Dying fetus se fossero privati delle prime tre corde della chitarra; aggiungete poi un cantante ibrido tra Nergal e Glenn Benton e il gioco è fatto. Quindi si tratta di un old school suonato a velocità sostenutissima e che strizza l’occhio ai gruppi odierni inserendo breakdown tipici del metal/death core (solo questo, coi generi in questione non ha nient’altro in comune). Un riuscitissimo connubio tra vecchio e nuovo, insomma.
Dopo una breve intro strumentale il disco vero e proprio si sprigiona in tutta la sua magnificenza, una bordata dietro l’altra. Inutile citarne una traccia in particolare; la produzione è potente a livelli da denuncia, più che tre musicisti sembrano quindici, che vanno dritto al sodo. Lasciate perdere il death metal suonato chitarristicamente con piogge di note singole; qui i riff sono fatti di accordacci con la potenza di una badilata in fronte, che in certi casi ricordano il caro vecchio hardcore newyorchese dei tempi che furono. Il compromesso sembra solo un lontano ricordo, e ai Dyscarnate va bene così. Musica ignorante e fiera di esserlo, adattissima per mosh sfrenati e giretti in macchina davanti ai bar “in” della vostra città col volume alle stelle. Nessun prigioniero. Chi se ne importa poi se sul riff iniziale di Rise And Fall ci si può tranquillamente cantare Inhale/Exhale dei Nasum; chi se ne importa se il gruppo non inventa niente, non sperimenta e non innova.
La cosa fondamentale è che alla fine della decima traccia non esiste nessun senso di straniamento ma una voglia quasi morbosa di ripremere il tasto play e farsi riprendere a calci. Straconsigliato, quindi, a chi nel death metal cerca groove, impatto e attitudine "in your face"; astenersi invece chi desidera funambolismi, masturbatori delle sei corde, contaminazioni di qualsiasi tipo e a chi vede il genere in questione come un blast beat continuo.
Devastanti, applausi.
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10
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Ho ascoltato il precedente "Enduring The Massacre" e, lungi dal far gridare al miracolo, è bello divertente da ascoltare, sono 45 minuti di pacche sulla faccia. Confermo il riuscito connubio tra vecchia e nuova scuola anche se produzione e suoni fanno pendere l'ago della bilancia a favore della nuova. Mi procurerò anche questo. |
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9
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La solita solfa: di primo acchito (e si spera in sede live) la roba proposta potrebbe pure intrigare, ma ad un ascolto minimamente più prolungato annoia. Più che il culo questi qui spaccano le palle. Non c'è un riff o un arrangiamento che non puzzi di stantio. Non condivido affatto gli entusiasmi per questo scialbo gruppetto. |
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8
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Spacca il culo veramente! come un cinghiale incazzato con le zanne insanguinate! potente! |
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7
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'STIGRANCAZZI. Disco della madonna. |
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6
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Uno dei dischi dell'anno, a mio avviso. |
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4
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Perfetto. Ottimo equilibrio tra vecchia e nuova scuola. |
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3
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@andre: i miei gusti li conosci; se arrivo io a dire che un disco del genere è un gran disco puoi fidarti ciecamente! |
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2
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così mi fai venir voglia però..... che tu, questi , siate dannati ahahahah |
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1
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disco ottimo ,forse il loro migliore ! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Weight Of All Things (Intro) 2. In The Face Of Armageddon 3. Cain Enable 4. A Drone In The Hive 5. Engraving Ecstasy 6. The Promethean 7. Grinding Down The Gears 8. Rise And Fall 9. Seizure 10. Kingdom Of The Blind
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Line Up
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Tom Whitty - Guitar/Vocals Henry Bates - Bass/Vocals Matt Unsworth - Drums
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RECENSIONI |
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