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16 - Deep Cuts From Dark Clouds
( 3149 letture )
Massicci, sporchi di sabbia e dediti ad uno sludge genuino e diretto: tornano i californiani 16 di Santa Ana con un nuovo album, questo Deep Cuts From Dark Clouds, loro decimo lavoro in studio.
Nati nel 1992, i 16 sono una di quelle formazioni che, nonostante i numerosi cambi di line-up, non si azzardano a cambiare di una virgola la loro proposta musicale, che, sotto l’egida indiscussa dello sludge, porta con sé anche innegabili ritmi hardcore e una certa psichedelia presa in prestito dallo stoner dei dintorni di Palm Desert, impregnandoli con un doom pesante e proposto senza scrupoli. In questo la band non ha mai avuto paura di sbagliare, e se siete amanti di formazioni come Weedeater, Om, Hull e degli intensi The Koolaid Electric Company, certamente avrete già avuto modo di apprezzare l’operato di Chris Jerue e soci, magari proprio attraverso il penultimo album, quel Bridges To Burn, targato 2009.

Forti di una presenza scenica d’impatto e della capacità indiscutibile di cofezionare live shows al fulmicotone, i 16 fanno aprire le danze del nuovo disco alla iper-vitaminica Parasite (a seguito della opener Theme From Pillpopper), liberando tutti gli uccelli rapaci in loro possesso e rimasti in gabbia per ben tre anni: qui si viaggia spediti, complice una sezione ritmica che vede Tony Baumeister al basso e Mateo Pinkerton alla batteria, e che non perde un colpo. Le chitarre di Bobby Ferry creano riffs assassini, e la voce di Chris Jerue, pastosa e torbida, è decisamente sopra le righe in tutti i brani: questo è sludge, cazzo. Her Littel “Accident”, ironica e pestatissima, lascia il posto alla hard orientied The Slad Clown, scatendando un istintivo headbanging che si protrae anche per Broom Pusher e per la notevole Opium Hook.

Nulla di nuovo è comparso al fronte rispetto agli album precedenti; le variazioni sono microscopiche ma ben calibrate, e non vanno affatto a disturbare il tessuto d’insieme, che risulta compatto. Detto questo, è necessario sottolineare che Deep Cuts From Dark Clouds è pervarso da una buona dosa di genuina ignoranza che magari può far storcere il naso a qualcuno, ma che in me trova invece piena approvazione.



VOTO RECENSORE
80
VOTO LETTORI
33.13 su 15 voti [ VOTA]
Undercover
Lunedì 28 Maggio 2012, 20.12.08
5
Ciao Emiliano, ma sì, sono sicuro che col tempo crescerà alla fine mi son limitato ancora al quarto ascolto... .
Witchcraft
Lunedì 28 Maggio 2012, 17.33.41
4
@ Undercover...è innegabile che non aggiunga nulla di nuovo nella discografia della band, ma non mi aspettavo nulla di + e nulla di meno..suonano quello che amano e lo fanno con grande genuinità...se lo prendi con questo spirito sono sicuro che un maggior numero di ascolti te lo faranno gradire maggiormente..un bel 70-75 lo merita..il tiro c'è tutto....e poi vista la loro carriera e la valenza storica della band all'interno della scena sludge anche un mezzo punto in + ci stà..ed ecco che con l'80 di Sangre mi ritrovo in pieno....Opium Hook vale da sola l'acquisto dell'album..
Undercover
Domenica 27 Maggio 2012, 23.01.47
3
Ciao a entrambi , non lo so, io sono rimasto un po' così, mi aspettavo qualcosa di più e invece mi suona un po' troppo da compitino e nulla più... chissà magari col tempo guadagna qualcosa.
Sangre
Domenica 27 Maggio 2012, 21.21.05
2
Grazie Withchcraft, concordo sul disco! Ciao!
Witchcraft
Domenica 27 Maggio 2012, 16.32.34
1
è piaciuto anche a me..nulla di nuovo sotto il sole..ma un buon ritorno, in linea con la discografia che lo precede..una delle, passatemi il gioco di parole, band bandiera dello sludge..ottima rece Lynda....
INFORMAZIONI
2012
Relapse Records
Sludge
Tracklist
1. Theme From “Pillpopper”
2. Parasite
3. Her Little “Accident”
4. The Sad Clown
5. Ants In My Bloodstream
6. Broom Pusher
7. Opium Hook
8. Bowels of a Baby Killer
9. Beyond Fixable
10. Only Photographs Remain
Line Up
Cris Jerue (vocals)
Bobby Ferry (guitar, vocals)
Tony Baumeister (bass)
Mateo Pinkerton (drums)
 
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