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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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16 - Deep Cuts From Dark Clouds
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( 3149 letture )
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Massicci, sporchi di sabbia e dediti ad uno sludge genuino e diretto: tornano i californiani 16 di Santa Ana con un nuovo album, questo Deep Cuts From Dark Clouds, loro decimo lavoro in studio. Nati nel 1992, i 16 sono una di quelle formazioni che, nonostante i numerosi cambi di line-up, non si azzardano a cambiare di una virgola la loro proposta musicale, che, sotto l’egida indiscussa dello sludge, porta con sé anche innegabili ritmi hardcore e una certa psichedelia presa in prestito dallo stoner dei dintorni di Palm Desert, impregnandoli con un doom pesante e proposto senza scrupoli. In questo la band non ha mai avuto paura di sbagliare, e se siete amanti di formazioni come Weedeater, Om, Hull e degli intensi The Koolaid Electric Company, certamente avrete già avuto modo di apprezzare l’operato di Chris Jerue e soci, magari proprio attraverso il penultimo album, quel Bridges To Burn, targato 2009.
Forti di una presenza scenica d’impatto e della capacità indiscutibile di cofezionare live shows al fulmicotone, i 16 fanno aprire le danze del nuovo disco alla iper-vitaminica Parasite (a seguito della opener Theme From Pillpopper), liberando tutti gli uccelli rapaci in loro possesso e rimasti in gabbia per ben tre anni: qui si viaggia spediti, complice una sezione ritmica che vede Tony Baumeister al basso e Mateo Pinkerton alla batteria, e che non perde un colpo. Le chitarre di Bobby Ferry creano riffs assassini, e la voce di Chris Jerue, pastosa e torbida, è decisamente sopra le righe in tutti i brani: questo è sludge, cazzo. Her Littel “Accident”, ironica e pestatissima, lascia il posto alla hard orientied The Slad Clown, scatendando un istintivo headbanging che si protrae anche per Broom Pusher e per la notevole Opium Hook.
Nulla di nuovo è comparso al fronte rispetto agli album precedenti; le variazioni sono microscopiche ma ben calibrate, e non vanno affatto a disturbare il tessuto d’insieme, che risulta compatto. Detto questo, è necessario sottolineare che Deep Cuts From Dark Clouds è pervarso da una buona dosa di genuina ignoranza che magari può far storcere il naso a qualcuno, ma che in me trova invece piena approvazione.
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5
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Ciao Emiliano, ma sì, sono sicuro che col tempo crescerà alla fine mi son limitato ancora al quarto ascolto... . |
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4
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@ Undercover...è innegabile che non aggiunga nulla di nuovo nella discografia della band, ma non mi aspettavo nulla di + e nulla di meno..suonano quello che amano e lo fanno con grande genuinità...se lo prendi con questo spirito sono sicuro che un maggior numero di ascolti te lo faranno gradire maggiormente..un bel 70-75 lo merita..il tiro c'è tutto....e poi vista la loro carriera e la valenza storica della band all'interno della scena sludge anche un mezzo punto in + ci stà..ed ecco che con l'80 di Sangre mi ritrovo in pieno....Opium Hook vale da sola l'acquisto dell'album.. |
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3
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Ciao a entrambi , non lo so, io sono rimasto un po' così, mi aspettavo qualcosa di più e invece mi suona un po' troppo da compitino e nulla più... chissà magari col tempo guadagna qualcosa. |
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2
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Grazie Withchcraft, concordo sul disco! Ciao! |
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1
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è piaciuto anche a me..nulla di nuovo sotto il sole..ma un buon ritorno, in linea con la discografia che lo precede..una delle, passatemi il gioco di parole, band bandiera dello sludge..ottima rece Lynda.... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Theme From “Pillpopper” 2. Parasite 3. Her Little “Accident” 4. The Sad Clown 5. Ants In My Bloodstream 6. Broom Pusher 7. Opium Hook 8. Bowels of a Baby Killer 9. Beyond Fixable 10. Only Photographs Remain
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Line Up
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Cris Jerue (vocals) Bobby Ferry (guitar, vocals) Tony Baumeister (bass) Mateo Pinkerton (drums)
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