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Reverence (FRA) - The Asthenic Ascension
( 2646 letture )
C'era un tempo in cui formarsi come band black metal in Francia era relativamente semplice, cavalcando l'onda proveniente dal nord si poteva cimentarsi in un'esperienza che sapeva di nuovo, la concorrenza era praticamente inesistente, la libertà espressiva concessa era notevole - oserei dire direttamente proporzionale alla distanza dalla penisola scandinava - e molti sentieri compositivi erano ancora vergini.
Ad oggi parlare genericamente di nome francese dedito a black sperimentale è poco illuminante, data la fiorente scena sviluppatasi esponenzialmente negli ultimi anni. Complice la rete e la facilità con cui un act modesto ha la possibilità di farsi conoscere in tutto il mondo (o per lo meno spaziando ampiamente nel proprio continente), un continuo susseguirsi di novità ha portato ad attribuire la frontiera avanguardista, prode foriera dello stendardo di rinnovamento, oltralpe.
Ancora una volta la distanza, sufficiente per non far subire in toto l'influsso originale nelle tematiche, ma fortunatamente insufficiente a non creare un ritardo generazionale - checché se ne dica è innegabile che un movimento artistico raggiunga un paese con tanto più ritardo quanta è la distanza che deve percorrere - ed ancora non troppo esigua nei confronti della sede centrale della bigotteria, ha contribuito allo sviluppo di una scena che oramai si può riconoscere come autarchica ed in notevole espansione.

Quest'oggi sotto i riflettori i Reverence, giunti oramai al quarto full lenght, battezzato The Asthenic Ascension, che prosegue sulla scia del predecessore Inactive Theocracy nella fusione di sonorità black con echi industrial, inserimento di synth e passione per il filone sperimentale che sta caratterizzando le produzioni di punta della scuola francese.
Se i primi riferimenti che vengono in mente quando si parla di innovazione e territorio cisalpino sono Blut Aus Nord e Deathspell Omega, è giusto da subito rimarcare la differenza tra questi ultimi e Reverence: in termini di songwriting, qui meno scarno e giocato sull'intervento di molteplici linee, ma anche di produzione, che si rivela più tradizionale e meno post, risultando corposa e solida ma per nulla patinata.

Il platter si apre con l'apocalittica Earth, dando inizio alla malsana celebrazione che tratterrà l'ascoltatore per i successivi cinquanta minuti. In questo caso la componente tastieristica è in primo piano, mentre per la maggior parte dei brani riveste un ruolo più vicino al tappeto atmosferico quando non è del tutto assente, intrecciandosi con le dissonanze arpeggiate di chitarra in un groviglio di serpentine armonie. La presenza del basso non è banalmente limitata alla sezione ritmica, ma spesso il greve ribollire delle corde s'insinua strisciando nell'impianto melodico, arricchendo la melmosa mistura con sinistre partiture. La stessa batteria è una macchina capace al tempo stesso di brutali interventi tesi a rimarcare la supremazia bellica, come di operazioni di fine e chirurgica modulazione temporale, in rimandi al limite della ricerca progressive.
L'album si configura in un trascinato processo ascensionale, una liturgia in grado di sollevare e sublimare con l'ascolto, fino a giungere alle più elevate vette simbolico-religiose tanto care alla Francia. La componente black, matrice di fondo dell'intero lavoro, si contamina di spunti moderni al limite con il post, viene imbastardita dalla presenza di cori e recitazione nel cantato, svuotata della componente più grezza e primordiale per assumere una collocazione inequivocabilmente in divenire.
Il rituale di The Asthenic Ascension si articola in nove capitoli, comprensivi di un breve intermezzo prima della coppia conclusiva, giocati su tempistiche medio lunghe e un riffing ossessivo, corrosive cacofonie di chitarra e sporadici campionamenti; un lento fluire verso una dimensione superiore, in un movimento scardinato dalle convenzioni liturgiche, esacerbato dagli interventi corali. Gli stessi melliflui inserti clean, arricchiti da un sottofondo ambient, risultano tutt'altro che rilassanti, bensì tesi verso la meta ultima del viaggio in un'angosciante processione.
Prova non da poco anche per quanto riguarda la vocalità di I. Luciferia, tutt'altro che monocorde. Il cantante fa ampio uso di registri parlati, interventi in recitazione e atipiche ma salmodiche clean vocals, arricchendo lo spessore delle composizioni e prendendo spesso il centro della scena fino a ridurre ad un contributo minimale la componente suonata.
Il percorso interiore che segue lo scorrere della tracklist si fa particolarmente intenso in corrispondenza dei nodi di opener e titletrack, attraversando ulteriori vertigini emotive in The Descent e Cold Room.

The Asthenic Ascension è l'ennesima, inconfutabile, prova che non solo qualcosa si sta muovendo all'interno del black metal, ma che il cuore della fiamma nera non è invecchiato e continua a pulsare intriso di umida ispirazione. Il sangue scalpita all'interno di vene che assumono sempre più la forma di costrizioni, ansioso di prendere strade che si allontanano sempre più dalle convenzioni, guardando a nuove forme espressive che si fanno sempre più estreme e nebulose.
E con i Reverence ancora una volta siamo testimoni di come questi percorsi passino per la Francia, centro e frontiera del rinnovamento, includendo un nuovo nome nel pantheon e consacrando una realtà che sprofonda in un'ossimorica salita verso i confini della spiritualità, creando un linguaggio fatto di vividi e fatali contrasti.



VOTO RECENSORE
82
VOTO LETTORI
38.92 su 14 voti [ VOTA]
DeathKnell
Martedì 13 Novembre 2012, 16.38.59
8
Veramente molto molto bello, il loro migliore secondo me.
Doom
Lunedì 4 Giugno 2012, 10.53.15
7
veramente bello
Fabrizio
Mercoledì 30 Maggio 2012, 12.35.05
6
Anch''io non li conosco... proverò ad ascoltare qualcosa sul tubo.
Zilty
Mercoledì 30 Maggio 2012, 12.29.37
5
Le trame delle chitarre sono complesse e ben articolate, la voce è molto carismatica e il suono della batteria, oltre ad avere parti ricche di fantasia, è molto pulito e poco plasticoso. Bella recensione e bellissimo album.
EdoCFH
Mercoledì 30 Maggio 2012, 9.55.26
4
Black Metal + Francia, non mi serve di sapere altro
DIMMONIU73
Martedì 29 Maggio 2012, 13.11.25
3
eheheheh, caro vichingo, siamo già in 3 a non conoscerli, ma come hai giustamente scritto...rimedieremo!
il vichingo
Martedì 29 Maggio 2012, 10.42.22
2
Comincino gli sputi contro il buon vichingo: non li ho mai sentiti prima d'ora. Ma c'è sempre tempo per rimediare
andrea
Martedì 29 Maggio 2012, 5.35.08
1
sono molto incuriosito, non li conoscevo e mi accingo a rimediare.
INFORMAZIONI
2012
Candlelight Records
Black
Tracklist
1. Earth
2. Darwin's Black Hall
3. The Descent
4. Psalm IV
5. Ghost Of Dust
6. Cold Room
7. Genesis Of Everything
8. Those Who Believed
9. The Asthenic Ascension
Line Up
I. Luciferia (guitars,vocals)
Eguil Voisin (bass)
Vincent Roubière (drums)
 
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