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Candlemass - Psalms For The Dead
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E siamo arrivati al canto del cigno.
Una carriera quasi trentennale che ha contributo in maniera fondamentale all'evoluzione del doom metal, decine di full-length sempre di ottima qualità e grandissime personalità avvicendatesi nel corso degli anni dietro al microfono; la creatura di Leif Edling è giunta ora al capolinea per decisione del suo stesso creatore, consegnando alla storia questo Psalms For The Dead. La recente notizia dell'allontanamento di Robert Lowe ha gettato una luce poco chiara sul presente della band, per via soprattutto delle motivazioni alquanto ambigue che hanno portato a questa scelta; ciò nonostante, Leif non è nuovo a scelte drastiche ed improvvise come questa, e dunque, se teniamo fede alle sue parole, la recente entrata in formazione di Mats Levén non porterà a degli ulteriori lavori in studio sotto questo ormai leggendario moniker.
Il nuovo corso intrapreso dai Candlemass con Robert Lowe alla voce sembra essere giunto al suo perfetto compimento: dopo i discreti King Of The Grey Islands e Death Magic Doom, il nuovo lavoro sembra essere modellato intorno alle capacità espressive di Robert, creando un unicum davvero emozionante e a tratti toccante. Questo è uno dei più bei dischi che Candlemass abbiano mai scritto, inutile girarci troppo intorno; lontano e diverso dai capolavori degli anni ottanta, ma pur sempre un'opera di altissimo valore compositivo. Dimenticate quell'epic doom semplice e diretto che ci lasciava tutti senza fiato; in Psalms For The Dead il sound si fa molto più rotondo, e ammicca al power/heavy metal specialmente nelle melodie dei ritornelli, ma lungi il considerare questo come un ammorbidimento: le vibranti chitarre rimangono gravide di sinistri riffs ultra-doom, e un accorto lavoro di tastiere porta la tensione alle stelle. Questa leggera virata del sound, come dicevo poc'anzi, può essere ricondotta alla volontà di adattare le composizioni alle capacità interpretative di Robert Lowe, e rappresenta l'ultima tappa di una tendenza in realtà già intrapresa nel corso degli ultimi lavori, e, se ancora ci fosse bisogno di ribadirlo, il risultato finale è davvero eccezionale.
L'ultima opera in studio dei Candlemass si apre con Prophet, brano diretto e senza fronzoli, che con poche pennellate degli strumenti mette subito in chiaro la caratura e l'ispirazione che anima i nostri. The Sound Of Dying Demons rappresenta la perfetta fusione tra il corso storico e la tendenza più attuale del suond degli svedesi: ricca di armonizzazioni, impreziosita da un chorus strepitoso – assieme a un lavoro di tastiera praticamente perfetto – e dal solito incommensurabile lavoro chitarristico svolto della coppia delle meraviglie Johansson/Björkman. Dopo il brano meno convincente dell'intero platter - quella Dancing In The Temple (Of The Mad Queen Bee) inspiegabilmente proposta come singolo - arriviamo a Waterwitch, e qui cala la notte: dopo un riff doom di una consistenza sconvolgente, il brano si concede delle sezioni maggiormente meditate, laddove il buon Robert mette definitivamente in chiaro che non è necessario possedere il talento operistico di Messiah Marcolin per poter rimanere scolpiti nella memoria degli appassionati della musica del destino. The Lights Of Thebe ci riporta direttamente ai fasti di Nightfall: una tipica composizione degli svedesi, ma arricchita da un bridge a dir poco fenomenale. Psalms For The Dead, come da titolo, è il momento del raccoglimento spirituale, e la band sembra lavorare in punta di piedi per garantire al vocalist la maggior visibilità possibile. Il risultato, ancora una volta, è di primissimo ordine. Killing Of The Sun possiede un forte sentore di Black Sabbath - il che è sempre un piacere da ascoltare - per poi esplodere in un pirotecnico assolo di Lars Johansson, ma che sfortunatamente si chiude nel giro di una trentina di secondi. Dopo la sofferta Siren Song arriviamo alla chiusura di questo Psalms For The Dead. L'atmosfera si tinge d'oscurità, e un'inquietante quanto efficace declamazione sull'implacabilità del tempo ci introduce a uno dei brani più rappresentativi di un'intera carriera. Black As Time è la fedele rappresentazione dell'angoscia esistenziale legata al trascorrere della nostra vita in attesa dell'arrivo di Atropo, l'implacabile. Il perfetto sigillo ad una carriera formalmente ineccepibile.
Il tempo scorre inesorabile, così come il running time di quest'opera. Terminato l'ascolto di questo Psalms For The Dead non posso certamente sentirmi del tutto felice, poiché a nessuno di noi piacciono gli addii. Rimane l'ultima testimonianza di una band che ha solcato le nostre menti e le nostre anime per molti lunghi anni. Fate vostro questo lavoro: i Candlemass non potevano trovare una forma migliore per salutarci...
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I maestri indiscussi del doom metal, uniscono le forze col cantante degli altri maestri del genere, i Solitude Aeturnus, senza dubbio le due band più rappresentative di questo stile di metal. D\'accordo con recensione e voto. 84 |
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Album da mettere accanto ai classici dei candle e del doom in genere.Ovviamente viene snobbato dai più ,perché uscito nel 2012 e quindi essendo "giovane" non puo competere per definizione con i classici degli 80. A mio parere un classico lo è, perche sfodera una particolare vena hard'nheavy oltreche classicamente doom e che forse fece storcere qualche naso proprio per questo motivo. Lowe e landqvist migliori cantanti dei candle a parer mio , marcolin valido ma troppo gorgheggioso. Voto al disco 8,5/9 |
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Album da mettere accanto ai classici dei candle e del doom in genere.Ovviamente viene snobbato dai più ,perché uscito nel 2012 e quindi essendo "giovane" non puo competere per definizione con i classici degli 80. A mio parere un classico lo è, perche sfodera una particolare vena hard'nheavy oltreche classicamente doom e che forse fece storcere qualche naso proprio per questo motivo. Lowe e landqvist migliori cantanti dei candle a parer mio , marcolin valido ma troppo gorgheggioso. Voto al disco 8,5/9 |
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Forse il migliore del periodo con Lowe |
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Forse il migliore del periodo con Lowe |
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Un album eccezionale, che perà non è stato un addio, visto che è uscito "The Door To Doom". Voto 80 |
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GrAnde band con o senza messiah marcolin;non solo doom , ma anche epic,e classic metal (certo che da i tempi di nightfall e aincent Dreams, ne e' passata di cera nera!)ma rimangono sempre una delle mie band preferite! Mettono d'accordo i defender con i doomers e i nostalgici dei 70/80,insomma ,proprio tutti!..........voleMosè bene! |
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20
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Scusate: 2012. Ma non cambia il succo. Un Capolavoro. |
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19
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Ma che album ho appena finito di ascoltare???? Una meraviglia DOOM nel 2015!!! CAPOLAVORO |
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Il disco che mi ha avvicinato ai Candlemass....e mi piace un botto!!! |
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Stavolta posso dire che non è un capolavoro, ma siamo sempre abbondantemente sopra la media. 90 alla carriera! |
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Non sono così duro come Doom al post 14, ma sono concorde con l'osservazione fatta sul cantato di Lowe; la tessitura delle songs non permette di usare tutto lo spettro vocale. Uguale per gli autocitazionismi e la liturgia scontata di 'Black as time'. Comunque più che sufficiente...ma lontano dai capolavori della band |
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Gli ultimi 3 dei Candlemass sono dei dischi strepitosi, capolavori PUNTO!!! Robert Lowe, SUPERBO!!! |
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Delusione totale dal mio punto di vista gli scarti di Death M D ,togliendo la title track e poco altro non riesco a salvare molto da questo disco e lo dico da grande fan. La sacralità della voce di Lowe non è stata sfruttata e poi ci sono troppi autocitazionismi. Bocciato. |
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Il disco piu bello dopo nightfall della loro pur stupenda discografia,secondo mè.Speriamo non si sciolgano,perchè hanno ancora molto da dire e sono ancora ispirati. |
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Sempre più convinto che si tratti di un capolavoro! |
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Lo sto ascoltando ed è un disco con i controcoglioni, senza dubbio. |
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10
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Time is the Master Of DOOOOMMMM!!!! |
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9
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Garanzia di qualità, degna chiusura di una carriera da fuoriclasse. |
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Questo disco mi sta dando soddisfazioni enormi, un bellissimo connubio tra Doom e Hard Rock , che cosa si può volere di più, nel 2012 (annata da incorniciare a mio parere, tantissime ottime relase)? Se davvero questo sarà l'ultimo dei Candlemass, è una chiusura con il botto, onore a una band che non mi ha mai deluso. |
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7
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@xXx: sono comunque i Candlemass, quindi stiamo parlando di un album doom. Resta il fatto che le influenze settantiane, hard rock e heavy si fanno sentire molto di più che nei precedenti. Tra l'altro nel booklet c'è un omaggio ai Rainbow. La copertina di Long live rock 'n' roll viene "ripresentata" con la line up di Psalms for the dead che sostituisce i membri dei Rainbow. |
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6
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Mi erano piaciuti un po' meno nelle uitime uscite ma qui si riscattano alla grande. Un album intenso e sofferto e ben venga quel tocco di vecchi anni '70. Mi dispiace che sia il loro canto del cigno. Spero ci ripensino, ma non con operazioni commerciali. Complimenti anche alla recensione. Au revoir. |
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5
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Gran bel disco, ero perplesso all'inizio,mi aspettavo qualcosa di diverso,al secondo ascolto mi sono convinto,onore ai Candlemass |
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quindi se ho capito bene è più hard rock '70 / heavy che doom??? Allora potrei dargli un ascolto se così fosse... |
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2
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Devo dire che all'inizio mi ha lasciato perplesso. Mi aspettavo un album molto lento ed epico come da manuale, invece mi sono ritrovato con un album che fa emergere tutto l'amore della band per gli anni '70, per l'hard rock e per l'heavy metal. Mi ci sono voluti un paio di ascolti per assorbirlo, ma ora mi sta dando grandi soddisfazioni. Certo che se questo è veramente il loro ultimo lavoro, hanno concluso la loro carriera discografica in maniera decisamente atipica, seppur brillante. Grazie di tutto Candlemass, è stato un piacere seguirvi in tutti questi anni. DOOM ON |
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Se n'era già parlato sotto le notizie, è quello che mi auguro sia davvero il canto del cigno, se la storia finisce così, sono contento e onore ai Candlemass che non ne hanno toppato uno. |
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