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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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( 2495 letture )
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Ci sono determinate occasioni in cui - per quanto ci si sforzi - si rimane totalmente indifferenti di fronte ad un'opera musicale, momenti in cui capisci che non sempre la prima impressione è poi così sbagliata e in cui è chiaro che non sempre l'esperienza è sufficiente a produrre qualcosa di convincente. Nella fattispecie l'ascolto di Bereue Nichts, opera terza dei teutonici Ewigheim (band attiva da ben dieci anni), non mi ha soddisfatto sin dal primo ascolto: semplicemente è passato, liscio come l'acqua e innocuo come una legge anti-corruzione tra i nostri politici e purtroppo nemmeno l'insistenza e l'ascolto prolungato hanno poi migliorato la situazione. Otto sono gli anni che ha impiegato il trio tedesco a produrre questo capitolo della propria personale saga ma l'impressione è che la cura riservata alla composizione e all'arrangiamento sia stata tutt'altro che approfondita.
Ma diamo un taglio alle considerazioni generali e capiamo il perché di questo fallimento. La proposta musicale è essenzialmente una forma poco personale di gothic (?) metal con una marcata tendenza dark contaminata da basi elettroniche e giocata su ritmi abbastanza lenti e lineari. Partiamo proprio dalla suddetta parte elettronica (programmata dal chitarrista ritmico Yantit) che dovrebbe conferire al cd quel tocco che potrebbe renderlo appetibile anche per gli appassionati di EBM, mentre in realtà risulta piatta e poco incisiva, i suoni infatti sono banali, poco studiati e i pattern scontati e assai poco “ballabili”; il risultato è un sottofondo superficiale che non aggiunge nulla alla base metal per quanto almeno sia discretamente amalgamato al sound generale. Le chitarre sono invece suddivise tra il già citato Yantit e il solista Schwadorf, che si alternano nel proporre un riffing “tanz” serrato e davvero poco articolato e sporadiche sezioni soliste che, pur non risultando particolarmente complicate, riescono a cogliere nel segno dimostrando il buon gusto del solista tedesco (una delle poche cose da salvarsi dell'intero platter). La sezione ritmica, come anticipato qualche riga fa, non entusiasma e non trascina: la batteria suonata dal vocalist Allen B. Konstanz (che molti ricorderanno senz’altro come membro, insieme a Schwadorf, dei The Vision Bleak) si limita ad accompagnare, proponendo combinazioni molto scolastiche e nient’affatto coinvolgenti. Mi rendo conto che non siano necessari particolari virtuosismi, ma il ritmo che dovrebbe risultare coinvolgente nei fatti non lo è, e l'economia di un cd musicalmente orientato verso questo genere non può che risentirne pesantemente. Non è presente nella line-up degli Ewigheim un vero bassista, cosa che mi fa pensare che quest'ultimo - molto in secondo piano - sia stato programmato e nemmeno con un banco sonoro particolarmente sofisticato (i suoni sono piuttosto finti nella dinamica e nella resa); si tratta anche qui di un vero peccato, perché un quattro corde avrebbe potuto contribuire enormemente a sviluppare la parte ritmica del cd se adeguatamente suonato e sfruttato. Giungiamo infine alle vocal (rigorosamente in lingua madre) di Allen Konstanz: in realtà non ci troviamo davanti ad un singer vero e proprio, dato che - fatta eccezione per i momenti più dolci e melodici - la voce è più narrata che cantata nel vero senso di questo termine, timbricamente è piuttosto anonima e anche la scelta delle linee vocali è opinabile, dato che spesso sembra che la metrica dei testi sia forzata e che certe parole siano state inserite in quel particolare punto della canzone perché facenti parte del testo e per forza da far sentire. Certo la poca percentuale di suoni dolci del tedesco non aiuta, però ciò non credo sia sufficiente a spiegare una simile situazione.
Mi viene piuttosto difficile anche indicarvi una canzone più riuscita delle altre; se proprio dovessi citare quella che mi ha più colpito in positivo direi l'orecchiabile Morgenrot, ma non si tratta certo di un pezzo eccezionale. Piuttosto opinabile invece la scelta di piazzare a metà di Der letzte Mensch (ultima canzone del cd se escludiamo la bonus track) ben cinque minuti di totale silenzio prima di concluderla con una parte narrata, soprattutto se consideriamo il fatto che con questa la canzone arriva a durare quasi quindici minuti.
Non perfetta nemmeno la registrazione: le parti elettroniche risultano parecchio finte, come se fossero state prodotte da un synth non particolarmente avanzato e poco rifinite in fase di mixaggio. Le chitarre sono molto (ma molto) compresse e limitate nella dinamica e, dulcis in fundo, la batteria è intaccata da un riverbero eccessivo soprattutto sui fusti, il che penalizza ulteriormente la prova già non brillante di Konstanz.
Poche dunque le luci e molte invece le ombre che offuscano Bereue Nichts. Come potrete avere intuito, non vi consiglierei l'acquisto di questo cd a meno che non siate dei patiti del genere (ma molto patiti); è un peccato in generale, perché certamente non è poca la professionalità o l'esperienza dei musicisti coinvolti ed è strano che queste due fondamentali qualità abbiano portato alla pubblicazione di un disco così poco incisivo.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Heimkehr/ Bereue nichts 2. Staub 3. Stahl trifft Kopf 4. Morgenrot 5. Schatten 6. Schmutzengel 7. Was bleibt 8. Dürrer Mann 9. Der letzte Mensch 10. Mal ehrlich (Digipak Bonus Track)
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Line Up
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Allen B. Konstanz (Vocals, Drums) Schwadorf (Lead Guitars) Yantit (Guitars, Programming)
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RECENSIONI |
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