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Macabrum - Monument Of Eternal Grief...
( 2224 letture )
Monument Of Eternal Grief... rappresenta il debutto nell'arena dei professionisti per i Macabrum, duo black metal dell'entroterra balcanico.
Come tutti gli ingressi in quello che oggi può essere considerato a tutti gli effetti un circo in cui è in atto una battaglia all'ultimo sangue per la sopravvivenza, ci sono due modi per muoversi sul campo, ma solo uno dei due garantisce un'uscita sulle proprie gambe. Si può apprendere lo stile di combattimento dei veterani, cercando di imitarne le mosse in modo goffo ed impreciso, oppure sviluppare una personale tecnica per colpire l'avversario - e soprattutto il pubblico accorso - con le armi a propria disposizione.
Parliamoci chiaro: fortunatamente si tratta di una visione estremizzata della situazione nel panorama musicale odierno, perché altrimenti i Macabrum non ne uscirebbero vivi.

Senza stare a ripercorrere la storia dei combattenti - il pubblico vuole azione e non descrizione - esaminiamo l'arsenale a disposizione dei due gladiatori: composto di nove strumenti contundenti,
Monument Of Eternal Grief... si presenta nella media tipica degli armamenti; dunque scendiamo nel dettaglio, a focalizzare il potenziale danno derivante dalle singole armi.
Quattro di esse sono lame corte, leggere e maneggevoli, su cui a prima vista non si scommetterebbe un soldo, ripieghi momentanei per quando le braccia necessitano di recupero. L'intero disco infatti contiene ben quattro brevi strumentali, disposte ad intervallare brani che si aggirano tipicamente oltre i sette minuti.
Quelle che dovrebbero essere le armi pesanti della coppia, brani monolitici e possenti come mazze chiodate, si rivelano in realtà strumenti spuntati, incapaci di squassare ed incidere.
La causa è imputarsi a diversi fattori: innanzitutto la qualità della registrazione non è clemente nei confronti delle chitarre, che non sembrano accordate in modo preciso e assumono un tono quasi lamentoso. La batteria, molto probabilmente programmata, svolge scolasticamente il proprio compito senza particolare valore tecnico aggiunto, pagando la mancanza di un supporto adeguato da parte delle low frequencies, sacrificate dall'equalizzazione mediosa delle sei corde. Se la parte strumentale, ad opera di G.D., non fa del proprio meglio, bisogna dire che le vocals di S.A. non riescono nell'impresa di salvare la situazione, risultando pienamente nella media di quanto è già in circolazione da molti anni.
Le composizioni si susseguono senza particolari diversivi anzi, tendendo a porre l'accento su un singolo riff che viene ripetuto fino allo sfinimento, i nostri finiscono per risultare prolissi, percuotendo senza causare danni e riuscendo a produrre solo un seccante sfregamento. Molto spesso si ha l'impressione che le strutture siano inconcludenti, riprendendo ossessivamente determinati passaggi come se ci fosse il pericolo di non averli sentiti a sufficienza, piuttosto che lavorare in crescendo o articolare i riff con ponti, cambi di tonalità o sviluppi armonici inaspettati.
Certo, qualche buona idea non manca, l'attacco di Sacrifice The Source Of Life è piacevole ad esempio, ma degli arrangiamenti rinsecchiti ed incapaci di sviluppare progressioni nell'accompagnamento non esaltano le linee melodiche, che già non rifulgono di luce propria.
Non ultimo, facendo alcune ricerche, emerge che molti dei brani sono stati rilasciati nell'EP Epoch, uscito nel 2010, con qualità pressoché identica a quella di Monument Of Eternal Grief.... Gli stessi difetti in fase di registrazione emergono in modo pedissequo, lasciando il ragionevole dubbio che potrebbero non essere stati registrati nuovamente.

Il pollice del pubblico si rovescia di fronte allo spettacolo principale ed il consenso appare solo per quanto riguarda gli intermezzi di piano ed archi, donando sollievo ed alimentando la speranza che con i prossimi brani i due riescano a fare di meglio. Sfortunatamente non è così, le tracce peccano tutte degli stessi difetti e l'ascolto ripetuto non giova ai Macabrum, portandoli all'infausta sentenza.

In definitiva Monument Of Eternal Grief... è un debutto migliorabile sotto diversi punti di vista: a partire dalle composizioni, che soffrono di prolissità e scarseggiano di spunti, penalizzate da un'esecuzione che contiene qualche sbavatura ed infine condannate da una registrazione dal suono eccessivamente amatoriale. Peccato perché alcune idee ed il tentativo di conciliare un mood malinconico tipico di un certo black ad un suono a tratti più gothic sarebbero un interessante punto di partenza, così come il lavoro di tastiera risulta efficace, pur nella sua semplicità.
Si auspica pertanto un lavoro di revisione per i Macabrum, che possa portarli a trovare una formula espressiva più adatta alle loro potenzialità e alla valorizzazione di queste con dei mezzi più professionali. Non importa quanto i due impiegheranno a trovare la propria strada, attenderemo di poterli vedere camminare sulle proprie gambe con più equilibrio e sicurezza di quanto dimostrato finora.



VOTO RECENSORE
53
VOTO LETTORI
52.5 su 2 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2012
Stunde Des Ideals Produktionen
Black
Tracklist
1. When Past Hunts Me
2. Corruption Of Flesh And Soul
3. Monument Of Eternal Grief
4. One Who Walks The Fields Of Flame
5. Cold Sight
6. Sacrifice The Source Of Life
7. Prelude
8. Inner Shape
9. Departing Silence
Line Up
S.A. (vocals)
G.D (all instruments)
 
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