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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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( 2724 letture )
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Ritorna Niclas Engelin con i suoi Engel, e la consueta dose di melodic death metal intamarrito, che suona come la musica che comporrebbero gli Inflames (quelli degli ultimi dischi ovviamente) se non avessero alcuna dignità e senso del buon gusto.
Un melodic death metal che più che mai è un genere a se stante, di Death inteso come cinture di proiettili, suoni marci e tecnicismi ormai qui non ce n’è nemmeno un briciolo. In effetti questo gruppo sembra ormai completamente interessato ad accattivarsi i favori del giovincello tutto ciuffi e dilatatori più che del bevitore di birra vestito di nero. Anzi, la musica di Engelin è così in bilico tra il vecchio e il nuovo, che fatico davvero ad immaginare chi possa essere un fan tipico del gruppo: probabilmente il sopracitato giovincello continuerà ottusamente ad ascoltare uno dei centinaia di gruppi metalcore che intasano il mercato, piuttosto che fare la fatica di assimilare la proposta degli Engel, mentre il rocker più tradizionalista avrà un rigetto per l’elettronica a cui Engelin sembra così affezionato. Basta sentire l’inizio dell’opener Question Your Place, che da l’impressione di aver fatto partire un disco di Skrillex, per rendersene conto. Grattando via tutta l’elettronica, che ribadisco essere insulsa e adolescenziale, rimane ben poco, un metal melodico appassionato al ritornello pulito, senza sorprese ne particolari pregi. È d’obbligo segnalare la voce del cantante, che immagino sia la classica cosa che si odia o si ama: da una parte non nego che abbia la sua personalità, è più riconoscibile perfino di quella di gruppi più famosi, ma tende a dare sia alle clean che alle harsh vocals un tono estremamente emozionale, in più punti lamentoso, ben più di quanto lo fosse nei precedenti dischi degli Engel. Le canzoni scorrono via una dopo l’altra lasciando pochissimo, giusto un paio di ritornello orecchiabili (discreti quelli di Numb, One Good Thing e In Darkness), e qualche riff classico che spicca più per contrasto con il grigiore della proposta musicale che per qualità intrinseche. Purtroppo però le buone canzoni non si fanno con un ritornello che rimane in testa e un po’ di durezza giusto a ricordarci che stiamo ascoltando metal.
Si arriva alla fine dell’ascolto leggermente annoiati e profondamente delusi da un disco che risulta superficiale in ogni aspetto: l’elettronica è quella tamarra da Milano Marittima, non certo quella interessante di un gruppo industrial serio, e la parte metal lascia indifferenti. Non un disco brutto, quanto scialbo. Occorre molta superficialità, e pochissima esigenza, per poterselo godere.
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7
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Più ascolto i lavori di Engelin più mi rendo conto di quanto è scarso come songwriter... eppure suonanva in uno dei miei gruppi preferiti di sempre (gardenian) quindi o ha disimparato o è proprio mediocre lui! |
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6
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Certa robaccia sta bene gratis in mp3....neppure merita il .flac..figuriamoci di essere acquistata su cd. |
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5
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Si tratta di un malriuscito miscuglio tra il metalcore più pacchiano e il melodeath di bassa lega. Le idee sono poche è anche utilizzate male, spesso si ha l'impressione che i pezzi siano fatti con lo stampino. Solo il ritornello della titletrack mi è rimasto in testa, il che è tutto dire. La voce della cantante è veramente sgraziata, alla lunga stanca e l'uso dell'elettronica è veramente ridicolo. Ognuno di noi potrebbe fare di meglio, tanta è la mancanza di gusto nell'implemento di questa benedetta elettronica. Un'uscita assolutamente evitabile e che saturerà soltanto il genere. 50/100. |
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4
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ad oggi mi sento fortunato di no naver collaborato col dsco dopo l'ascolto...trsite |
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3
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Metalcore della peggior razza. |
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2
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Album ridicolo, brutto, senza né melodie, né brani che rimangano in testa, va sempre peggio per questa band. |
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1
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A me il disco non dispiace (ma sì, sono uno dall'orecchio facile) però vorrei dire che forse tante pare nuovo/vecchio ce le facciamo solo noi, io gli Engel li ho visti dal vivo a Goteborg allo Sticky Fingers, il locale dove era stato registrato "In Live We Trust", spaccano, e l'audience non era esattamente composta da ragazzini con frangia e dilatatori, anzi... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Question Your Place 2. Frontline 3. Feel Afraid 4. Numb 5. Cash King 6. One Good Thing 7. Blood Of Saints 8. Down To Nothing 9. Drama Queen 10. In Darkness 11. Journeys End
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Line Up
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Magnus "Mangan" Klavborn (vocals) Niclas Engelin (guitar) Marcus Sunesson (guitar) Steve Drennan (bass guitar) Jimmy Olausson (drums)
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